AGI - Vari i temi presenti oggi sui principali quotidiani internazionali, che pur continuando a tenere in evidenza l’Ucraina dopo l’annessione territoriale annunciata da Putin, puntano anche su altri argomenti, con scelte diverse: alcune testate insistono sullo scontro tra i Tory e la premier Liz Truss sui tagli fiscali che hanno affondato la sterlina, altre mettono in rilievo la politica interna, altre ancora mantengono la loro attenzione sulle conseguenze del disastroso uragano Ian negli Usa.
Washington post
L’uragano Ian domina la prima pagina del Washington Post, che titola su morti e dispersi “Il bilancio si aggrava, disperata ricerca”, e parla delle zone devastate come di “paradiso perduto” dove tra la “estesa distruzione” e gli allagamenti persistono interruzioni nella rete elettrica.
Ai lati della grande fotografia sui danni causati dall’uragano, in fascia alta appaiono due titoli. Il primo sulla mutata strategia elettorale dei democratici in vista del voto di midterm: polarizzare la scelta agitando i pericoli di una vittoria dei repubblicani: “Molti candidati democratici si appoggia in gran parte deciso su un messaggio elettorale, e non uno che enfatizza semplicemente i loro risultati. Invece, equivale a un duro avvertimento: se i repubblicani prenderanno il potere, stabiliranno una distopia che paralizza la democrazia ed estirpa i diritti sull’aborto e su altre libertà”, scrive il giornale.
L’altro titolo è sull’Ucraina che “solidifica la sua presa su un’area chiave”, quella di Lyman, nel Donetsk appena annesso da Putin, come ha sottolineato ironicamente Zelensky affermando che quando torna a sventolare la bandiera gialloblu nessuno si ricorda più della “farsa dei russi con qualche fogliettino di carta”, i referendum. Più in basso, le presidenziali in Brasile che mandano al ballottaggio l’uscente di destra Bolsonaro e il leader della sinistra ed ex capo dello Stato Lula, e un approfondimento sulla mancanza di docenti nelle scuole degli Usa.
New York Times
Vari parlamentari repubblicani spingono perché un’indagine interna del partito accerti “le responsabilità” dei 139 colleghi che contestarono i risultati delle presidenziali del 2020 avallando la tesi trumpiani di brogli, perché in caso contrario “gli elettori ci puniranno”. Così scrive il New York Times, che pubblica in prima le trascrizioni di una teleconferenza di repubblicani di cui è entrato in possesso, corredate da una riproduzione delle firme dei 139 che, mentre una folla di sostenitori di Trump assaltava il Campidoglio, si rifiutarono di ratificare l’esito del voto, “mettendo a rischio” il passaggio di potere da Trump a Biden.
"Voglio sapere se esamineremo come siamo arrivati qui, internamente, all'interno del nostro stesso partito e riterremo responsabili le persone", ha affermato la deputata Nancy Mace della Carolina del Sud, secondo quanto riferisce il Nyt, un collega le ha fatto eco “implorando il partito di unirsi dietro il ‘messaggio chiarificatore’ che il Trump ha davvero perso”, e il rappresentante della California Kevin McCarthy, “ha concordato enfaticamente: ‘Dobbiamo farlo’”. Finora, però, rileva il giornale, nel Gop è accaduto il contrario e aver votato contro la ratifica dei risultati elettorali “è diventato un gallone d’onore”.
Il giornale dedica poi un’analisi alle prossimi decisioni che la Corte suprema dovrà adottare in questioni di vari ambiti, dall’istruzione alle adozione, in cui entra in gioco anche l’appartenenza razziale e la previsione è che vista la schiacciante maggioranza di giudici conservatori (6-3) c’è da aspettarsi altre “bombe giudiziarie” come quella sull’aborto. Tra gli altri titoli, l’Ucraina e la strage nello stadio di Giava.
Wall Street Journal
Gli Stati americani del Sudest, duramente colpiti dall’uragano Ian fanno la conta dei danni e il tema resta in grande evidenza sul Wall Street Journal con una fotografia che occupa quasi interamente la parte alta della prima pagina lasciando spazio solo a un titolo a una colonna, sulla riunione che l’Opec+ terrà mercoledì per valutare se ridurre drasticamente la produzione di petrolio per far risalire i prezzi, ultimamente in caduta.
Se questa fosse la decisione, e si parla di un taglio di un milione di barili al giorno, nota il giornale, ulteriore pressione si aggiungerebbe sulle prospettive globali di crescita. Del formato Opec+, sottolinea il Wsj, fanno parte “Mosca e i suoi alleati” e un aumento dei prezzi danneggerebbe “i consumatori occidentali già colpiti dagli elevati costi energetici, aiutando anche la Russia, uno dei maggiori produttori di energia al mondo, a riempire le sue casse statali mentre continua la guerra in Ucraina”.
A centro pagina, in grande risalto la robusta ripresa delle vendite di Tesla, che nell’ultimo trimestre ha consegnato 343.830 veicoli, un record anche se inferiore alle previsioni di Wall Street. L’azienda, sottolinea il Wsj, avrà perciò bisogno di un ulteriore aumento della produzione per raggiungere gli obiettivi di crescita annuale.
Financial Times
La polemica sui tagli fiscali voluti dalla premier britannica Liz Truss ma sempre più sgraditi ai Tory dopo la loro pesante ricaduta sulla sterlina e sui titoli di Stato è il tema del giorno sul Financial Times. Nel titolo di apertura il giornale afferma che il cancelliere dello Scacchiere, Kwarteng, “con la sua difesa dei tagli fiscali sfida la crescente ribellione dei Tory”. Il ministro parlerà oggi alla conferenza del partito conservatori apertasi ieri a Birmingham e, anticipa il giornale, insisterà sul suo piano.
Ma alla stessa Truss i dissidenti hanno fatto sapere che rischia di essere battuta alla Camera dei comuni se non rinuncerà almeno alla riduzione delle imposte per l’aliquota più alta, quella del 45% che riguarda i redditi superiori a 150.000 sterline annue. E’ il punto più contestato perché beneficiare i ricchi in un momento di difficoltà per tutto il resto della popolazione è ritenuto elettoralmente dannoso, e tra i Tory “ammutinati” che lo dicono cominciano a esporsi in prima persona figure di spicco, come l’ex ministro Gove. Clima teso, dunque, alla conferenza del partito.
Ma la Truss, per ora, sembra intenzionata a tirare dritto. Spazio anche alla riunione dell’Opec+ che secondo ogni previsione si avvia a decidere, mercoledì, un taglio alla produzione di petrolio per far aumentare i prezzi dopo il calo delle ultime settimane.
The Times
Grossi calibri del partito conservatore scendo in campo contro Liz Truss, accusata di esporre il partito a pesanti rischi elettorali con il suo piano di tagli fiscali: questa la notizia del giorno per il Times, che titola sugli “attacchi” contro la premier lanciati dagli ex ministri della Giustizia, Gove, e dei Trasporti, Shapps. Quest’ultimo, in un intervento scritto per il Times, afferma che il governo sbaglia “a dare grosse mance a quelli che ne hanno meno bisogno”, una critica diretta contro la linea di concedere ai più ricchi le maggiori riduzioni d’imposta.
Questi “tagli fiscali politicamente sordi hanno scontentato tutti”, afferma Shapps, “perfino gli agenti di Borsa della City che ne beneficeranno” perché “sono finanziati con un debito senza che sia stato spiegato come verrà ripagato”. Ma Truss e il suo ministro del Tesoro Kwarteng non mollano e alla conferenza dei Tory in corso da ieri a Birmingham si preparano a resistere all’assalto dei dissidenti. Spazio anche all’Ucraina, con la valutazione americana sulla credibilità della minaccia nucleare di Putin, e alla maratona di Londra che si è corsa ieri.
Le Monde
“Putin mette l’Occidente al centro della sua guerra”, titola in apertura Le Monde, che punta il suo numero doppio di domenica e lunedì, su un’analisi del discorso con cui il leader del Cremlino ha annunciato l’annessione delle 4 regioni ucraine dove si sono tenuti gli pseudo referendum filorussi. Una scelta che il giornale, con un neologismo, definisce “finoinfondista”, e si chiede: “È l'effetto delle battute d'arresto militari che si accumulano sul terreno, o quello della figuraccia di una mobilitazione parziale decretata con difficoltà, e che molti suoi concittadini stanno cercando di fuggire?”
Comunque sia, Putin è apparso “un uomo intriso di vendetta e odio, in una fissazione che avrebbe varcato il punto di non ritorno”. Per questo, e “di fronte alla prospettiva di una disfatta che non è più da escludere”, il presidente russo ha “mascherato la sua guerra da lui voluta come una guerra di civiltà, una lotta esistenziale contro un Occidente designato come nemico”.
E, avverte il giornale, “questa demonizzazione permette tutti gli eccessi” a un Putin che “ha chiuso tutte le porte del dialogo e della diplomazia” e “si è legato indissolubilmente al destino delle armi”.
Le Figaro
Ucraina in apertura su Le Figaro, con la riconquista di Lyman “bruciante sconfitta per Putin”, ma titolo di maggior evidenza per il Regno Unito che “con Liz Truss sprofonda nella crisi”. Il piano di tagli fiscali della premier, scrive il giornale, ha “precipitato il Paese nella tempesta economica e finanziaria” e adesso cresce “l’ostilità” contro di lei, anche nel suo stesso partito. Definita “Calamity Truss” in un editoriale, la premier secondo il quotidiano “con i suoi improvvidi colpi di timone rischia di far naufragare la nave”, e ha suscitato “un’ondata di disobbedienza civile tra i cittadini legittimamente preoccupati”.
La sua illusione di poter governare in barba alle leggi dell’economia, nota Le Figaro, la Brexit decantata come liberazione del grande potenziale di crescita britannico “può trasformarsi in un incubo”, e Londra invece di diventare una “Singapore sul Tamigi” come la propaganda anti Ue diceva promettendo un hub finanziario di livello globale, rischia di trasformarsi in una “Caracas sul Tamigi”. E non a caso per la prima volta dal 2016 in un sondaggio la maggioranza dei cittadini britannici dice che uscire dall’Ue è stato un errore.
El Pais
Il Partito popolare cresce in Spagna, e sottrae voti tanto ai socialisti quando all’estrema destra di Vox, ma non raggiunge ancora una maggioranza solida abbastanza per un governo stabile: sono i risultati di un sondaggio commissionato da El Pais, che lo mette in apertura della sua prima pagina. Il Pp ha il 29,4% delle intenzioni di voto (+1,5% rispetto alla precedente rilevazione) corrispondenti a 124 deputati (attualmente ne ha 88), mentre il Psoe del premier Sanchez si posiziona al 26,3% il che gli permetterebbe di conservare solo 103 dei 124 parlamentari di cui dispone di oggi.
Prosegue l’arretramento di Vox, in caduta ininterrotta dal maggio scorso: scende dal 15% al 14,2%, e perderebbe così 8 dei suoi 52 deputati. Il sondaggio ha riguardato anche le misure recentemente approvate dal governo in materia energetica, fiscale e dei traporti, e tutte sono gradite alla stragrande maggioranza degli intervistati, anche se ciò non ha invertito il trend calante dei socialisti. In evidenza anche le elezioni presidenziali in Brasile, dove vanno al ballottaggio Bolsonaro e Lula, e la strage nello stadio di Giava dopo l’invasione di campo dei tifosi.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
L’”indignazione internazionale per l’annessione dei territori ucraini” è il tema di apertura della Frankfurter Allgemeine Zeitung. “Quanto accaduto venerdì nella Sala Georgievsky del Cremlino non ha nulla a che fare con l'articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite, invocata dal presidente Putin.
L'autodeterminazione dei popoli in essa menzionata non consiste nel costringere la popolazione decimata delle zone di guerra invase ad unirsi allo stato aggressore”, scrive la Faz nel suo editoriale, e sottolinea: “Le bugie e il colonialismo di cui Putin ha accusato l'Occidente è qualcosa che pratica lui stesso in Ucraina. Il fatto che abbia usato gran parte del suo discorso per attaccare l'’egemonia occidentale’, e in particolare dell'egemonia americana, mostra quanto sia per lui secondario il destino della gente di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhia”. Putin “si vede in una grande lotta storica per i valori contro l'Occidente”, ma sul campo di battaglia “le cose non vanno secondo i piani”, e “gli ucraini ei loro alleati hanno chiarito che non accetteranno la demarcazione illegale dei confini da parte di Putin. Se lo facessero, sarebbe una capitolazione che l'Occidente dovrebbe evitare per se stesso: si tratta davvero di valori, Putin ha ragione su questo”, osserva la Faz.
In primo piano anche il ritorno dell’Oktoberfest dopo due anni di chiusura per pandemia, e l’allarme del presidente tedesco Steinmeier sul rischio che i populismi approfittino dell’attuale situazione di crisi della Germania.
China Daily
Il 73esimo anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese, celebrato sabato, resta in primo piano sul China Daily, che dà spazio ai messaggi di auguri giunti a Xi Jinping, e sottolinea che in molti casi gli auspici internazionali si estendono anche alla “riuscita del ventesimo congresso del Partito comunista”, dove il leader punta alla riconferma. Così ad esempio è stato, riferisce il giornale, per “le sincere e amichevoli congratulazioni” inviate da Putin, che però nella cronaca viene citato dopo il nordcoreano Kim Jong-un, e il laotiano Tongloun Sisoulith.
Maggior risalto ha però il presidente indonesiano Joko Widodo che ha offerto a Xi la massima disponibilità “per approfondire l'amicizia e la cooperazione bilaterale in vari campi, far avanzare le relazioni bilaterali e lavorare insieme per migliorare il benessere dei popoli dei due Paesi”.
Quotidiano del Popolo
Le celebrazioni per l’anniversario della Repubblica popolare cinese sono in apertura sul People’s Daily, edizione in inglese dell’organo ufficiale del Partito comunista cinese, che per l’occasione propone anche sulla linea di “pace e sviluppo” indicata dal leader Xi Jinping nel suo recente viaggio nei Paesi dell’Asia centrale, “a meno di un mese dal congresso nazionale del Pcc”, che quella linea “adotterà e rafforzerà”.
“Sotto la guida del presidente Xi, la Cina si è impegnata a portare avanti il dialogo e la cooperazione, promuovendo l'unità e l'apertura e salvaguardando la pace e lo sviluppo” e “in quanto forza costruttiva nelle relazioni internazionali, la Cina sta svolgendo un ruolo sempre più importante nel garantire la stabilità a lungo termine e lo sviluppo sostenibile del mondo”, assicura il giornale, che condanna “la rinascita dell'unilateralismo, della politica dei blocchi e della mentalità della Guerra Fredda” che hanno creato “un'immensa pressione sulla pace e la sicurezza globali”.