AGI - La Grecia non è più l'osservata speciale dell'Ue. Il 20 agosto segna infatti l'uscita del Paese dalla "sorveglianza rafforzata", il programma che ha 'legato' per anni la politica economica di Atene, colpita lo scorso decennio dalla crisi che l'ha portata sull'orlo del default e dell'uscita dall'Eurozona, nel 2015.
Per ottenere dall'Ue le risorse necessarie alla sopravvivenza stessa del Paese, Atene ha dovuto sottoporre per anni l'andamento della propria economia al controllo di Bruxelles e al raggiungimento degli obiettivi imposti dai Memorandum.
I contratti che hanno consentito alla Grecia di ricevere un importo complessivo di prestiti pari a 241,6 miliardi di euro nel periodo 2010-2018 hanno portato anche "tasse insopportabili e tagli a salari e pensioni, controlli bancari e ipotecari sui beni pubblici, il declassamento della difesa nazionale, dell'istruzione pubblica e della sanità, nonché l'emarginazione della posizione della Grecia in Europa e nel mondo", ha detto il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis.
"Tutto questo, fortunatamente, ora appartiene al passato", ha aggiunto il premier in un video messaggio in parte dedicato ad evidenziare le colpe delle altre forze politiche nella crisi greca, come "il veleno di Alba Dorata" e "i quattro anni di demagogia", che, a detta di Mitsotakis, hanno segnato il governo del suo predecessore, Alexis Tsipras.
Ma "la Grecia oggi è una Grecia diversa", ha evidenziato il premier, convinto che "l'uscita dal quadro di sorveglianza rafforzata significa un maggiore margine di manovra nazionale nelle nostre scelte economiche".
Le istituzioni di Bruxelles hanno accolto la fine del programma di sorveglianza con un respiro di sollievo mentre l'Ue si trova ad affrontare un mare in tempesta, sballottata da alta inflazione, crisi energetica e conseguenze della guerra.
"Grazie alla determinazione e alla resilienza della Grecia e del suo popolo, il Paese può chiudere questo capitolo e guardare al futuro con fiducia. L'Ue sarà sempre al tuo fianco", è stato il messaggio rivolto ad Atene dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, ha ricordato il contesto storico dell'intervento dell'Ue e del Mes. "La fine della sorveglianza rafforzata per la Grecia segna anche la conclusione simbolica del periodo piu' difficile che l'Eurozona ha vissuto", ha sottolineato l'ex premier in una nota.
"La nostra forte risposta collettiva alla pandemia ha indicato che l'Europa aveva imparato le lezioni di quella crisi", ha aggiunto Gentiloni riprendendo le critiche sulla gestione di una crisi, quella del debito, che a detta di tanti osservatori si sarebbe potuta risolvere meno dolorosamente con una maggiore solidarietà da parte degli Stati membri. Non a caso lo stesso Mitsotakis ha indicato "il Piano nazionale di ripresa come la bussola che costruirà una Grecia forte, moderna e autosufficiente" anche grazie alla solidarietà delle altre economie Ue.