AGI - Cresce l’escalation di tensione sempre più preoccupante: Vladimir Putin ha ordinato la "mobilitazione parziale" dei riservisti per "difendere la Russia" che "l'Occidente vuole distruggere" ed è tornato a minacciare l'uso di armi nucleari. "Quando la sua integrità territoriale è minacciata, la Russia usa tutti i mezzi a disposizione", ha detto nell'atteso discorso video. Putin ha ripetuto due volte: "Non sto bluffando".
Replica della Casa Bianca: “Dobbiamo sempre prendere sul serio questo tipo di retorica. È irresponsabile per una potenza nucleare parlare in questo modo”.
Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6 abbiamo monitorato le conversazioni in rete sulla recente evoluzione del conflitto in Ucraina e le conseguenze nelle relazioni internazionali.
Sul web l’interesse è cresciuto esponenzialmente nelle ultime 48 ore, registrando + 600% di contenuti pubblicati; la minaccia nucleare rappresenta uno dei focus tematici più discussi. Ci si interroga sulle interpretazioni possibili della “mobilitazione parziale” militare annunciata dal Presidente russo, che comporta il richiamo di 300mila riservisti.
La potenza di fuoco che la Russia vanta sul piano militare, sui social media risulta molto più contenuta, in questa circostanza. Sulle diverse piattaforme digitali, la condanna ai toni e alle minacce di Putin sono prevalenti. Opinioni che erano molto diverse, per esempio, a dicembre 2021, quando il Presidente godeva di una buona considerazione sul web, come rilevato da una precedente analisi. Un’ulteriore indicazione di come la guerra, oggi, si combatta anche sui media e sulle piattaforme digitali, lontano dai campi di combattimento convenzionali.
I commenti hanno una forte connotazione emotiva, secondo l’emotion analysis fatta sui post nelle ultime ore, ossia l’analisi semantica per ricavare le emozioni degli utenti associate ai contenuti pubblicati. Il disappunto e la rabbia sono le emozioni nettamente prevalenti inerenti le affermazioni di Putin, ma la minaccia dell’utilizzo delle armi nucleari è quella che maggiormente attiva le conversazioni, e spaventa. Disappunto e rabbia che sommate superano il 90%, nel caso della minaccia nucleare si arriva al 95%.
Il picco dei thread sulla guerra registra un nuova ripresa dopo che nelle ultime settimane il volume delle conversazioni sul conflitto si era normalizzato, lasciando spazio alle elezioni politiche italiane del 25 settembre. Ora la guerra e la paura tornano protagoniste, ed esplodono nuovamente le polemiche tra i sostenitori delle varie posizioni, favorevoli e contrari al supporto e all’invio di armi all’Ucraina.
*Analisti: Gaetano Masi, Pietro La Torre. Fabiana Giannuzzi. Giornalista, content editor: Massimo Fellini