AGI - La centrale nucleare di Zaporizhzia, in Ucraina, è in questi giorni il centro dell'attenzione sul fronte militare della guerra dopo che Kiev e Mosca si sono scambiate accuse reciproche per i bombardamenti sull'impianto che hanno fatto salire il livello di allarme sicurezza.
La centrale, la più grande d'Europa e la maggiore delle quattro attive in Ucraina - che producono in totale la metà dell'elettrictà del Paese - si trova nella città di Energodar, nel Sud-Est del Paese, lungo la sponda sinistra del fiume Dnepr.
È caduta sotto il controllo delle truppe russe (che hanno conquistato anche la ex centrale di Chernobyl) a marzo, nella prima fase dell'invasione lanciata dal presidente Vladimir Putin, il 24 febbraio. Si tratta della prima volta che operazioni di guerra avvengono in un Paese con un programma nucleare così vasto e strutturato, ha sottolineato l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea).
L'impianto, costituito da sei unità, ha una capacità totale di 5,7 gigawatt, secondo il database dell'Aiea.
La prima unità è stata connessa alla rete elettrica nel 1984 e l'ultima nel 1995. La centrale ha un'importanza strategica per la Russia perché è a soli 200 chilometri dalla Crimea, la penisola annessa da Mosca nel 2014.
Per gli ucraini, l'obiettivo dell'esercito russo oltre che usare il rischio catastrofe nucleare per minacciare l'Occidente è quello di disconnettere l'impianto dalla rete ucraina e alla fine collegarlo al sistema russo in Crimea.
Sebbene sia sotto il controllo russo, la centrale - costituita da sei reattori ad acqua pressurizzata e alcuni depositi di rifiuti radioattivi - è ancora operata dai tecnici ucraini. Secondo il suo direttore, Petro Kotin, la "minaccia" che vive l'impianto è grande: la struttura è ancora al sicuro, ma il personale, ha denunciato il manager, sta lavorando sotto pressione e in pericolo.
Stando a quanto riferito da Kotin alla Bbc, sono 500 i soldati russi presenti nell'impianto dove sono stati posizionati lanciarazzi, ma si tratta di informazioni non verificate in modo indipendente.
La centrale di Zaporizhzhia, hanno spiegato diversi esperti, è piuttosto sicura rispetto a quella di Chernobyl, teatro del peggiore disastro nucleare della storia nel 1986: il reattore si trova in un edificio in cemento armato che può resistere a eventi esterni estremi, sia naturali che causati dall'uomo, come un incidente aereo o esplosioni. Nel reattore non è presente grafite, il materiale che fu la causa a Chernobyl del grande incendio e della nube radioattiva che si sparse per l'Europa.
Gli scienziati affermano che un attacco militare al reattore stesso non è l'unica minaccia. Anche l'interruzione della fornitura di energia elettrica potrebbe causare seri problemi col rischio di dispersione di radiazioni.