AGI - Non sono passati due mesi che ha giurato fedeltà alla Corona, diventando così cittadina britannica a tutti gli effetti, e Daniela Treveri Gennari, 56 anni, romana, titolare della cattedra di Storia del Cinema all'Università Brookes di Oxford, dove risiede dal 1993, si è trovata ad assistere a quella che definisce "una folle crisi emotiva" del Paese.
"La morte della regina ha catalizzato la vita di tutti: entro in qualsiasi edificio, dalla scuola di mio figlio, all'università o alle Poste e dovunque mi ritrovo la foto ad altezza naturale della Regina con le date della sua nascita e della sua morte e mi viene offerto di scrivere il mio ricordo nel libro delle dediche, come se veramente fosse stata mia nonna" ci racconta.
"Le sue immagini - prosegue - campeggiano ad ogni fermata dell'autobus, al supermercato, perfino nelle case private dove mi è capitato di entrare. È diventata una specie di divinità". Ma in effetti non è "solo" la morte di una monarca, seppur così longeva e benvoluta dai sudditi: "Credo che Elisabetta II rappresenti proprio l'emblema di un Paese, quella presenza granitica che stava lì a difendere le tradizioni e i valori di una Nazione. È come se ora tutti si sentissero sperduti".
Una situazione che definisce "a dir poco paradossale" se si considera che "viviamo in un Paese che si trova di fronte al dilemma di 'eat or heat', ossia di fronte alla dolorosa scelta di spendere soldi per il cibo o il riscaldamento vista l'inflazione e i prezzi energetici alle stelle. La gente stava discutendo del nuovo piano economico della Truss, quando il decesso della regina ha scompigliato le carte e ora non si parla più di emergenza salari o di gente che non arriva a fine mese ma solo del cappellino di Kate o dei corgi della Regina".
Daniela cita il pericolo di un "collasso" del Paese "così come ce lo hanno prospettato i mass media", e a suo giudizio "è pazzesco che ora questo allarme passi in secondo piano. Sembra che sia finito il mondo". Con il solito british humour, per commentare la folla presente ai funerali, riporta anche i dubbi di chi si chiede come faranno i produttori della serie tv "The Crown" a reclutare così tante comparse quando gireranno le scene delle esequie.
"Sì - racconta - fioccano anche le battute perchè c'è anche chi è sbigottito dal rigido protocollo, dalla spesa che i contribuenti hanno sostenuto per il funerale, oltre che da tutto il chiacchiericcio ad esempio su Harry e Meghan. E per fortuna sono i giovani ad essere quelli più perplessi, segno questo che l'attaccamento alla tradizione così radicato riguarda principalmente gli over 30. Secondo un sondaggio, solo il 30% dei millennial è affezionato alla monarchia. Insomma, i tempi cambiano".
Dal punto di vista mediatico, Daniela rileva che gli inglesi sono sì tutti incollati alla tv per seguire i funerali ma amano informarsi tramite la carta stampata: "Pare strano perchè so che in Italia accade il contrario, ma qui la gente comune è solita apprendere i dettagli di tutto quello che accade, scandali e pettegolezzi compresi, leggendo i tabloid".
E la vita di Buckingham Palace e dei suoi protagonisti è seguita passo dopo passo, "vestito dopo vestito", perchè "è un mondo fiabesco, come quello che ci raccontano le favole. Ai lettori piace sognare, piace immedesimarsi, e gli inglesi dimostrano in questo anche un pizzico di ingenuità. Non mi risulta che in altri paesi dove esiste la monarchia, i reali vengano cosi' 'vissuti' nella vita di tutti i giorni".
Il 'premio' della comunicazione invece va ad Elisabetta II che "ha dimostrato di essere la più brava e la più esperta di tutti, da un punto di vista diciamo di marketing". Questo perchè "sono tutti ingessati, da Carlo a William, mentre lei ha saputo rompere gli schemi e gli inglesi l'hanno apprezzata".
L'esperta di cinema cita come esempio il video girato dalla monarca con l'orsetto Paddington nonchè la sua apparizione alla cerimonia di apertura dei Giochi di Londra nel 2012 accompagnata da James Bond: "Il cinema britannico ma anche la Corona le deve molto, perchè ha saputo modernizzare la sua figura istituzionale celebrando allo stesso tempo un cult del grande schermo, di cui gli inglesi vanno orgogliosi".
Forse, ipotizza, a mostrare più affezione alla tradizione è proprio la gente comune: "Quando ho ricevuto la cittadinanza britannica, era presente anche un rappresentante della Regina in alta uniforme. E io ho schivato la foto di rito perchè non mi andava di immortalare quel momento con un signore vestito in modo cosi' singolare.... Il risultato? Tutti i presenti, compreso lui, sono rimasti molto stupiti".