AGI - La scomparsa della regina Elisabetta domina, com’era scontato, le prime pagine dei principali quotidiani internazionali, dove rimane poco spazio per altre notizie. Tra queste, l’aumento dei tassi di interesse deciso ieri dalla Bce con l’obiettivo di ridurre l’inflazione nell’Eurozona.
WASHINGTON POST
“Un pilastro di dovere e dedizione”: questo l’epitaffio del titolo a tutta pagina del Washington Post per la regina Elisabetta, “figura costante e rassicurante che ha aiutato a guidare il suo Paese attraverso un periodo di cambiamenti radicali nella seconda metà del 20esimo secolo”.
Anche se la Gran Bretagna da tempo si preparava alla morte della sovrana che ha regnato più a lungo nella sua storia, l’evento è stato uno choc, sottolinea il Post, che prova a immaginare quale impronta potrà dare alla monarchia dopo di lei il figlio Carlo, l’erede che più a lungo di ogni altro ha dovuto aspettare per salire al trono: “Carlo, 73enne dalle guance rubiconde, che ha passato la vita a sostenere l'agricoltura biologica e ad inveire contro l'architettura moderna indossando gessati fatti impeccabilmente su misura, diventerà ora l'ambientalista di più alto profilo del 21secolo, e leverà la sua la voce contro il cambiamento climatico e la devastazione delle specie, se il suo passato si dimostrerà prologo al suo regno”.
In evidenza anche l’indagine del Dipartimento della Giustizia su Donald Trump, che si allarga al suo Pac (acronimo di comitato di azione politica, organismo che i candidati utilizzano per raccogliere fondi elettorali) denominato “Save America”: citazioni sono state inviate a diversi ex collaboratori di Trump, sia alla Casa Bianca sia nella campagna per le presidenziali del 2020, per chiedere informazioni sulle attività del Pac.
NEW YORK TIMES
La morte di Elisabetta II, “regina e spirito della Gran Bretagna”, come viene ricordata dal titolo di apertura, secondo il New York Times “spinge un Paese in lutto in una transizione epocale in un momento di sconvolgimenti politici ed economici”.
Il Regno Unito è davanti a “uno spartiacque” che cade in una fase di “acuta incertezza”, con la nuova premier “Liz Truss, in carica da soli tre giorni, dopo mesi di fibrillazioni politiche”, e “le più gravi minacce economiche in una generazione”, e la Gran Bretagna “assediata dall'inflazione, dall'aumento delle bollette energetiche e dallo spettro di una recessione prolungata”.
Comincia “una transizione complicata”, ed “è un mistero quale monarchia ne verrà fuori”. Carlo, che con i suoi 73 anni è il re più anziano a salire al trono, ha “fatto chiaramente intendere che vuole trasformare la natura della famiglia reale” e Charles è diventato, a 73 anni, ed è “profondamente impegnato in cause come il cambiamento climatico e la protezione dell'ambiente, che un tempo parevano bizzarre ma ora sono particolarmente in sintonia i tempi”.
Tra gli altri titoli, il nuovo filone delle indagini su Trump, che riguarda il comitato con cui ha raccolto fondi elettorali, e la crisi del gas “che pone gravi rischi per l’Europa”.
WALL STREET JOURNAL
Elisabetta ha regnato saldamente in un’epoca di grandi cambiamenti, sottolinea il Wall Street Journal, nel suo titolo di prima pagina. “Durante i suoi sette decenni sul trono, l'Impero Britannico è stato smantellato e il ruolo del Regno Unito nel mondo si è drasticamente ridotto. La crescente pressione per l'indipendenza in Scozia e le tensioni sull'unificazione irlandese hanno minacciato di ridisegnare i confini del Regno Unito e le rotture all'interno della sua famiglia hanno sollevato interrogativi sul ruolo futuro della monarchia”, ma la sovrana più longeva della storia britannica è sempre rimasta un “simbolo di stabilità in un'era di radicali cambiamenti sociali e politici”, sottolinea il quotidiano.
Relegate nella parte bassa della pagina le altre notizie, e tra queste è in risalto l’aumento dei tassi dello 0,75% deciso ieri dalla Bce, il più elevato nei suoi 23 anni di storia: “Una mossa aggressiva per contrastare l’inflazione record, anche se la crisi energetica ha spinto l’Europa sull’orlo di una recessione”, sottolinea il Wsj.
FINANCIAL TIMES
Sobrio ed efficace, il Financial Times sceglie il titolo più semplice possibile, che somiglia all’epigrafe di una tomba: “Queen Elizabeth II - 1926-2022”, stampato in bianco sullo sfondo scuro di una bella fotografia della sovrana giovane e sorridente, con la corona sul capo e gli occhi luminosi. I
l suo lunghissimo regno “ha racchiuso la decolonizzazione dell’impero britannico e alla sua trasformazione nel Commonwealth, ma ha visto anche l’emergere di una monarchia più moderna, costantemente sottoposta allo scrutinio dei media, e l’evolversi della Gran Bretagna in una società più aperta e multiculturale, meno legata alle tradizioni”, scrive il quotidiano nella sua prima pagina interamente dedicata alla scomparsa di Elisabetta.
“La popolarità personale della regina è stata considerata come un fattore chiave nel preservare il sostegno per la monarchia”, sottolinea il giornale. Un risultato, aggiunge, ottenuto da una regina che “ha evitato con cura interventi politici ed era nota ai sudditi soprattutto per la sua presenza a eventi pubblici e per il messaggio di Natale in cui ha spesso sottolineato i valori del dovere e del servizio”.
THE TIMES
Prima pagina listata a lutto quella del Times, che titola “Morte della regina” con la foto ufficiale diffusa ieri da Buckingham Palace con l’annuncio ufficiale della scomparsa. “La Storia darà il suo verdetto con il tempo ma è difficile credere che possa essere ricordata se non come uno dei più grandi monarchi della nostra storia”, scrive il giornale londinese, che esce con un supplemento di 40 pagine interamente dedicato alla sovrana.
Durante il regno di Elisabetta, evidenzia il Times, la Gran Bretagna ha vissuto grandi cambiamenti sociali, ma la regina è rimasta “un simbolo di costanza”, e “il suo più grande risultato è stato di cambiare continuando a sembrare la stessa”.
E fino alla morte è rimasta la stessa donna che, il giorno del suo ventunesimo compleanno, si rivolese ai sudditi dicendo: “La mia vita intera, che sia lunga o breve, sarà dedicata al vostro servizio”. “La sua storia – conclude il quotidiano – è stata in un certo senso la nostra storia. Ora che è morta, comincia il lutto. Un lutto che non è soltanto dolore, ma anche riflessione pubblica per capire chi siamo e quello che siamo diventati”.
LE MONDE
Le Monde è il solo tra i giornali europei a non avere in prima pagina la morte della regina Elisabetta, non per scelta ma per forza, dato che il quotidiano chiude presto in tipografia e la notizia è arrivata troppo tardi per i suoi tempi di produzione.
Così, fa un effetto straniante vedere in apertura dell’edizione cartacea l’insediamento del Consiglio nazionale per la rifondazione, organismo creato da Macron come sede di confronto tra le forze politiche e sociali ma di utilità incerta, perché boicottato da tutti i partiti di opposizione e non amato nemmeno da molti macronisti che vi intravedono un modo di scavalcare il Parlamento.
Ovviamente il sito web del quotidiano francese dà il massimo risalto alla scomparsa della regina, e si orienta sulla sfida che Carlo dovrà affrontare: “Come succedere senza deludere a un sovrano così amato dagli inglesi, un'icona mondiale, un tale simbolo di continuità, resistenza e senso del dovere?”, si chiede l’edizione on line, secondo cui quello di Carlo III, “re già anziano”, sarà un regno “necessariamente molto più breve di quello della madre, ma probabilmente anche molto diverso: più moderno, forse più impegnato, soprattutto sulle questioni ambientali, un’antica e sincera preoccupazione del nuovo monarca”.
LE FIGARO
“Addio alla regina”, titola Le Figaro, che ricorda Elisabetta II come “una roccia per il suo regno”, richiamando così la stessa espressione con cui la sovrana si riferì affettuosamente al marito Filippo appena scomparso. Espressione, peraltro, usata ieri anche dalla premier Liz Truss nell’esprimere il cordoglio del Paese. La sovrana, scrive il giornale, “ha incarnato per quasi 70 anni il punto di congiunzione tra il popolo britannico e la sua storia millenaria”, e vedendola “anche il meno monarchico degli Inglesi si sentiva in quale modo parte della genia della sua illustre patria”.
Eppure, “lo scettro che questa regina di eccezionale longevità ed eleganza antica teneva nelle sue mani era essenzialmente un simbolo”. La sua forza “non aveva niente a che vedere con il potere di un presidente cinese o americano, la sua popolarità, niente di paragonabile a quella delle star del cinema o della musica”, ma era quella, secondo Le Figaro, di “essere l’immagine stessa della roccia su cui poggia il suo Paese”, così che “il mondo poteva tremare, l’Inghilterra poteva essere minaccia nella sua identità”, ma “la sua aria serena e imperturbabile rassicurava”.
EL PAIS
Con la scomparsa della regina Elisabetta tramonta definitivamente il ventesimo secolo: è una delle riflessioni che il quotidiano spagnolo El Pais propone nei molti suoi commenti di prima pagina sulla morte della sovrana. “Da un capo all'altro della vita di Elisabetta II, non c'è quasi nulla che non sia cambiato nel Regno Unito”, nota il giornale, che riassume: “Una guerra mondiale è stata vinta, un impero è stato perso, c’è stata l’entrata nell'Unione Europea e l’uscita, c'è stato un decennio di controcultura e un altro di rivoluzione conservatrice”.
Ma “tra le cose che non sono cambiate c'è un modello monarchico consolidato nella storia e al tempo stesso leso o avvantaggiato dalla natura esemplare del sovrano: forse è per questo che ci sono i britannici contro la monarchia, ma Elisabetta II lo ha reso molto difficile essere contro la regina”.
Il quotidiano inquadra anche il contesto in cui il Regno Unito ha perso la regina che lo ha guidato per 70 anni e che “ha lasciato il paese in un momento di profonda crisi. A causa della Brexit, del Covid, dei 12 anni di governo conservatore e soprattutto del comportamento frivolo di Boris Johnson, la sterlina britannica è al livello più basso dal 1985 e l'economia è in grave declino. La morte di Elisabetta II coincide con l'arrivo di Lizz Truss, un primo ministro senza esperienza in carica, che, in una precedente incarnazione politica, chiese con passione l'abolizione della monarchia. Il suo arrivo coinciderà con la successione al trono del principe Carlo. Non c'è molto da sperare in Gran Bretagna”, secondo El Pais. Trova posto in prima pagina, in basso, anche il rialzo dei tassi dello 0,75% deciso ieri dalla Bce.
FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG
Anche la Frankfurter Allgemeine Zeitung apre con la morte della regina Elisabetta, benché rispetto alla maggioranza dei giornali internazionali non ridisegni interamente l’impianto della sua prima pagina, mantenendo la grafica normale e quindi dando spazio a molte altre notizie.
La Faz dà, ovviamente, più risalto a come i vertici istituzionali tedeschi hanno ricordato la sovrana. Il presidente Steinmeier ha sottolineano che ha "vissuto e scritto la storia contemporanea", mentre il cancelliere Olaf Scholz ne ha ricordato “l’impegno per la riconciliazione tedesco-britannica dopo gli orrori della seconda guerra mondiale”, ma anche “il suo meraviglioso senso dell'umorismo".
L’editoriale del quotidiano non è per la regina, ma per il rialzo dei tassi di interesse con cui “finalmente la Bce ha osato”, facendo la mossa giusta per contenere l’inflazione con un aumento dello 0,75% che è il consistente da quando esiste l’euro e che impressiona maggiormente se si pensa che all’Eurotower fino a ieri si parla dello 0,50% come di un forte rialzo, sottolinea la Faz, e plaude alla decisione.
Perché, anche se “l'esperienza della Gran Bretagna, ad esempio, mostra che nell'attuale contesto, i tassi di inflazione possono continuare a crescere in modo significativo anche se i tassi di interesse vengono aumentati”, tuttavia, “la decisione della Bce è corretta” perché “l’ obiettivo, su cui ora deve concentrarsi completamente, è la stabilità del livello dei prezzi”.
CHINA DAILY
“Si chiude l’era elisabettiana”, osserva il China Daily, che si unisce al coro della stampa internazionale nella commemorazione della regina Elisabetta. “Era arrivata in un mondo in cui suo nonno, re Giorgio V, era l'imperatore dell'India, e lo ha lasciato con la Gran Bretagna che ancora deve trovare il suo percorso sulla scena mondiale dopo l’uscita dall'Unione Europea”, scrive il giornale, e sottolinea che nel suo lungo regno è stata “una figura apparentemente immobile e affidabile sulla scena mondiale, mentre i leader di tanti Paesi andavano e venivano”.
La sua scomparsa segna “anche la fine di un'era per il mondo, poiché di tutti i principali leader politici e capi di Stato, solo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nato nel 1942, ha un qualche legame con la seconda guerra mondiale”.
Elisabetta “allo stesso modo di Vittoria, la precedente monarca più longeva, ha dato il suo nome alla sua epoca, definendo generazioni”, e “questa è stata la moderna era elisabettiana”. Ma adesso è finita e Carlo III è il nuovo re. “Resta da vedere dove andrà la Gran Bretagna, in quale stato d'animo e come gestirà la sfida di trovare un equilibrio tra affrontare il proprio passato, affrontare le sfide del presente e abbracciare il proprio futuro”, conclude il quotidiano.
QUOTIDIANO DEL POPOLO
Non trova particolare risalto sul People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, la morte della regina Elisabetta, notizia trattata con i lanci dell’agenzia ufficiale Xinhua, e la sottolineatura del messaggio di cordoglio di Xi Jinping. I
l giornale si concentra invece sull’economia della Cina, con un editoriale pubblicato anche dal Global Times e volto a rassicurare sulla sua tenuta a lungo termine, dopo i deludenti dati sulla frenata delle esportazioni: “La Cina continuerà a essere il principale motore di crescita per l'economia globale, poiché il 20esimo Congresso nazionale del Pcc infonderà fiducia” e “darà una direzione alle tendenze economiche e sociali, da cui l'economia è destinata a ricevere un grande impulso”.
Nel breve periodo, invece, secondo l’editoriale, la Cina trarrà vantaggio dal previsto rallentamento della produzione in Europa, e specie in Germania, a causa della crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina. E inoltre beneficerà dei fondi che il governo metterà a disposizione grazie all’emissione di obbligazioni speciali per 500 miliardi di yuan (71,92 miliardi di dollari) annunciata ieri.