AGI - Il colloquio tra Putin e Xi Jinping è tra le notizie in risalto sulle prime pagine internazionali, con la significativa eccezione della stampa cinese dove l’enfasi è minore, quasi a prendere le distanze dalla Russia. Sui giornali americani in evidenza l’accordo che ha fatto rientrare lo sciopero dei treni in programma da oggi, mentre l’Ucraina e le forniture di armi a Kiev restano tra i temi ricorrenti, assieme al tributo dei britannici alla camera ardente della regina Elisabetta.
WASHINGTON POST
Biden ha convocato nello studio ovale aziende ferroviarie e sindacati e ne è uscito con un accordo per evitare lo sciopero dei treni previsto da oggi, che avrebbe avuto effetti devastanti per l’economia americana soffiando sull’inflazione, ma sarebbe stato anche una “calamità politica” per lui. Lo scrive il Washington Post, che sottolinea come il presidente si sia intestato l’intesa, che deve essere ancora approvata dai lavoratori, per venderla come un suo successo politico: il presidente, un sostenitore dei sindacati, intenzionato a evitare massicci danni economici a poche settimane dalle elezioni di midterm, ha fatto telefonate e ricevuto aggiornamenti fino a tarda notte.
Ampio spazio anche all’Ucraina, con due servizi. Il primo mette in luce la cauta valutazione americana dei successi bellici degli ucraini, con l’amministrazione Biden che prevede ancora mesi di combattimenti in una guerra “non lineare” e per ora “a tempo indeterminato”, senza che sia in vista la possibilità di negoziati.
L’altro articolo racconta la disperazione dei soldati russi davanti alla controffensiva degli ucraini, con estratti di 10 lettere scritte dagli occupanti prima della fuga e ritrovate dai liberatori in una casa di Izyum. Tra gli altri titoli, l’archivio informatico creato dal governo per conservare i dati di 100.000 telefoni cellulari, computer e tablet sequestrati a viaggiatori durante controlli in aeroporti e altri punti di frontiera; la nomina del perito, chiamato ‘special master’ nel linguaggio giuridico americano, che dovrà esaminare i documenti classificati sequestrati nella residenza di Trump; e il trasferimento a Martha’s Vineyard, esclusiva località del Massachussetts, di un gruppo di migranti dalla Florida, per decisione del governatore repubblicano De Santis in un gesto politico teso a scaricare su Stati governati da democratici l’onere dell’accoglienza.
NEW YORK TIMES
Quello tra Putin e Xi Jinping è stato un incontro “dissonante” che “riflette i limiti dell’alleanza” tra Cina e Russia, secondo il New York Times, che in prima pagina definisce “un’ammissione notevole anche se criptica” il riferimento di Putin agli “interrogativi e preoccupazioni” della Cina per la guerra in Ucraina. E’ il riconoscimento implicito da parte del leader del Cremlino che “Mosca non ha il pieno sostegno del suo più grande e potente partner sulla scena mondiale”.
Il colloquio tra i due presidenti a Samarcanda, il primo da quando è iniziata l’invasione russa, dunque non è stato “una dimostrazione di unità eurasiatica contro l'Occidente”, ma la fotografia delle “terribili difficoltà politiche” in cui si trova Putin dopo sette mesi di guerra e “l’umiliante ritirata” delle sue truppe davanti alla controffensiva ucraina. Il giornale dà spazio anche a un proprio sondaggio da cui emerge che “i democratici restano sorprendentemente competitivi”, con il 46% degli elettori pronti a votarli a poche settimane dalle elezioni di midterm grazie anche ai colpi messi a segno ultimamente da Biden, la cui popolarità è cresciuta di 9 punti. Un titolo robusto dà rilievo al trasferimento di migranti a Martha’s Vineyard, deciso dai governatori repubblicani di Florida e Texas “nel tentativo di mettere Biden sotto pressione”.
WALL STREET JOURNAL
Al di là delle reciproche conferme di amicizia e collaborazione, il dato politico più importante dell’incontro a Samarcanda tra Xi Jinping e Putin è che il presidente russo ha detto di comprendere le “preoccupazioni” cinesi per la guerra in Ucraina, così riconoscendo che Pechino non ha gradito il conflitto. E’ la valutazione degli analisti interpellati dal Wall Street Journal, che al colloquio tra i due leader dà risalto con una grande fotografia in prima pagina. Il titolo portante è però per l’impenna del costo dei mutui, con gli interessi che hanno superato il 6% come non accadeva dalla crisi finanziaria del 2008. “E’ degli effetti più pronunciati della campagna della Federal Reserve per frenare l'inflazione alzando il costo dei prestiti per consumatori e imprese” e ne consegue il rallentamento del mercato immobiliare perché tassi costringendo molti potenziali acquirenti a rinunciare e a restare in affitto, e altri a risparmiando su altre spese per pagare il mutuo, sottolinea il Wsj.
Tra gli altri titoli, l’accordo tra aziende ferroviarie e sindacati che ha scongiurato il temuto sciopero dei treni negli Usa e la decisione di Adobe di acquistare la società di strumenti software Figma per circa 20 miliardi, l’operazione più costosa della sua storia, nella speranza che il questa azienda, piccola ma in rapida crescita, sia la chiave per accedere a una più ampia platea di clienti.
FINANCIAL TIMES
“Nell’incontro con Xi, Putin ammette che l’Ucraina preoccupa la Cina”: così afferma il Financial Times che nel titolo principale della sua prima pagina distilla il senso del primo incontro tra i due leader dall’inizio dell’invasione russa. E’ stata la prima volta che il presidente russo ha riconosciuto in pubblico le divergenze tra Mosca e Pechino sul conflitto, finora sempre negate. E la freddezza cinese sulla guerra, secondo Ft, emerge anche dal comunicato ufficiale diffuso dopo il colloquio tra i due leader: l’Ucraina non viene menzionata affatto, e tantomeno si fa riferimento ad alcuna preoccupazione, ma si afferma che Xi ha detto a Putin la Cina continuerà “ad allargare un forte mutuo sostegno su questioni riguardanti e reciproci interessi fondamentali”.
Secondo gli analisti è probabile che nel faccia a faccia Xi abbia sollecitato Putin a trovare una soluzione per un conflitto che Pechino considera dannoso per l’economia globale e che in pubblico il capo del Cremlino si riferisse a questo.
Nella parte alta della prima pagina, resta anche oggi il pubblico cordoglio per la morte della regina, con una coda chilometrica di cittadini in attesa di rendere omaggio al feretro nella camera ardente di Westminster Hall. In basso, i tentativi di Liz Trusss di convincere SoftBank a sbloccare l’Ipo dell’azienda di chip Arm e a procedere con il piano di quotarla nel Regno Unito.
THE TIMES
Ci sarà il mondo ai funerali della regina Elisabetta lunedì prossimo, afferma il Times nel titolo della sua prima, ancora interamente dedicata al tributo alla sovrana defunta. Alle esequie nell’abbazia di Westminster saranno presidenti leader e regnanti di tutto il Paese, e sarà la prima volta da 200 anni volta che si svolge con tanta solennità il rito “che unirà la gente in tutto il globo”, si legge nella cronaca, che dà conto dettagliatamente delle ultime ore dei membri della famiglia reale: dal comunicato di re Carlo che esprime gratitudine per i messaggi di cordoglio ricevuti da tutto il mondo, a principi di Galles William e Kate che hanno passato più di un’ora tra la gente radunatasi attorno alla residenza reale di Sandringham per rendere omaggio alla memoria della regina.
Il giornale ha raccolto le dichiarazioni di alcuni dei circa 100 cittadini con i quali la coppia si è intrattenuta, e questi raccontano che William ha detto di aver vissuto un momento difficile durante il corteo funebre che ha risvegliato il ricordo del funerale di sua madre Diana.
LE MONDE
Il “trionfo del dollaro” sull’euro indebolisce l’Europa alimentando inflazione e debito pubblico, afferma Le Monde nel titolo di apertura su un interessante approfondimento che evidenzia gli aspetti valutari della guerra in Ucraina e le sue ricadute economiche. “Il cambio del dollaro è legato al rialzo dei tassi, ma riflette anche le risorse dell’economia americana e i rapporti di forza in atto nel pianeta”, sottolinea il quotidiano, secondo cui il rialzo della moneta Usa, che ha superato l’euro per la prima volta dal 2002, “alimenta la fiammata dei prezzi e indebolisce i Paesi più poveri”. Il fatto è che, sottolinea Le Monde, l’euro “non ha veramente rivaleggiato con il dollaro” e a 23 anni dalla sua creazione sembra non aver mantenuto le promesse. In risalto sulla prima pagina anche la vittoria elettorale della destra in Svezia, e Putin “in cerca del sostegno di Xi Jinping” nel loro primo incontro, ieri, da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina.
LE FIGARO
L’apertura è sul Covid, con il titolo che in tono liberatorio proclama “la crisi alle nostre spalle”, ma il tema principale sulla prima pagina di Le Figaro è la “spinta nazionalista” che dalla Svezia all’Italia attraversa l’Europa. Il quotidiano prende spunto dalla vittoria elettorale della destra svedese e da quella di Giorgia Meloni accreditata da tutti i sondaggi per una riflessione sul “nuovo dato” politico continentale: “Il cordone sanitario che isolava l’estrema destra è ormai caduto quasi ovunque, eccetto che in Germania e in Francia”, e “gli europei devono imparare a vivere” con questo mutamento delle tendenze politiche.
“Finiamola con le grida di orrore: non è un'ondata neofascista che sta spazzando da Nord a Sud l'Europa come uno tsunami di peste nera”, scrive il giornale, secondo cui “bisognava essere un po' miopi per non vedere la lenta incubazione negli ultimi due decenni del fenomeno che ora sta maturando” in Paesi “dalla storia e dai rapporti di forza interni molto diversi”. Il fattore comune tra Polonia e Svezia, tra Ungheria e Italia, secondo Le Figaro, “è fatto di immigrazione incontrollata, crescente insicurezza (45 morti in sparatorie tra gang quest’anno in Svezia!), perdita di riferimenti culturali e angoscia identitaria”. E’ questo mix che “sposta il baricentro politico verso una destra nazionalista” in Europa.
EL PAIS
Il fatto del giorno per El Pais è l’incontro di Samarcanda tra Xi Jinping e Vladimir Putin e le divergenze che sono per la prima volta pubblicamente emerse. Il giornale spagnolo sottolinea che Putin ha parlato di “preoccupazioni” cinesi per la guerra in Ucraina e con ciò ha riconosciuto che c’è una distanza con Pechino. Nel colloquio, scrive El Pais, Putin cercava l’appoggio della Cina nel momento in cui le sue truppe stanno soccombendo alla controffensiva ucraina e l’effetto delle sanzioni internazionali comincia a farsi sentire.
Ma a Pechino, scrive El Pais, l'amicizia "senza limiti" proclamata a febbraio tra Russia e Cina serve soprattutto come strumento di "dissuasione contro l'Occidente, gli Stati Uniti e la Nato", e in nessun caso viene considerata come una "alleanza". Il vero collante delle relazioni sino-russe al momento è l’energia, perché per la Russia è vitale assicurare “una porta orientale” al suo gas, dopo la perdita del mercato europeo, mentre per la Cina è conveniente ricevere combustibili a condizioni favorevoli. Tuttavia, prevede El Pais, Pechino starà attentissima a non cadere in una eccessiva dipendenza energetica dal suo vicino russo.
FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG
La fornitura di armi pesanti tedesche all’Ucraina resta anche oggi in apertrura sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, con la notizia che il governo Scholz ha deciso di consegnare a Kiev La Germania sta fornendo all'Ucraina due lanciarazzi multipli Mars, 200 razzi e 50 veicoli corazzati Dingo, provenienti dalle dotazioni della Bundeswehr. Ma non ancora i carri armati Leopard che Zelensky continua a chiedere.
L’invio dei Dingo è stato annunciato dalla ministra della Difesa Christine Lambrecht (Spd), ma “un dingo non è un leopardo”, sottolinea la Faz giocando sull’ispirazione zoologica dei nomi di questi armamenti, e insiste perché siano forniti i carri armati, ritenuti necessari per rafforzare la finora vincente controffensiva ucraina. A favore della fornitura dei Leopard ha preso posizione anche la presidente della Commissione Ue, la tedesca Ursula von der Leyen, ieri in visita a Kiev. Il giornale dà spazio anche alla vittoria elettorale della destra che segna “uno storico cambio al potere in Svezia, finora considerata un Paese aperto e una potenza umanitaria mondiale”: responsabilità dei vincitori, sottolinea la Faz, è ora “tracciare una linea contro tutti i tentativi di diffondere odio e violenza”, come ha detto la premier socialdemocratica uscente, Andersson.
CHINA DAILY
Il comunicato ufficiale cinese sull’incontro di Samarcanda tra Xi Jinping e Putin non contiene alcun riferimento all’Ucraina, e così pure la guerra è totalmente assente nell’articolo dell’inviato del China Daily, che tratta il colloquio come uno dei molti eventi del summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) riunito in Uzbekistan. I due presidenti, scrive il giornale, “hanno promesso che Cina e Russia lavoreranno insieme per rafforzare la cooperazione bilaterale, sostenersi a vicenda su questioni relative ai propri interessi fondamentali e sostenere congiuntamente la stabilità regionale e globale”.
Xi ha messo l’accento sulla “cooperazione pragmatica” tra i due Paesi, soprattutto nel commercio, nell’agricoltura e nella connettività. L’attenzione del quotidiano è forse maggiore per l’incontro di Xi col presidente iraniano Raisi, anch’egli a Samarcanda per firmare un memorandum preliminare per la sua futura adesione alla Sco. L’organizzazione, di cui la Cina è Paese fondatore, sta allargandosi , ha ricevuto una richiesta di adesione anche dalla Bielorussia mentre Arabia Saudita, Qatar ed Egitto ne diventeranno partner di dialogo, e trattative sono in corso con Cambogia e Maldive perché anche loro assumano questo status. Insomma, conclude l’editoriale del China Daily, “in quanto organizzazione regionale che comprende l'area più vasta e la popolazione più numerosa del mondo oggi, e come promotore dell'apprendimento reciproco, della fiducia reciproca e del vantaggio reciproco, la Sco sta anche assumendo il ruolo di motore pratico di sviluppo”.
QUOTIDIANO DEL POPOLO
La notizia dell’incontro tra Xi Jinping e Putin sul People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, è nascosta tra le molte altre sul summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), a margine del quale è avvenuto ieri a Samarcanda. Nel titolo non figura nemmeno Putin, ma solo la dichiarazione di Xi sulla volontà cinese di lavorare con la Russia “per sostenersi reciprocamente su questioni di mutuo interesse”. Più evidenza hanno gli incontro di Xi con il presidente iraniano Raisi, in vista dell’imminente ingresso di Teheran nella Sco, e con il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev, padrone di casa di un summit che “scriverà una splendida storia di amicizia di cooperazione vantaggiosa per tutti”.