AGI - “Dopo aver lasciato lavori spesso ben pagati e le famiglie a Mosca e Vladivostok e nei piccoli centri, decine di migliaia di giovani russi, terrorizzati dall'idea d’esser costretti a combattere in Ucraina, si stanno riversando in Asia centrale in aereo, auto e autobus”, scrive il New York Times nel raccontare la fuga da Putin e dal servizio di leva reso obbligatorio in direzione delle “strade polverose e soleggiate di Bishkek, capitale del Kirghizistan”.
L'afflusso ha però finito con il trasformare un paese a lungo disprezzato in Russia come fonte di manodopera a basso costo e criteri di lavoro arretrati “in un rifugio improbabile e ma anche accogliente per i maschi russi, alcuni poveri, molti relativamente ricchi e altamente istruiti, uniti da un unico desiderio disperato di sfuggire alla guerra del presidente Vladimir V. Putin in Ucraina”, osserva il quotidiano.
“Ogni giorno guardo il cielo e ringrazio d’esser qui", dice Denis, organizzatore di eventi di Mosca che venerdì si è unito a decine di russi in un bar di Bishkek per festeggiare la fuga e scambiare pareri su dove dormire, ottenere i documenti di residenza in Kirghizistan e trovare lavoro, anche se ora “gli affitti sono alle stelle, gli hotel di lusso e gli ostelli pur sudici non hanno letti liberi”.
Così è nata così la "comunità russa" in esodo verso l'Asia centrale, l'Armenia, la Georgia, la Turchia e altri luoghi minori ancora disposti ad accoglierli durante questo boom d’emigrazione dai tempi della rivoluzione bolscevica del 1917.
Riferisce il Times: “Il deflusso è iniziato a febbraio, con centinaia di migliaia di persone che se ne sono andate dopo che la Russia ha invaso l'Ucraina, ma è accelerato dal 21 settembre, quando Putin ha dichiarato una ‘mobilitazione parziale’ in risposta alle sconfitte sul campo di battaglia”.
Nei successivi quattro giorni, secondo il quotidiano russo indipendente Novaya Gazeta , si stima che 261.000 uomini in età militare se ne siano andati. Da allora altre decine di migliaia sono fuggite. Insomma, la corsa caotica alla fuga ha reso inversa “la forma consueta di una crisi dei rifugiati in tempo di guerra: ma a differenza dei milioni di donne e bambini ucraini fuggiti in Polonia e in altri paesi europei, i maschi russi non scappano da un esercito invasore, ma dalla leva nel proprio Paese”.
Le testimonianze di cittadini russi raccolte dal New York Times sono numerose. Gli hotel a Bishkek e Osh sono già tutti "al completo al 100%", una situazione che si protrarrà, specie dopo il discorso bellicoso di Putin di venerdì scorso. Perché “tutti possono vedere che Putin è già andato troppo oltre e non può fare un passo indietro. I russi rimarranno qui per molto tempo", ha pronosticato Ermek Myrzabekov, proprietario di un'agenzia di viaggi a Bishkek e presidente dell'Associazione turistica del Kirghizistan, che ha dichiarato d’aver ricevuto una marea di richieste da aziende che cercano un posto in Asia centrale “per parcheggiare i dipendenti maschi russi”.