AGI - Il centro del piano di riduzione del debito studentesco annunciato il mese scorso dal presidente Biden ruota intorno alla decisione di annullare fino a 20 mila dollari per ciascun richiedente di un mutuo federale per istruirsi.
In ogni caso l’aspetto di più ampio impatto, anche perché costoso, della strategia del presidente riguarda “il suo progetto per un piano di rimborso legato al reddito, che ridurrebbe drasticamente ciò che molti studenti che si sono indebitati pagano ogni mese”, annota il New York Times, perché “potrebbe avere conseguenze indesiderate”. In che senso?
In Opinion
— The New York Times (@nytimes) September 13, 2022
The New York Times asked a focus group of 16 Americans about the prospect of a recession in the U.S., President Biden's student debt relief plan and the economy's impact on their lives. Here's what they said. https://t.co/ZyIpxMOtQW
In punto debole della strategia consisterebbe nel fatto che "se le persone prendono la stessa o più quantità di debito e ne ripagano meno, allora sono solo i contribuenti a sopportarne il peso", dichiara Daniel Zibel, consigliere capo del National Student Legal Defense Network.
Gli esperti, secondo il NYT, sono infatti particolarmente preoccupati “per il modo in cui i nuovi sussidi potrebbero essere manipolati dai college a scopo di lucro”, molti dei quali vantano un vero e proprio record nel persuadere le persone a contrarre debiti elevati per lauree che spesso non riescono a offrire il tipo di guadagno che le stesse scuole promettono.
E già ora scuole senza scrupoli hanno a lungo utilizzato tecniche di vendita dei propri criteri di istruzione che si sono rivelate vere e proprie frodi al fine di sovraccaricare gli studenti di debiti maggiori di quelli che effettivamente potrebbero alla fine sperare di restituire.
"La cancellazione del debito e il rimborso in base al reddito non possono essere disgiunti", ha affermato Sarah Sattelmeyer, direttrice di un progetto di istruzione superiore presso il think tank New America. "Dobbiamo abbinare queste due cose con un’azione di responsabilità davvero forte". Anche perché, sottolinea il quotidiano, “i nuovi sussidi potrebbero anche rendere gli studenti meno cauti nell'assumersi debiti più elevati”.
Secondo un calcolo, negli Stati Uniti circa 45 milioni di persone devono al governo 1,6 trilioni di dollari in prestiti studenteschi, con un saldo medio di circa 37.670 dollari a testa. In questo momento, coloro che hanno contratto un debito e che scelgono un piano di rientro legato al reddito devono in genere sborsare oltre il 10% del loro reddito, che è definito come tutti i guadagni superiori al 150% del livello di povertà.
La proposta Biden intende aumentare quella soglia e proteggere i guadagni fino al 225% del livello di povertà, ridurre il tasso di rimborso dei prestiti universitari al 5% del reddito e smettere di addebitare interessi a quanti hanno acceso un mutuo che pagano mensilmente. Annota il Times: “Come avviene con tutti i piani esistenti basati sul reddito, qualsiasi saldo residuo verrebbe perdonato dopo al massimo 20 anni di pagamenti” ma “tutto ciò che non viene pagato sarà alla fine assorbito dal governo, una proposta rischiosa in un sistema già pieno di abusi” da parte delle stesse scuole.
Da qui la diffidenza verso la proposta avanzata dal presidente Joe Biden.