AGI - Tra le strategie messe in atto da Vladimir Putin durante l’invasione dell’Ucraina, la deterrenza nucleare è una delle più ricorrenti. L’idea è quella che il possesso di armi nucleari protegga una nazione dagli attacchi esterni, attraverso continue minacce di rappresaglia e reazione. L’ombra di un possibile utilizzo delle cosiddette “armi tattiche nucleari” è comparsa nuovamente durante i festeggiamenti a Mosca per l’annessione delle 4 regioni alla Federazioni in seguito ai referendum imposti dal Cremlino alle popolazioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia.
"Voglio ricordarvi che anche il nostro Paese ha vari mezzi di distruzione e quando l'integrità territoriale del nostro Paese sarà minacciata, per proteggere la Russia e il nostro popolo, useremo sicuramente tutti i mezzi a nostra disposizione. Non è un bluff”, aveva avvertito il presidente russo in un suo discorso. Allo stesso modo, però, come ricorda The Scientific American, le testate nucleari in possesso della Nato frenerebbero la Russia dal portare il conflitto fuori dai confini ucraini limitando così una vera escalation bellica. Almeno fino a oggi.
Cosa sono le armi tattiche nucleari
Quando si parla di armi nucleari si tende a distinguere due categorie: quelle ‘strategiche’ e quelle ‘tattiche’. Le prime sono dotate di una potenza distruttiva maggiore e sono capaci di sprigionare un’energia, misurata in chilotoni, che comporterebbe l’inizio di un inevitabile conflitto mondiale.
Le armi ‘tattiche’, invece, sono usate per colpire obiettivi specifici in una determinata regione. Il loro uso più ‘circoscritto’ le rende molto pericolose dato che possono essere usate con più libertà da parte degli eserciti.
Gli effetti, in scala, sarebbero devastanti come quelli che si sono verificati a Hiroshima e Nagasaki: “Un'arma nucleare tattica produrrebbe esplosioni, onde d'urto e radiazioni mortali che causerebbero danni alla salute a lungo termine nei sopravvissuti. A questo si aggiunga l’inquinamento delle acque, del suolo e dell’aria”, spiega ancora The Scientific American.
Gli arsenali
La Russia possiede circa 4.500 testate nucleari, anche se una parte di queste potrebbero ormai risultare obsolete. Le armi strategiche sono dislocate soprattutto all’interno dei sottomarini o montate su missili balistici intercontinentali. Le armi tattiche russe sono circa 2.000, stoccate e distribuite in tutto il Paese. Sono più facili da trasportare e da lanciare tramite, ad esempio, missili a corto raggio.
Le armi che dovrebbero preoccupare di più i Paesi europei sono le testate che possono essere caricate sui missili Iskander-M che potrebbero anche raggiungere le città dell'Europa occidentale. Gli Stati Uniti, secondo i dati riportati dall’Union of Concerned Scientists, possiedono circa 200 “nuclear gravity bombs” con capacità esplosive regolabili tra 0,3 e 170 chilotoni (quella sganciata a Hiroshima era tra i 15 e i 21 chilotoni). Il Pentagono schiera circa 100 di quelle bombe, chiamate B-61, in cinque paesi europei: Italia, Germania, Turchia, Belgio e Paesi Bassi.
17 (minimum) Russian Iskander-M operational-tactical missile systems were spotted on their way to Kherson pic.twitter.com/Q3dVFEuJEZ
— ТРУХА⚡️English (@TpyxaNews) October 2, 2022
In generale Washington e Mosca possiedono circa il 90% delle scorte mondiali di armi nucleari. Riguardo alle armi tattiche nucleari è noto che, a partire dalla ‘Guerra Fredda’, le due potenze abbiano sviluppato molte varianti da quelle iniziali (come il famoso 'David Crockett') allargando sempre di più il numero delle frecce contenute nella loro faretra nucleare. Tutto ciò è accaduto perché, a differenza delle armi strategiche che sono diventate oggetto di diversi trattati, le armi tattiche più non sono mai state davvero regolamentate.
L'utilizzo in Ucraina
Secondo il New York Times, l’uso delle armi tattiche nucleari da parte di Putin potrebbe diventare un ultimo diperato tentativo da parte del Cremlino di fermare la controffensiva di Kiev, “minacciando di distruggere e rendere inabitabili” vaste aree dell’Ucraina. I funzionari interpellati dal giornale americano, rimasti anonimi, individuerebbero in piccole città o in alcune basi militari i possibili obiettivi di queste devastanti operazioni belliche. In ogni caso, i rischi per la Russia sarebbero enormi dato che azioni di questo tipo potrebbero portare a reazioni immediate da parte della Nato e degli Stati Uniti.
L’ICAN (l’organizzazione internazionale che promuove l’abolizione delle armi nucleari nel mondo) ha spiegato come l'Europa di oggi sia un luogo molto più pericoloso dove utilizzare armi nucleari rispetto al Giappone del 1945, che aveva una popolazione più piccola ed era relativamente isolato. Una simulazione dell'Università di Princeton, infine, ha sottolineato come l’uso di armi tattiche nucleari in Ucraina porterebbe a una rapida escalation globale capace di causare, in poco tempo, 90 milioni di morti.