AGI - Il tavolo ovale di sei metri, alle estremità del quale lo scorso febbraio al Cremlino si è svolto ad una distanza siderale l’incontro tra il presidente francese Emmanuel Macron e Vladimir Putin è d’origine italiana. Prodotto dalla Oak di Renato Pologna, azienda di mobili con sede a Cantù, in provincia di Como. Prodotto del più puro made in Italy.
Lo scrive il Paìs, che racconta che il tavolo risale al 1995 quando Renato Pologna, proprietario di Oak, ha utilizzato schizzi dei mobili sulla base di un incarico certificato e firmato da Boris Eltsin, il primo presidente della Federazione Russa. Per altro non è stato l'unico mobile ad aver viaggiato dalla Lombardia a Mosca, perché - come spiegato dallo stesso Pologna - dopo la caduta dell'Urss, la Federazione Russa aveva fatto delle ricerche sull'aspetto del grande palazzo del Cremlino prima della Rivoluzione del 1917 affinché i suoi progettisti potessero riprodurre gli interni dopo i fatiscenti anni di Stalin.
Le foto e disegni dei mobili che avrebbero dovuto poi arredare le diverse stanze del palazzo sono stati inviati in Italia perché Oak potesse realizzarli, fruttando all'azienda l’equilvalente di 20 milioni di euro. Secondo Renato Pologna, riferisce il Paìs, le autorità russe hanno ispezionato il tavolo realizzato da Oak e anche di altri mobili con appositi giganteschi scanner prima di collocarli nelle stanze del Cremlino per assicurarsi che non nascondessero microfoni o microspie.
Quando Boris Eltsin ha visto il tavolo finito, nel luglio 1999, ha esclamato: “È magnifico”, riferisce il Paìs. Il presidente russo aveva poi speso una fortuna per restaurare tutto il vecchio palazzo, costruito su iniziativa di Nicola I come residenza della famiglia imperiale a Mosca. Riferisce oggi il quotidiano spagnolo: “All'opera faraonica non mancava la sua maledizione.
Nel settembre 1999, la Bbc e altri media internazionali hanno raccontato che i pubblici ministeri svizzeri e russi stavano indagando sulla possibile raccolta di tangenti da parte del Cremlino. Sarebbero stati pagati da Mabetex, la società svizzera che si era occupata del restauro e dell'arredamento del Gran Palazzo e di altri edifici del Cremlino, come tangente per ottenere gli appalti. Il caso ha coinvolto anche Oak, perché gli inquirenti sospettavano che oltre ad aver fabbricato mobili commissionati dal Cremlino tramite Mabetex, Oak avesse riciclato denaro per conto dei russi e lo stesso presidente Eltsin, dato che le sue figlie avrebbero utilizzato carte di credito pagate dalla società svizzera”. Ma l’accusa cadde e la questione venne archiviata.
La beffa è che Eltsin quel tavolo non l’ha mai usato, perché nell'ultimo capodanno del '900, il presidente ha presenta le sue dimissioni in un intervento tv in cui presentò il suo successore, Vladimir Putin, fino allora praticamente sconosciuto.
Ma c’è anche un’altra curiosità: subito dopo che la fotografia del tavolo ha fatto il giro del mondo in seguito all’incontro Putin-Macron di febbraio, un ebanista di Valencia, Vincente Saragozza, si è presentato ad in tv spagnola per rivendicarne la paternità, dicendo che da tempo era stato introdotto nel mercato russo della produzione di mobili. Oggi il Paìs ristabilisce la verità dei fatti.