AGI - Da mesi incombe la siccità in tutta Europa, ma ancora si tentenna sul prendere drastici provvedimenti conseguenti. Come razionare l’acqua, prendere misure stringenti e vincolanti nell’annaffiare prati, campi, giardini. E rinunciare ad eventuali esenzioni ad hoc.
Come è accaduto a Limoges in Francia, dove per protestare contro l'esenzione parziale di alcune delle strutture sportive dalle restrizioni sulla siccità, gli attivisti ambientali hanno riempito le buche dei campi da golf con piante “assetate” e bisognose d’acqua. Apponendo anche cartelli con la scritta “Rendez l'eau”, ovvero restituisci l'acqua.
L’azione ecologista ha avuto luogo pochi giorni dopo che gli attivisti di Extinction Rebellion e Action Kirikou hanno cementato delle buche in due campi da golf che si trovano a Tolosa, lasciando un cartello con la scritta: “Questa buca beve 277.000 litri di acqua al giorno. Bevi così tanto? #StopGolf”. Dopo un inverno e una primavera insolitamente asciutti e un'estate molto calda, l'intera Francia metropolitana è infatti attualmente soggetta a avvisi di siccità o restrizioni di qualche tipo.
French climate activists filled golf course holes with cement to protest water shortages.
— AJ+ (@ajplus) August 16, 2022
After the country declared a state of crisis, residents were given water restrictions. Luxury golf courses are exempt from the restrictions. pic.twitter.com/InKfBrZR8y
Tranne che per i campi da golf, dove si continua a innaffiare bellamente in deroga a divieti, razionamenti e contingentamenti decisi dalle singole prefetture. Non mancano tuttavia anche i (pochi) campi da golf che riciclano e recuperano l’acqua messa in circolo nel sistema d’innaffiamento. Sono casi virtuosi, che tuttavia ovviano solo in parte all’imposizione delle restrizioni e dei divieti causati dalla acuta siccità.
Irrigare o meno i campi da golf?
Il dilemma persiste, perché i campi da golf sono un’attività economica che ha un proprio bacino, una propria utenza e conti economici da tenere in equilibrio, i campi stessi sono un patrimonio che va mantenuto verde, perciò irrigato, pena il suo inaridimento e perciò dissipazione. A Los Angeles e in altre città dell’ovest americano, però, hanno trovato un’alternativa strappando i prati e sostituendoli con una vegetazione tratta da terreni aridi. Il rischio però è quello di un cortocircuito del ciclo ambientale.
Tanto più che i verdi prati dei campi da golf che di primo acchito appaiono tanto belli e naturali richiedono una intensa opera di manutenzione. A cui spesso non è estraneo anche l’incentivo chimico fatto di pesticidi e soluzioni contro la crescita delle erbacce diverse dal brillante e uniforme green.
Da parte sua, Extinction Rebellion Limoges ha dichiarato di aver messo le piante nelle buche da golf per "aumentare la consapevolezza tra i golfisti e i proprietari di campi sull'indecenza di questa situazione" e per "chiedere la cessazione totale dell'irrigazione dei campi da golf, green inclusi.
“Mettiamo in discussione la priorità data all'utilizzo dell'acqua, la posizione e la legittimità del tempo libero: bisogna fare un collegamento tra clima e giustizia sociale perché i due sono la stessa cosa”, hanno ribadito gli ecologisti, che hanno anche sottolineato: “Non chiediamo di mettere in discussione le pratiche sportive in sé stesse, ma le risorse impiegate e il consumo di energia che oggigiorno non è più sostenibile, anche al di fuori dei periodi di ondata di caldo”.