AGI - Sono molti i quotidiani internazionali che oggi mettono in prima pagina la morte di Mikhail Gorbaciov, ultimo leader dell’Urss e vincitore del Nobel per la pace, che, come viene sottolineato nei commenti, pose fine alla guerra fredda e così liberò il mondo dall’incubo di un olocausto nucleare. L’altro tema ricorrente sulla stampa estera è la crisi del gas, con la discussione aperta sulle misure che l’Ue si appresta a decidere, e le azioni intanto portate avanti dai governi dei singoli Paesi.
Washington Post
La Difesa ucraina ha messo in campo repliche in legno dei sistemi lanciamissili avanzati Himar forniti dagli Usa, per ingannare i russi e indurli a sprecare munizioni per colpire questi falsi bersagli. Lo scrive in prima pagina il Washington Post, che ha visionato le fotografie dei modelli dislocati dagli ucraini sulla linea del fronte e assicura che per gli occhi elettronici di un drone sono indistinguibili dai veri lanciamissili. In poche settimane, secondo le informazioni del giornale, i bersagli in legno hanno attirato 10 missili russi del tipo Kaliber, e la Difesa di Kiev sta pensando di aumentare il numero delle riproduzioni di Himar e sparpagliarne ancora di più sul territorio.
“L’Ucraina può essere inferiore alla Russia sotto per potenza militare ma non lo è per astuzia”, commenta il Post. Spazio ovviamente alla morte di Gorbaciov, ricordato come “figura imponente” della storia del 20esimo secolo, artefice del disfacimento dell’Urss che “se non era il suo obiettivo è certamente la sua eredità”.
Tra gli altri titoli, le alluvioni in Pakistan e una corrispondenza da Bruxelles sulla proposta di congelare i visti turistici per i russi, all’esame questa settimana dei ministri degli Esteri dell’Ue: un tema “molto divisivo”, scrive il giornale, che segnala la contrarietà di Francia e Germania al provvedimento, sollecitato dal presidente ucraino Zelensky e appoggiato da altri partner europei, come Finlandia, Estonia, Polonia e Repubblica Ceca.
New York Times
La scomparsa di Gorbaciov, “il leader visionario che sollevò la cortina di ferro”, è la notizia principale sulla prima pagina del New York Times, secondo cui “pochi leader nel 20esimo secolo, e in verità in ogni altro secolo, hanno avuto un’influenza così profonda sui loro tempi”. Nel mondo fu salutato come un eroe, ma in patria, ricorda il Nyt, la sua azione riformatrice nel tentativo di evitare la dissoluzione dell’Urss che poi invece sopravvenne, gli attirò l’ostilità degli apparati comunisti che lo vedevano come il distruttore del loro sistema di potere, ma anche dei dissidenti che lo ritenevano troppo timido nello smantellamento dell’apparato sovietico.
Altro tema principale della prima pagina è l’Ucraina, con due titoli. Sui campi di battaglia, riferisce il giornale, i reparti militari ucraini si scambiano tra loro gli armamenti strappati ai russi, e si assiste così a insoliti “baratti di trofei” e a contrattazioni in cui per pezzi particolarmente ambiti, come lanciamissili di ultima generazione e pressocché intatti, vengono offerti in cambio carri armati. Un’analisi è poi dedicata alla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, “brandita da Putin come un’arma”, una potenziale ‘bomba sporca’ con cui la Russia, scrive il giornale, “cerca di intimidire l’Ucraina e il mondo”
Wall Street Journal
Tributo al “riformatore” Gorbaciov con una grande fotografia sulla prima pagina del Wall Street Journal, dove la notizia del giorno è però la nuova mossa di Elon Musk nella battaglia legale contro Twitter per l’annullamento dell’accordo di acquisizione da 44 miliardi di dollari. I legali del miliardario hanno depositato un’istanza di integrazione probatoria per far entrare nella causa le dichiarazioni dell’ex capo della sicurezza del social network, Peiter Zatko, che ha denunciato “clamorose deficienze” dei sistemi antihacker e di tutela della privacy della piattaforma.
Ciò, secondo gli avvocati di Musk, non solo conferma le contestazioni con cui l’imprenditore ha motivato la sua rinuncia all’acquisizione, ma potrebbe avere gravi conseguenze per l'attività dell'azienda, costituendo un "effetto negativo materiale" che costituirebbe motivo di risoluzione dell’accordo. Il Wsj ha consultato un docente di diritto societario dell’università di Boston, Brian Quinn, secondo cui per quanto sia raro, c’è qualche precedente in cui denunce come quella di Zatko hanno inciso sul perfezionamento di acquisizioni o fusioni.
Il giornale resta concentrato anche sull’andamento delle Borse e titola sulla seduta negativa di Wall Street, la terza consecutiva, con sostanziose perdite su tutti i listini dovute, spiega il Wsj, “ai dati economici che hanno alimentato i timori degli investitori sulle consistenti possibilità che la Federal Reserve continui ad aumentare i tassi di interesse in modo aggressivo”.
Financial Times
C’è il rischio che i mercati perdano fiducia nell’economia britannica e già alcuni dei grandi investitori scommettono sull’aumento dei costi che Londra dovrà sostenere per finanziare il proprio debito: è l’allarme lanciato da Rishi Sunak, ex ministro del Tesoro e ora avversario di Liz Truss nel ballottaggio finale per la scelta del nuovo leader Tory e premier, in un’intervista al Financial Times, che la pubblica in apertura a tutta pagina.
Sunak è molto staccato nei sondaggi ma non si sente già sconfitto e attacca la rivale, sostenendo che le sue promesse comportano impegni di spesa insostenibili e farebbero aumentare tanto l’inflazione quanto i rendimenti dei titoli di Stato britannici, rendendo il debito pubblico più oneroso.
“Fatico a capire come possa coniugare i tagli fiscali con gli aiuti alle famiglie impoverite dall’aumento dei prezzi dell’energia”, dice Sunak, critico anche con il piano di Truss di limitare l’indipendenza della Banca centrale attribuendo al governo l’ultima parola sulla politica monetaria. La priorità è invece contenere l’inflazione, che nel Regno Unito “è circa il doppio degli altri Paesi del G7”, afferma Sunak, secondo cui per farlo occorre “una combinazione tra la politica monetaria e la certezza che la politica fiscale non peggiori le cose”. Altro titolo in evidenza sulla prima pagina è l’intenzione di Elon Musk di avvalersi nella causa contro Twitter delle accuse dell’ex capo della sicurezza del social network sulle falle dei sistemi difensivi della piattaforma.
The Times
L’app del sistema sanitario nazionale britannico (Nhs) consentirà ai pazienti di prenotare esami e cure nella struttura dove le liste di attesa sono più brevi: è il titolo forte della prima pagina del Times, che punta sulla decisione dei vertici della sanità di consentire agli utenti di scegliere anche al di fuori del loro ambito di residenza, nel tentativo di alleviare i disagi dovuti ai tempi lunghi per l’accesso ai trattamenti del servizio sanitario pubblico.
Nelle liste di attesa ci sono 6,7 milioni di pazienti, sottolinea il Times, e si prevede che questo numero aumenti nei prossimi 18 mesi, il che sta spingendo molti a rivolgersi alla sanità privata. Di qui la svolta sul diritto sulla app, che fornirà aggiornamenti in tempo reale sulle liste di attesa in tutte le strutture del Paese, permettendo ai cittadini di valutare dove per loro è più conveniente l’accesso. Anche il giornale londinese rende omaggio con una grande fotografia a Gorbaciov, che “allentò la stretta mortale del partito comunista al collo della Russia”.
Le Monde
Crisi energetica e crisi economica dominano la prima pagina di Le Monde, che mette in apertura la “sobrietà” nei consumi chiesta dal governo alle imprese francesi, e al centro un approfondimento sulla frenata simultanea della crescita in Europa, Usa e Cina. La premier Borne ha spiegato alle aziende che “economizzare è preferibile a subire interruzioni della fornitura”, e ha deciso che ciascuna impresa dovrà dotarsi di un piano di risparmio dell’energia.
Gli imprenditori, secondo il giornale, “sono già entrati nella logica delle restrizioni”, ma allo stesso tempo sollecitano il governo ad accelerare sulla transizione ecologica: l’impegno dell’esecutivo è presentare entro settembre un programma dettagliato sulle energie rinnovabili. Il quotidiano approfondisce, poi, le prospettive di una recessione globale che sono legate al rallentamento delle economie dell’Ue, per la mancanza di gas, degli Usa per l’aumento dei tassi, e della Cina per la rigida politica zero Covid. Quanto basta perché suoni l’allarme sulla crescita globale, osserva Le Monde.
L’editoriale è dedicato a un bilancio del pontificato di papa Francesco, mentre se ne “profila la fine”: Bergoglio, secondo il giornale, è riuscito ad attuare la riforma della Curia romana e a riposizionare la Chiesa "sul campo", ma su altri aspetti, come il sacerdozio femminile, “ha chiuso più porte di quante ne abbia aperte”.
Le Figaro
Crisi del gas declinata in chiave di politica interna sulla prima pagina di Le Figaro, che dà il titolo di apertura all’attacco delle opposizioni contro Macron, accusato di “drammatizzare” a bella posta la situazione con l’intento di estromettere il Parlamento dalle scelte sulle contromisure misure. A suscitare l’ira dei partiti, è stata la decisione del presidente di convocare il Consiglio nazionale di difesa per valutare in quella sede come rispondere alle difficoltà di approvvigionamento energetico.
“Macron si rimette l’abito da presidente di crisi”, afferma nel titolo Le Figaro, mai tenero con il capo dell’Eliseo, e in un editoriale riflette sulle ragioni di questa crisi, mettendo in discussione la tesi che “è tutta colpa di Putin”. Il leader del Cremlino ha, secondo il quotidiano, ha solo una parte di responsabilità, mentre “la verità è che per piccoli accordi politici con gli ecologisti da qualche anno abbiamo volontariamente sacrificato il nostro nucleare”.
El Pais
Il gas è stato al centro dell’incontro di ieri tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier spagnolo Pedro Sanchez, “due socialdemocratici uniti di fronte all’inverno più duro”, sottolinea El Pais, che impagina in apertura la cronaca del colloquio di Meseberg, a una settantina di chilometri da Berlino. Nella prossima stagione che in Germania, vista la sua dipendenza dal gas russo, sarà forse più pesante che in Spagna, osserva il giornale, i due leader “possono bruciare parte del loro capitale politico o rafforzarlo, come sperano, se saranno capaci di governare la crisi e se si vedrà l’effetto dell’enorme dispendio di fondi pubblici che stanno attivando per proteggere i cittadini”.
Scholz e Sanchez si stanno muovendo sulla stessa linea, secondo El Pais, e hanno insieme rivolto un appello a Macron perché consenta il passaggio per i Pirenei di un gasdotto che unisca Spagna e Germania. Da Parigi hanno fatto sapere che stanno valutando, ma Sanchez ha fretta: “La Spagna – ha detto il premier – ha il 30% della capacità di rigassificazione europea ma non può usarla per essere solidale con Paesi come la Germania. Noi siamo pronti per rispondere alle richieste di Paesi fratelli che soffrono sotto il ricatto di Putin, e se il collegamento sarà attraverso la Francia, sarà attraverso l’Italia”. Tra gli altri titoli, la morte in Amazzonia dell’ultimo sopravvissuto della tribù indigena Tanaru, note come ”indio del buco” e ritenuto l’uomo più solo al mondo.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
Il tema del gas è in primo piano sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, con il cauto ottimismo espresso dal cancelliere tedesco Olaf Scholz ieri durante la riunione del governo sulle riserve di metano accumulate dalla Germania, con lo stoccaggio vicino all’85%. "Abbiamo messo da parte tutto il necessario per superare questo inverno e il prossimo inverno", ha affermato Scholz. “Non si può dire che è finita, ma si può guardare alla situazione più rilassati di qualche settimana fa”, commenta il quotidiano, secondo cui “ora si tratta di come contrastare i prezzi esagerati sul mercato dell'energia”.
Nel governo si discute di una tassa sugli extra profitti delle aziende energetiche: i socialdemocratici e i verdi la sollecitano, ma il ministro delle Finanze, il liberale Lindner, non la vuole. Scholz non ha finora preso posizione ma ieri, riferisce la Faz, ne ha parlato con Sanchez il quale gli ha detto che l’imposta ha ricevuto ampio sostegno in Spagna perché serve a ridistribuire in favore della classe media e dei lavoratori. Anche la Faz marca con una grande fotografia la scomparsa di Gorbaciov, ultimo leader dell’Urss che nel 1990, ricorda il giornale, “accettò, dopo le iniziali resistenze, la riunificazione della Germania”.
China Daily
I lavori preparatori del ventesimo congresso del Partito comunista cinese sono la notizia principale per il China Daily, che dà rilievo alla riunione in cui ieri l’Ufficio politico del Comitato centrale ha proposto la data del 16 ottobre per le assise. Sarà, scrive il giornale, “un momento cruciale” che cade “mentre l'intero Partito e la nazione intraprendono un nuovo viaggio verso la costruzione di un moderno Paese socialista a tutti gli effetti e verso il secondo obiettivo del centenario: sviluppare la Cina in un grande paese socialista moderno che sia prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato, armonioso e bello entro la metà di questo secolo”.
Il congresso, si legge nel documento dell’Ufficio politico, “esaminerà il lavoro del Pcc negli ultimi cinque anni, così come i principali risultati e le esperienze chiave, e analizzerà in modo approfondito le situazioni internazionali e nazionali, secondo una sintesi dell'incontro” per poi formulare “piani d'azione e importanti politiche in linea con le nuove esigenze per lo sviluppo della causa del Partito e del Paese nella nuova era e con le nuove aspettative del popolo”. Resta in evidenza la questione di Taiwan, con un lungo articolo in cui si riportano dichiarazioni di analisti ed esponenti politici delle due rive dello Stretto, tutti concordi nell’indicare il principio dell’unica Cina, convenuto nel 1992, come base per rilanciare il dialogo tra Pechino e Taipei.
Quotidiano del Popolo
Se gli Usa dovessero vendere a Taiwan armamenti per oltre un miliardo di dollari, come riferiscono indiscrezioni di stampa americane, sarebbe “l’ennesima provocazione malintenzionata, che farebbe solo aumentare la tensione”. Così scrive il People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, che continua a insistere sulla riunificazione dell’isola e in un editoriale dai toni bellicosi, pubblicato anche dal Global Times, avverte che la fornitura di armi a Taipei “non servirebbe a cambiare l’assoluta superiorità dell’Esercito popolare di liberazione rispetto alle forze taiwanesi”, e che i primi bersagli della Cina in caso di conflitto sarebbero proprio i lanciamissili Harpoon, i caccia F16 dotati di missili Sidewinder e i sistemi radar che Washington programma di vendere a Taiwan.
Ovviamente l’apertura è per la data del ventesimo congresso del Pcc, che si terrà il 16 ottobre a Pechino e sarà preceduto, il 9 ottobre,adalla sessione plenaria del Comitato centrale. “Il congresso terrà alta la grande bandiera del socialismo con caratteristiche cinesi, sosterrà il marxismo-leninismo, il pensiero di Mao Zedong, la teoria di Deng Xiaoping (…) e attuerà in modo completo il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era”, assicura il giornale.