AGI - L’ultimo incubo, non ancora smorzatosi, è l’uragano Ian, che s’è abbattuto per ora su Cuba. Annota il New York Times: “Con il riscaldamento del clima terrestre, sempre più tempeste stanno subendo questo tipo d’intensificazione, trasformandosi rapidamente da tempeste tropicali relativamente deboli a uragani di categoria 3 o superiori in meno di 24 ore, a volte sorprendendo i meteorologi stessi e dando ai residenti poco tempo per prepararsi”. Su questa base il quotidiano americano traccia un percorso su come il cambiamento climatico può intensificare rapidamente le tempeste tropicali.
11 pm EDT Wednesday, September 28 Key Messages for Hurricane #Ian.https://t.co/dxQlLVE7zI pic.twitter.com/c35z0EGMOY
— National Hurricane Center (@NHC_Atlantic) September 29, 2022
Il riscaldamento degli oceani alimenta i venti più forti
Più del 90% del calore in eccesso dovuto al riscaldamento globale causato dall'uomo negli ultimi 50 anni è stato assorbito dagli oceani. Dal 1901, le temperature della superficie del mare sono aumentate in media di 0,14 gradi Fahrenheit per decennio e ciò “è fondamentale, perché le tempeste raccolgono forza sull'Oceano e più calda è l'acqua, più energia raccolgono”. Temperature superficiali più elevate consentono agli uragani di raggiungere livelli più elevati di vento.
I venti si intensificano più rapidamente
“Gli oceani più caldi non solo rendono più forti le tempeste, ma rendono più rapido il tasso di intensificazione”, ha affermato Kerry A. Emanuel, meteorologo ed esperto di uragani presso il Massachusetts Institute of Technology. I ricercatori hanno scoperto che la probabilità che un uragano subisca una rapida intensificazione è aumentata al 5% dall'1% degli anni '80.
We were in the eye wall of Cat. 4 #Hurricane #Ian for over 5 hours and the back side was the worst.
— Mike Seidel (@mikeseidel) September 29, 2022
I haven't experienced anything close to this in over 30 years @weatherchannel pic.twitter.com/wfEqcuEBAm
Non sono solo oceani più caldi
Diversi elementi, diversi dalle temperature oceaniche, influenzano gli uragani e gli scienziati sono meno sicuri degli altri effetti climatici. Uno degli elementi è il wind shear verticale, una misura di quanto il vento cambia di velocità o direzione, a quote crescenti nell'atmosfera. Un forte wind shear verticale può inibire lo sviluppo di uragani inclinando la struttura di una tempesta e forzando aria fresca e secca nel suo nucleo: "È come versare acqua fredda sul fuoco", ha detto il dottor Emanuel.
Il breve preavviso alza la posta in gioco
L'aumento del numero di uragani che si intensificano rapidamente e in modo imprevedibile rappresenta un problema difficile per i meteorologi, le cui valutazioni possono influire sulla preparazione di una comunità perché la finestra del tempo a disposizione per prendere una decisione si riduce, con il rischio di emettere ordini d’evacuazione inutili o troppo presto, ciò che potrebbe ingenerare confusione nelle persone.
Una sorta di avviso vacuo e generico, impreciso che la volta successiva le persone potrebbero anche non ascoltare. Il tempo dell’allerta è pertanto fondamentale e per un meteorologo è il peggior incubo. Perché un uragano relativamente debole trasformarsi in un uragano di categoria 4 o 5 durante la notte non ci mette nulla.