AGI - Xiao Jianhua, il miliardario sino-canadese sequestrato a Hong Kong all'inizio del 2017, quando era uno degli uomini più ricchi della Cina, è stato condannato a tredici anni di carcere.
La sentenza è stata pronunciata dai giudici della Prima Corte Intermedia del Popolo di Shanghai, che ha anche inflitto alla società di cui Xiao era a capo, la Tomorrow Holdings, una multa da 55,03 miliardi di yuan (8,01 miliardi di euro) per raccolta fondi illegale, tangenti e per avere "gravemente violato l'ordine di gestione finanziaria" e "messo a repentaglio la sicurezza finanziaria statale".
Oltre alla condanna a tredici anni, il miliardario sino-canadese, considerato fino al momento dell'arresto un "enfant prodige" della finanza cinese, è stato condannato anche al pagamento di una multa da 6,5 milioni di yuan, poco più di 946 mila euro.
Tra il 2001 e il 2021, Xiao avrebbe, inoltre, corrotto funzionari governativi per evitare la supervisione finanziaria e perseguire "interessi illegali". Il processo a suo carico, a oltre cinque anni dall'arresto, giunge a pochi mesi dal ventesimo Congresso del Partito Comunista Cinese, e sembra inviare il messaggio di un ulteriore consolidamento del potere di Xi, che si prepara per un terzo mandato al vertice del Pcc, ma appare anche come un segnale della delicatezza del caso dell'ex ragazzo prodigio, probabilmente in possesso di dossier scottanti sui leader cinesi.
Il processo contro Xiao Jianhua era cominciato il mese scorso, secondo quanto emerso dall'Ambasciata canadese in Cina. Il suo caso è uno dei più controversi degli ultimi anni, che hanno visto sotto i riflettori alcuni nomi noti dell'alta finanza cinese: Xiao era stato prelevato, si ritiene da agenti cinesi, alla vigilia del capodanno lunare del 2017 dal Four Seasons Hotel di Hong Kong, dove era protetto da una squadra tutta al femminile di guardie del corpo, come era emerso alla notizia della sua scomparsa.
Fino a quel momento era uno degli uomini più ricchi della Cina, con un patrimonio personale che sfiorava i sei miliardi di dollari nel 2016, secondo la Hurun List, la classifica degli uomini più ricchi di Cina. Xiao era a capo della Tomorrow Holdings, con interessi nella finanza e nelle assicurazioni, e che sarebbe stata dietro a importanti progetti di fusioni e acquisizioni: nel 2020, però, nove società del gruppo furono poste sotto sequestro per il sospetto di rischi finanziari.
Sempre nello stesso periodo del suo arresto, altri nomi noti della finanza cinese erano finiti sotto indagine: tra questi, c'erano stati Guo Guangchang, a capo di Fosun; Wu Xiaohui, che aveva sposato la figlia dell'ex leader Deng Xiaoping, ed era rimasto coinvolto nel crac del colosso assicurativo Anbang, e un altro ex ragazzo prodigio, Ye Jianming, a capo del gruppo dell'energia Cefc China Holding.
Particolarmente dura fu la sorte toccata al presidente del colosso finanziario Huarong Asset Management, Lai Xiaomin, condannato alla pena di morte per tangenti e bigamia, e giustiziato all'inizio del 2021.
Xiao, ex ragazzo prodigio e detentore di un passaporto diplomatico di Antigua e Barbuda, era stato ammesso a soli 14 anni alla prestigiosa Università di Pechino, e avrebbe avuto contatti con uomini in vista della politica cinese. Xiao Jianhua viene descritto come una sorta di "fixer" per i potenti già dai primi anni Duemila, quando si rafforzarono i legami tra la finanza e le elite politiche cinesi.
Avrebbe avuto contatti anche con membri della stessa famiglia del presidente cinese, Xi Jinping, che non lo avrebbero, però, messo al riparo dalla campagna anti-corruzione avviata dallo stesso Xi poco dopo essere salito al vertice del Partito Comunista Cinese, alla fine del 2012.