AGI - “Spesso assenti dal dibattito pubblico, tranne quando bruciano, le foreste sono condivise tra più di 3,3 milioni di proprietari, con profili e interessi molto diversi”, scrive il quotidiano parigino Le Monde in un articolo in cui mappa l’estensione del patrimonio forestale francese che per il 75% è privato. Lo scrive proprio nel periodo nel bel mezzo di un’estate contrassegnata da una serie infinita di incendi devastanti e “fuori norma”, che hanno interessato tutta l’Europa. Nelle ultime ore nella Gironda, le foreste di Landiras e La Teste-de-Buch sono state ridotte in cenere.
La modalità di gestione delle foreste, scrive Le Monde, specie di quella de La Teste-de-Buch è stata oggetto di dibattito, “perché i disaccordi tra proprietari e utenti avrebbero rallentato il lavoro necessario per combattere gli incendi”. E se è anche vero che le ragioni del disastro in sé sono molteplici, “questo dramma mette in discussione la gestione delle foreste e il loro adattamento ai rischi climatici” per il semplice motivo che le foreste francesi sono private per il 75%. E sono a tal punto frammentate anche perché appartengono a una miriade di proprietari con profili e interessi molto vari.
La mappa è più o meno questa: il 25% delle foreste è demaniale, cioè appartenente allo Stato, o comunale, e il più delle volte questa percentuale è gestita dall'Ufficio nazionale delle foreste (ONF) mentre il restante 75% - detenuto da proprietari privati – è in qualche misura accessibile al pubblico, in altri casi sono chiusi o contrassegnati dal cartello di "divieto di accesso".
E secondo il National Geographic Institute (IGN), che aggiorna ogni anno un inventario delle foreste, queste coprono un totale di 17 milioni di ettari, a cui vanno aggiunti gli 8,24 milioni di ettari di foreste oltre al mare, una superficie che non ha cessato ad aumentare dalla seconda metà del XIX secolo.
Oggi, invece, coprono il 31% del territorio metropolitano (contro il 19% nel 1908), ovvero l'uso del suolo più importante dopo l'agricoltura. Le disparità regionali restano significative, da un tasso di rimboschimento superiore al 45% in Corsica o nel Var a meno del 15% nel Nord.
Quanto ai boschi privati, questi sono diffusi su tutto il territorio – annota il quotidiano – ma sono più numerosi nella parte occidentale del Paese. Rappresentano il 90% delle aree forestali in Bretagna, Nuova Aquitania e Pays-de-la-Loire, in particolare a causa della trasformazione dei terreni storicamente agricoli. Metà della foresta francese oggi è costituita da popolamenti di alberi cosiddetti “monospecifici”, ad esempio il massiccio delle Landes, dove venivano piantati quasi esclusivamente pini marittimi. Il resto è costituito da boschi di due o più specie, come nel Nord-Est e nel Massiccio Centrale, dove si trovano querce, faggi o addirittura castagni.
Quanto alla frammentazione, invece, essa è dovuta al fatto che “fin dal Medioevo, l'accessibilità a una foresta è stata essenziale, indipendentemente dallo stato sociale.