AGI - La Corea del Nord ha lanciato altri due missili balistici a corto raggio verso il Mar del Giappone, nel sesto test missilistico in dodici giorni in risposta alle esercitazioni militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud, e a soli due giorni dal lancio di un missile balistico a raggio intermedio che ha sorvolato il Giappone, volando a circa mille chilometri di altitudine per 22 minuti prima di inabissarsi nell'Oceano Pacifico.
I lanci sono avvenuti alle 6.01 e alle 6.23 del mattino, ora locale, poco dopo le 23 di mercioledì in Italia, secondo i rilevamenti del Comando Congiunto sud-coreano, dall'area di Samsok, nella capitale Pyongyang, per la prima volta utilizzata per lanci da parte del regime di Kim Jong-un.
Il primo missile ha volato a un'altitudine di circa cento chilometri coprendo una distanza di 350 chilometri, mentre il secondo ha viaggiato a un'altezza stimata di cinquanta chilometri, percorrendo 800 chilometri. Primo a condannare i lanci di Pyongyang è stato il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, che li ha definiti "assolutamente intollerabili". Secondo i rilevamenti del ministero della Difesa giapponese, i due missili lanciati da Pyongyang sarebbero finiti al di fuori della Zona Economica Esclusiva del Giappone.
VIDEO: South Korean and US forces conduct a military drill - firing a volley of missiles into the East Sea, also known as the Sea of Japan, in response to North Korea firing a ballistic missile over Japan on Tuesday pic.twitter.com/Pi7ewMME2b
— AFP News Agency (@AFP) October 5, 2022
Oltre ai test missilistici, a innalzare la tensione è anche un comunicato del ministero degli Esteri nord-coreano, che condanna gli Stati Uniti per il ricorso "ingiustificato" al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per quelle che definisce "giuste misure di controazione" alle esercitazioni congiunte con la Corea del Sud, ovvero l'escalation missilistica degli ultimi giorni.
Nello stesso breve messaggio diffuso dall'agenzia di stampa del regime di Kim Jong-un, la Kcna, la diplomazia di Pyongyang ha anche condannato come una "grave minaccia" alla stabilità regionale il ridispiegamento della portaerei a propulsione nucleare Uss Ronald Reagan e del suo gruppo d'attacco nelle acque a est della penisola coreana.
La decisione è stata presa in seguito all'esercitazione missilistica congiunta di mercoledì, in risposta al missile balistico a raggio intermedio (Irbm) lanciato da Pyongyang martedì scorso, la più grave provocazione nord-coreana dall'inizio dell'anno, e il primo missile nord-coreano a sorvolare il Giappone dal 2017, al culmine delle tensioni e degli scambi di insulti tra il leader nord-coreano, Kim Jong-un, e l'ex presidente Usa, Donald Trump.
I lanci giungono a breve distanza dall'incontro a New York dei quindici membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per discutere il lancio dell'Irbm nord-coreano. Gli Stati Uniti, tramite l'ambasciatore all'Onu, Linda Thomas-Greenfield, hanno accusato Cina e Russia, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, di proteggere la Corea del Nord dai tentativi di rafforzare le sanzioni contro il regime di Kim.
Sia Cina che Russia erano contrarie alla convocazione del Consiglio di Sicurezza, sostenendo che non avrebbe portato a un allentamento della situazione, e hanno incolpato le esercitazioni congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud per avere provocato la Corea del Nord.
Nove dei quindici membri - Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Albania, Brasile, India, Irlanda, Norvegia ed Emirati Arabi Uniti - hanno condannato il lancio di Pyongyang in una nota congiunta, mentre il vice ambasciatore cinese all'Onu, Geng Shuang, ha sottolineato che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe avere un ruolo costruttivo "invece di affidarsi solamente alla forte retorica o alla pressione" e di "alimentare l'escalation".
Ancora più chiaro il messaggio del vice ambasciatore russo all'Onu, Anna Evstigneeva, secondo cui introdurre nuove sanzioni contro la Corea del Nord è "un vicolo cieco" e non porterà risultati.