AGI - Taiwan accusa la Cina di usare le esercitazioni militari attorno a Taiwan per preparare l'invasione dell'isola, mentre avvia esercitazioni di artiglieria nel sud dell'isola. L'accusa arriva dal ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, che oggi ha tenuto una conferenza stampa a Taipei mentre le operazioni militari avviate da Pechino entrano nel sesto giorno, con esercitazioni militari che si concentrano "sull'organizzazione di operazioni di contenimento e supporto congiunte", secondo un avviso emesso dal Comando Orientale dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese.
La Cina sta commettendo una "grave violazione del diritto internazionale", che avrà un "grave impatto" sui trasporti nella regione, ha detto Wu, e la visita sull'isola di settimana scorsa della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, è stata solo "un pretesto" per le operazioni in corso.
"La Cina usa le esercitazioni nella sua guida militare per preparare un'invasione di Taiwan", e la reale intenzione è di "alterare lo status quo nello Stretto di Taiwan e nell'intera regione", ha accusato il ministro degli Esteri dell'isola, ma "la democrazia non si piegherà mai alle intimidazioni delle autocrazie".
Dal 4 agosto scorso, la Cina ha inviato unita' navali, caccia e altri aerei da combattimento nelle operazioni militari attorno a Taiwan, tuttora in corso, lanciando anche missili balistici: la misure messe in campo sono state "irreprensibili", ha detto il vice ministro degli Esteri cinese, Ma Zhaoxu, difendendo le manovre, e servono a salvaguardare l'unità nazionale.
Almeno cento volte, secondo i rilievi di Taipei, i mezzi dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese hanno violato la linea mediana dello Stretto di Taiwan - non riconosciuta da Pechino, ma tradizionalmente rispettata - in un segnale che la Cina intende acquisire il controllo del Mare Cinese Meridionale e del Mare Cinese Orientale attraverso lo Stretto di Taiwan.
Le implicazioni possono spingersi oltre la questione dell'isola, ha avvertito il ministro degli Esteri di Taiwan, a causa dell'aumento dell'influenza di Pechino nel Pacifico, nel sud-est asiatico, in Asia meridionale e in Africa. Per Pechino, però, non esiste alcuna "linea mediana" e quello cinese è l'"unico governo legittimo" per entrambi i lati dello Stretto di Taiwan, ha detto il portavoce della diplomazia di Pechino, Wang Wenbin, definendo il ministro degli Esteri di Taipei "un capo di un dipartimento locale" della Cina.
Sul piano militare, Taiwan ha avviato oggi esercitazioni di artiglieria nel sud dell'isola, a Pingtung, per simulare la difesa dell'isola in caso di attacco da parte delle Forze Armate cinesi nelle quali verranno utilizzati centinaia di soldati e quaranta obici, e ha ribadito l'ordine di rafforzare la prontezza al combattimento e la gestione della catena di comando militare, a fronte di una pressione della Cina che non appare destinata a diminuire.
"La minaccia della forza militare dell'esercito cinese non è stata ridotta", si legge in una nota emessa dal ministero della Difesa di Taipei mentre Pechino annunciava nuove esercitazioni di artiglieria nel Mar Giallo meridionale tra l'11 e il 13 agosto prossimi.
Finora, però, Washington sembra minimizzare il rischio di un attacco militare cinese a Taiwan. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si è detto "preoccupato" per i movimenti della Cina, anche se esclude, per ora, che Pechino possa spingersi oltre le pressioni che gia' sta esercitando. Neppure il Pentagono, ha dichiarato il sottosegretario alla Difesa Usa Colin Kahl, ritiene probabile un'accelerazione di Pechino, ed esclude che la Cina possa prendere l'isola militarmente nei prossimi due anni. Ci sono manovre coercitive da parte di Pechino su Taiwan, ha detto il funzionario di Washington, ma "non abboccheremo e non funzioneranno".