AGI - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan potrebbe incontrare alla fine di questa settimana il leader russo Vladimir Putin nella capitale del Kazakistan Astana, dove è in programma il summit Russia-Asia Centrale. Sarebbe il quarto incontro tra i due capi di Stato da quando è iniziato il conflitto. E’ tuttavia significativo che gli incontri abbiano avuto luogo tutti a partire da luglio scorso, segno che qualcosa è cambiato nell’approccio di Mosca.
Lo scorso venerdì Erdogan ha chiamato Putin al telefono per fargli gli auguri di compleanno e ha rivelato che un prossimo incontro sarebbe stato “molto probabile”. Lunedì la conferma da parte del Cremlino. Il portavoce Dimitry Peskov ha annunciato l’incontro, poche ore dopo un comunicato con cui Mosca, dopo il bombardamento abbattutosi su Kiev e altre città ucraine, apriva alla Turchia come Paese padrone di casa di un negoziato con l’Ucraina. Peskov ha anche dichiarato che nessuna proposta di mediazione o negoziato espressa da Paesi occidentali e’ stata comunicata dalla Turchia alla Russia, ma ha aperto a questa possibilità.
Erdogan però più che a fare da intermediario e portavoce agisce in totale autonomia. Solo pochi giorni fa il vicepresidente turco Mustafa Sentop ha detto chiaramente che “ci sono Paesi che remano contro la fine del conflitto in Ucraina”, puntando il dito contro l’Occidente.
Il presidente turco ha chiara da mesi una road map e dopo aver mediato con successo per il raggiungimento di un accordo per il “corridoio del grano” e uno scambio di ostaggi che ha riguardato più di 200 prigionieri ora vuole mettere un ulteriore tassello e punta a una mediazione che risolva la delicata situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Al momento, dopo anche l’attacco di lunedì, la pace è impossibile ed Erdogan lo sa e preferisce avanzare a piccoli passi.
Il ministro degli Esteri turco ha chiamato il collega ucraino e ha espresso la solidarietà e il sostegno della Turchia. La scorsa settimana il presidente turco ha invece parlato del recente referendum nelle zone sotto occupazione russa, definendolo “un ostacolo” allo sforzo diplomatico di Ankara.
Erdogan ha ribadito più volte che e’ necessario che Kiev e Mosca affrontino con lo stesso approccio avuto per il corridoio del grano e per lo scambio di ostaggi anche la ricerca di una soluzione per la centrale nucleare e più in generale nei confronti del conflitto. Al momento il presidente turco, in maniera assai pragmatica, procede per piccoli passi senza perdere di vista l’obiettivo di far sedere allo stesso tavolo Putin e il presidente ucraino Volodimir Zelensky.