AGI - Sono 6.363.489 gli aventi diritto al voto per la quattordicesima Bundespraesidentenwahl, l’elezione che domenica eleggerà il presidente della Repubblica d’Austria, Nazione storicamente legata all’Italia della quale si definisce ‘amica’.
Austria e Italia sono legate a doppia cordata per quella che prima è stata la turbolenta ed intricata ‘questione altoatesina’ e poi per il pacifico sviluppo dell’autonomia dell’Alto Adige-Suedtirol, la terra di confine dove convivono cittadini di lingua tedesca, italiana e ladina. Domenica i cittadini dei nove Bundeslaender (regioni) saranno chiamati alle urne dalle ore 7 alle 17.
I candidati sono sette ma c’è un solo grande favorito che, per evitare il ballottaggio di novembre, dovrà superare il 50% dei consensi.
Si tratta del presidente uscente Alexander Van der Bellen, 78 anni, viennese di padre russo e madre estone fuggiti dalla Russia.
Durante la campagna, ‘Sasha’, che nella sua carriera politica è stato prima socialista e poi ecologista e che sei anni fa vinse la corsa alla Hofburg (il ‘Quirinale’ a Vienna) sull’ultranazionalista Norbert Hofer (FPOe) per meno di 350.000 voti al ballottaggio, ha promesso “stabilità, buon senso e coesione in tempi di instabilità”.
L'Austria, Paese tradizionalmente molto stabile politicamente, ha visto passare cinque cancellieri nei sei anni di presidenza Van der Bellen il quale ha assistito al giuramento di decine di ministri.
Gli scandali di corruzione del Partito popolare conservatore (OeVP) e della FPOe hanno provocato crisi di governo, elezioni anticipate ed altre cadute dell'esecutivo durante le quali Van der Bellen è apparso sempre una figura solida chiedendo calma e fiducia nelle istituzioni.
Durante la pandemia di coronavirus che ha creato divario sociale, il presidente ha cercato di fungere da elemento di coesione in una società già divisa dalle elezioni presidenziali del 2016 e con il governo andato vicino all’introduzione del vaccino obbligatorio.
Nelle ultime settimane sono apparsi manifesti che presentavano il presidente uscente con uno sfondo rosso-bianco-rosso – i colori della bandiera austriaca – e lo slogan ‘Die sichere Wahl in stuermischen Zeiten’ (‘La scelta sicura in tempi turbolenti’, la traduzione in lingua italiana).
Van der Bellen, che in precedenza apparteneva ai Verdi, si candida come indipendente. Verdi, socialdemocratici e i liberali di Neos lo appoggiano e l’OeVP ha deciso di non schierare un suo candidato.
La rielezione è così molto probabile ma la domanda principale è se la sua vittoria arriverà già al primo turno oppure sarà necessario il ballottaggio. Nell’ultimo mese Van der Bellen, stando ai sondaggi, è salito dal 45% al 58%.
Dei cinque partiti rappresentati al parlamento austriaco, solo la FPOe, partito ultranazionalista, ha deciso di candidare un giurista ed ex parlamentare Walter Rosenkranz.
Gli altri candidati alla presidenza sono Dominik Wlazny, per tutti Marco Pogo, il satirico di sinistra leader della ‘Bierpartei’ (partito della birra), Michael Brunner del partito no vax MFG (Oesterreich Menschen - Freiheit - Grundrecht), Gerald Grosz, ex leader dell'ormai defunto partito di estrema destra BZOe che ha puntato la sua campagna soprattutto attraverso i social, l’avvocato Tassilo Wallentin che cerca di raccogliere voti dall’elettorato sia della FPOe che della OeVP, ed Heinrich Staudinger dato all’1%.