AGI - Dopo l'annessione alla Russia delle regioni ucraine occupate dalle forze di Mosca, la situazione sul campo di battaglia non appare destinata a registrare svolte significative e, con l'arrivo dell'inverno, il conflitto potrebbe andare incontro a una situazione di stasi, con combattimenti localizzati nelle Oblast contese. È la tesi esposta dal generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della Difesa, oggi responsabile Sicurezza e Difesa di Azione, in un'intervista all'Agi.
Come cambierà la postura della Nato in seguito all'annessione dei territori occupati annunciata da Mosca?
"A livello concreto, non credo cambi nulla, se non una rinnovata soldiarietà a Kiev che si manterrà come supporto logistico e rifornimento di armi, munizioni e addestramento. L'annuncio delle annessioni, dal punto di vista pratico, non credo comporti nulla per l'Occidente. Vediamo cosa comporterà dal punto di vista dell'atteggiamento".
Si legge spesso che ora Putin riterrà un attacco al territorio russo ogni nuova offensiva ucraina per riconquistare le aree perdute. in realtà Kiev ha già colpito più volte la regione russa confinante di Belgorod senza che a ciò seguissero rappresaglie particolari...
"Sicuramente continueranno i combattimenti sul terreno. Putin si è annesso territori di cui non ha il controllo completo e la cosa è abbastanza bizzarra. Sul terreno le cose non stanno andando bene per i russi. C'è una sostanziale stasi che però non imepdisce qualche combattimento a livello locale. Lyman è stata circondata con almeno 3 mila soldati russi messi sotto assedio senza possibilità di fuga. I riferimenti sul terreno ci parlano di movimenti analoghi rispetto a qualche settimana fa, quando il fronte russo fu sfondato a Nord Est. In questo momento l'iniziativa non la hanno i russi".
L'occidente potrà continuare a rifornire Kiev di armi a questo ritmo? Non è solo un problema politico ma anche pratico: la Germania ha già da tempo affermato di aver esaurito le riserve disponibili e gli Stati Uniti hanno intaccato in modo sensibile le loro scorte di Javelin...
"Questo è vero, c'è un problema di ricostituzione delle scorte. Si tratta di materiali che non si trovano in vendita ai grandi magazzini. Al di là dello sforzo economico e industriale, si tratta di "long lead-time item", articoli per i quali serve un anticipo di lungo periodo. Pensiamo agli F-35: servono tre anni prima di poter avere le componenti per passare all'assemblaggio".
Con l'arrivo dell'inverno il terreno ucraino si trasformerà in una trappola di ghiaccio e fango. Ciò come influirà sull'andamento delle ostilità?
"È prevedibile una stasi del fronte, non dico dei combattimenti ma saranno scontri a livello locale che non cambieranno molto il quadro. Sarà complicato il movimento dei mezzi pesanti, così come il mantenimento della catena logistica. Pensiamo al problema del rifornimento dei carri, per il quale devono arrivare autobotti di carburante dalle retrovie... Per entrambi i contendenti ci saranno problemi di agibilità per le linee logistiche e di comunicazione, con l'avanzare della stagione invernale".
La mobilitazione annunciata dalla Russia avà effetti concreti, salvo il riempire di carne da cannone le aree conquistate?
"Sì, temo si tratti solo di buttare uomini al fronte, un'opzione che sa di disperazione, una manifestazione di grande difficoltà. Non si possono avere conseguenze sul terreno se si mette sul campo di battaglia personale che non è stato addestrato ed equipaggiato".
Ritiene che la possibile risposta convenzionale della Nato all'eventuale utilizzo di armi nucleari da parte della Russia abbia valore adeguato in termini di deterrenza?
"Le capacità occidentali sono sicuramente adeguate per uno scontro che non sia nucleare, anche perchè abbiamo visto che la qualità dell'addestramento e dei materiali forniti all'Ucraina è tale da surclassare i russi. Sono abbastanza scettico sul possibile uso di armi nucleari. Lo dico incrociando le dita e spero di non essere smentito ma non avrebbe senso usare nucleari tattiche su territori che si considerano propri e rimarrebbero inagibili per qualche decennio. Dal momento che la maggior parte degli scontri avviene in questi territori, mi pare un'opzione fuori da qualsiasi logica".