AGI - Durante la pandemia prendere un animale in casa, cane, gatto, canarino, pappagallo, porcellino d’india, coniglio o criceto che fosse, per sé o per i propri figli e accoglierlo in famiglia è stato un modo per addolcire l’impatto del lockdown. Ma ora con la fine della pandemia sembra che degli animali se ne vogliano disfare.
Ne parla il New York Times che segnala un fenomeno che sta prendendo piede, in particolare da quando la fattoria della Hudson Valley di Bill Crain è stata presa d’assalto da persone che chiedevano con insistenza che si prendesse cura di anatre, polli, pulcini, anatroccoli, ogni genere d’animale.
Il motivo? “Pensano che la pandemia sia finita e non vogliono più dedicare tempo a prendersi cura di loro", ha detto il signor Crain, 78 anni. Le persone chiamano perché sperano che Crain si prenda in carico i loro animali domestici. “È grave che le persone abbandonino gli animali", ha commentato Crain.
Il punto è che nei giorni acuti del Covid-19 diverse persone, allontanandosi dalle città assediate dal virus optando per la campagna, hanno fatto crescere la richiesta di animali da cortile facendo spazio nelle proprie abitazioni a cani e gatti dopo aver “ripulito gli scaffali dei negozi da gerbilli e lucertole, cincillà e serpenti”, persino.
Ogni genere di animale è diventato “oggetto di consolazione”, ma ora che la pandemia è finita e le persone tornano negli uffici e gli studenti a scuola, anche gli animali devono tornare da dove sono venuti. Persino i pesci.
Calcola il Times: “La restituzione di piccoli animali sono aumentate di oltre il 50% a livello nazionale nei primi sei mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo dell'anno prima, secondo Shelter Animals Count, che raccoglie dati da oltre 6.000 rifugi, sebbene rimangano ancora inferiori di circa il 20% del periodo prepandemico. Al contrario, le rese di cani e gatti sono aumentate di meno del 7% rispetto all'anno precedente e sono ancora circa il 15% al di sotto dei livelli del 2019”.
Sottolinea il quotidiano: “A New York City, in tanti hanno invaso il sistema dei rifugi per animali della città – 600 finora quest'anno, più del doppio dei numeri prepandemici – al punto tale che il consiglio comunale valuta di varare un disegno di legge che vieterebbe la loro vendita nei negozi”.
La maggior parte ha meno di tre anni, il che indica che si trattava di “acquisti causati dal virus”, ha affermato Katy Hansen, portavoce del sistema dei rifugi, l’Animal Care Centers di New York City. “L'aumento della popolazione ha costretto i rifugi a investire in una nuova struttura per accogliere i porcellini d'India da 20.000 dollari”.
Una situazione insostenibile al punto tale che “mercoledì, una scatola contenente 22 porcellini d'India di tutte le età è stata trovata abbandonata nell'atrio di un condominio di Staten Island, ha raccontato un’abitante del posto.
Basti pensare che a Central Park, “quest'anno i soccorsi di tartarughe domestiche dalle orecchie rosse sono quasi triplicati”, sottolinea il Times, che annota: “Il fenomeno è diventato internazionale. In Inghilterra, la Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals ha riportato un aumento del 24% delle segnalazioni di abbandoni da gennaio a luglio di quest'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Ciò includeva 3.363 animali domestici esotici abbandonati, tra cui 1.455 pesci e 685 serpenti”.