AGI - L'annuncio di negoziati formali tra Taiwan e gli Stati Uniti per un accordo commerciale, a poco più di due settimane dalla visita sull'isola della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, irrita Pechino, che minaccia di ricorrere a "tutte le misure necessarie" per salvaguardare la propria sovranità e i propri interessi di sviluppo.
L'Iniziativa congiunta tra Taipei e Washington per il commercio nel ventunesimo secolo coprirà undici aree, e vedrà i primi negoziati "all'inizio dell'autunno", secondo quanto previsto dallo Us Trade Representative. Le trattative serviranno ad "approfondire la nostra relazione commerciale e di investimenti, avanzare le reciproche priorità commerciali sulla base di valori condivisi e promuovere l'innovazione e la crescita economica inclusiva", ha dichiarato la vice rappresentante Usa per il Commercio, Sarah Bianchi, aggiungendo che Taiwan e gli Stati Uniti prevedono un "programma ambizioso" per una "più prospera e resiliente economia del ventunesimo secolo".
Da Pechino, il ministero del Commercio cinese ha dichiarato la propria "ferma opposizione" all'avvio dei negoziati, ribadendo la propria contrarietà a qualsiasi forma di negoziati o di accordi "con connotazioni sovrane o di natura ufficiale" che coinvolgano l'isola, su cui Pechino rivendica la sovranità.
Pechino si riserva di ricorrere a "tutte le misure necessarie" per salvaguardare la propria sovranità sull'isola, ha detto la portavoce Shu Jueting, in un avvertimento che riecheggia altri simili, pronunciati nei turbolenti giorni che hanno preceduto l'arrivo di Pelosi a Taiwan. Pechino ha risposto alla missione della speaker democratica lanciando sette giorni di esercitazioni militari senza precedenti attorno all'isola, in una reazione che Washington ha definito più volte "esagerata" da parte di Pechino.
Taiwan è il nodo più intricato da sciogliere nei rapporti tra Stati Uniti e Cina, e Pechino esercita da anni forti pressioni militari, diplomatiche ed economiche sull'isola. Ieri l'assistente segretario di Stato per l'Asia orientale e il Pacifico, Daniel Kritenbrink, aveva accusato Pechino di praticare una "crescente coercizione" su Taiwan.
Gli Stati Uniti, ha detto, manterranno la calma, ma prenderanno "passi risoluti" per mantenere la pace e la stabilità nello Stretto. Intanto, la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha elogiato il personale della Marina dell'isola alla base navale di Suao, nel nord-est di Taiwan, per la professionalità mostrata di fronte alla pressione "indescrivibile" che hanno dovuto affrontare da parte della Cina.
La pressione militare rimane costante anche al termine delle esercitazioni militari avviate per la visita di Pelosi: ieri, il ministero della Difesa di Taipei aveva registrato la presenza di sei unità navali e 51 aerei militari cinesi attorno all'isola, 25 dei quali avevano superato la linea mediana che divide Taiwan dalla Repubblica Popolare Cinese e violato lo spazio di identificazione aerea di Difesa nel quadrante sud-occidentale dell'isola.