AGI - Le legge da 370 miliardi di dollari voluta da Biden per misure contro il cambiamento climatico e un calmiere al prezzo dei farmaci ha ottenuto il primo via libera in Senato, dopo un travagliato accordo in seno al partito democratico, e la notizia è in evidenza sui principali quotidiani americani, che non mancano di sottolineare come il compromesso abbia comportato di fatto un depotenziamento degli interventi rispetto alla portata originariamente prevista. Sulla stampa europea resta invece in primo piano la crisi del gas, mentre le tensioni a Taiwan dominano sui giornali cinesi.
Washington Post
Il sì del Senato alla legge di spesa per interventi su clima e sanità, uno dei punti chiave del programma di Biden, è la notizia del giorno per il Washington Post, che sottolinea il varo del provvedimento noto come Inflation reduction act (legge per la riduzione dell’inflazione) dopo un anno di stallo soprattutto per dissensi interni al partito democratico, e solo al grazie al voto decisivo della vicepresidente Kamala Harris. Il testo, che ora passa alla Camera per la definitiva approvazione, prevede il maggior stanziamento mai investito dagli Usa sul cambiamento climatico, circa 370 miliardi di dollari per ridurre le emissioni di gas serra del 40% al di sotto dei livelli del 2005 entro la fine di questo decennio, e il taglio dei costi dei farmaci per gli anziani.
È il risultato di compromessi necessari a convincere due senatori dem riottosi, Joe Manchin e Kyrsten Sinema: il primo ha ottenuto la rinuncia ad alcuni dei piani più ambiziosi, come asilo nido gratuito per tutti e retribuzione dei incassato la cancellazione delle nuove tasse per i ricchi investitori. Apertamente critico, il Post in una lunga analisi dal titolo “Perché la legge sull’inflazione non è questa gran cosa”, definisce “pretestuosa” la tesi dei Democratici secondo cui l'inflazione sarà significativamente frenata da una ”legge sforbiciata che introduce tasse e prevede spese”.
Tanto che, sottolinea il giornale, l’Ufficio di bilancio del Congresso (Congressional budget office) stima che, nei prossimi due anni, “è probabile che l'Inflation Reduction Act modifichi il tasso di inflazione di meno di un decimo di punto percentuale, ma non è sicuro se la variazione sarebbe in aumento o in diminuzione”. In un servizio collegato, il Post analizza uno dei particolari effetti dell’inflazione: ha favorito le grandi società che prosperano sul lavoro a chiamata, come Uber, e ne ha penalizzato i lavoratori.
New York Times
Con il voto del Senato, un’azione degli Usa su clima “è a portata di mano”: è questo l’elemento che il New York Times sottolinea nel suo titolo di apertura sul primo sì del Congresso al pacchetto da 370 miliardi voluto dall’amministrazione Biden e che, oltre a misure contro il surriscaldamento globale, contempla anche interventi sul welfare e in particolare sul prezzo dei farmaci. Secondo il giornale si tratta della prima normativa con cui gli Usa affrontano in modo organico il problema della riduzione delle emissioni, a ben 50 anni dal primo allarme, lanciato nel 1969 dall’allora consigliere del presidente Nixon, Patrick Moynihan, che aveva avvertito sui pericoli posti dal cambiamento climatico con lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento del livello dei mari.
Il Nyt osserva tuttavia che la legge è stata sostanzialmente ammorbidita rispetto alla sua formulazione iniziale e che da "Build Back Better", un piano multimiliardario di sicurezza sociale dalla culla alla tomba è stata ridimensionata e ribattezzata “Inflation reduction act”, legge sulla riduzione dell'inflazione. Obiettivo il cui raggiungimento resta da vedere. Quel che è certo - sottolinea il giornale in un approfondimento - è che, mentre si propone di ridurre le emissioni americane portandole al 40% in meno rispetto a quelle del 2005, la legge rifinanzia l’oleodotto Mountain Valley attraverso i monti Appalachi, da anni in stallo per l’opposizione degli ambientalisti, e prevede una serie di agevolazioni per l’industria dei combustibili fossili. Previsioni inserite per ottenere il voto del senatore Joe Manchin, che “a Capitol Hill è il maggior beneficiario di donazioni da parte delle società del settore”.
Wall Street Journal
L’approvazione in Senato della legge voluta da Biden con interventi sul clima e il costo dei farmaci è in evidenza sul Wall Street Journal, che spiega molto bene come rispetto alla versione iniziale il testo sia stato molto annacquato, non solo per raggiungere un compromesso con i due senatori democratici Manchin e Sinema che minacciavano di non votare e hanno ottenuto modifiche ai profili fiscali del provvedimento, ma anche per tecnicismi istituzionali: “I democratici hanno utilizzato un procedimento speciale chiamato riconciliazione, che consente ai progetti di legge di avanzare con una maggioranza semplice anziché con i 60 voti normalmente necessari al Senato. Ma la riconciliazione impone che le disposizioni legislative siano strettamente legate alle coperture di bilancio”, e per questo si sono dovute limitare le misure contro i rincari dei farmaci.
Secondo il giornale, più che una vittoria di Biden la legge segna una vittoria della lobby delle grandi società di investimento, che sono riuscite a far cancellare la prevista tassa sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di azioni. Risultato che si deve all’impuntatura della senatrice democratica Kyrsten Sinema che ha minacciato di non votare la legge se non fosse stata eliminata quella norma fiscale.
Risalto in prima pagina anche per il rallentamento del mercato pubblicitario, che sta penalizzando le grandi holding della tv, come Warnes che controlla tra l’altro la Cnn, e i giornali, a cominciare dal New York Times, soprattutto nei loro formati online. Si segnala, infine, un lungo articolo sulle preoccupazioni della Nato per il pericolo che la Russia tenti di espandere il territorio della sua enclave di Kaliningrad a spese delle confinanti regioni di Polonia e Lituania.
Financial Times
La crisi economica che sta impoverendo le famiglie britanniche irrompe nella contesa per la leaderhip Tory, e “mette sotto pressione” la favorita, Liz Truss, che ha detto di preferire i tagli delle tasse agli aiuti. E’ il tema principale sulla prima pagina del Financial Times, che punta sulla polemica suscitate dalla sua intervista di una settimana fa alla Truss. Alla domanda su cosa intenda fare per i cittadini in difficoltà, aveva risposto: “Sto vedendo che si può fare. Il modo in cui lo farei sarebbe quello conservatore di abbassare le tasse piuttosto che di distribuire sussidi”.
Alla frase sono seguite critiche che hanno spinto l’aspirante leader sulla difensiva, e i suoi alleati a farsi avanti per difenderla sostenendo che le sue parole sono state “fraintese” e che “non ha affatto escluso misure di sostegno”. Ma l’ex premier laburista Gordon Brown incalza e avverte che “una bomba finanziaria a orologeria” minaccia di esplodere quest’autunno per le famiglie, se il governo non interverrà subito con provvedimenti straordinari.
In evidenza anche un servizio in esclusiva sugli investimenti sbagliati del Future Fund, un portafoglio da 1,3 miliardi creato dal governo Johnson per finanziare la lotta contro il Covid: uno dossier della British Business Bank, di cui Ft ha preso visione, indica che ha investito in società senza reali prospettive di crescita, definite “imprese zombi” dai revisori della BBB.
The Times
Due terzi degli elettori britannici ritengono un errore dare priorità al taglio delle tasse invece che a interventi sull’inflazione e i suoi effetti per le famiglie: è il risultato di un sondaggio commissionato dal Times, che ne fa il titolo più forte della sua prima pagina, presentandolo come “un avvertimento” per Liz Truss, candidata leader Tory e prossima premier, che punta tutto su un fisco più leggero. Per il 64% degli intervistati il nuovo governo dovrà concentrarsi sul galoppante aumento dei prezzi che sta impoverendo le famiglie, e solo il 17% ha indicato invece come urgente una sforbiciata delle imposte.
All’attacco l’avversario di Truss, l’ex cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, convinto che i tagli fiscali da lei proposti beneficerebbero i ricchi, abbandonando la classe media alle difficoltà di pagare le bollette del riscaldamento il prossimo inverno. Truss ha replicato assicurando che la prima cosa che taglierebbe sarebbe l’aumento dell’1,5% dei contributi previdenziali introdotto da Sunak quando era ministro del Tesoro. In rilievo anche le nuove linee guida per la polizia, che impongono di consultare le vittime prima di rilasciare su cauzione un indagato.
Le Monde
Il piano del governo per affrontare la crisi energetica che la Francia rischia a causa dei tagli di forniture di gas russo è il tema scelto da Le Monde per l’apertura del suo numero doppio di domenica-lunedì, che non può essere centrata sulle ultime notizie. Sono tre le direttrici su cui l’esecutivo ha deciso di intervenire: la prima è promuovere la riduzione dei consumi elettrici, con lo scopo di raggiungere il 10% in meno rispetto al 2019, anno scelto come riferimento; la seconda, una semplificazione del mercato dell’energia con incentivi all’uscita di attori economici dal sistema; la terza, interruzioni mirate e limitate dell’erogazione di energia elettrica e gas.
Il giornale tiene viva l’attenzione su Taiwan, con le esercitazioni militari avviate dall’isola in risposta a quelle della Cina, e illustrate da una fotografia della presidente taiwanese Tsai Ing-wen in uniforme militare da combattimento, con mascherina pendant, a bordo di una nave da guerra.
Le Figaro
Crisi energetica in apertura su Le Figaro, ma con lo sguardo rivolto, piuttosto che alla Francia, alla Germania che “si mobilita per vivere senza il gas russo”. Il governo Scholz pensa di mantenere in attività le ultime tre centrali nucleari del Paese, che secondo i piani di transizione ecologica voluto da Angela Merkel avrebbero dovuto essere dismesse a fine anno.
Traspare una certa ‘schadenfreude’ (in tedesco, gioia maliziosa, ossia quella per i guai altrui) nell’analisi del giornale: “Questa volta è la Germania che si trova nella posizione di una cicala imprevidente e indigente, mentre la Francia e i Paesi dell'Europa meridionale si adornano delle virtù della formica. Mentre noi riceviamo senza farci prendere dal panico - ma non sempre con la serietà che si dovrebbe - raccomandazioni di ‘sobrietà energetica’, i nostri vicini d'oltre Reno stanno preparando la cessazione delle attività per ristrettezze da tempi di guerra”.
Ma al di là della sottolineatura di questa rivalsa, il giornale rileva che c’è una precisa strategia russa nella crisi del gas che sta strozzando Germania, la maggiore potenza economica europea: “Sotto il peso delle sanzioni, Vladimir Putin manovra a suo piacimento questa bomba a orologeria, ben sapendo che, destabilizzando la Germania, destabilizza l’Europa”.
El Pais
Politica interna in apertura per El Pais, che punta sullo scontro tra il premier Sanchez e la ministra della Difesa, Margarita Robles, sul trasferimento alla presidenza del Consiglio del controllo dell’Ufficio per la sicurezza nazionale, attualmente alle dipendenze dei servizi segreti. Lo prevede il disegno di legge sul segreto di Stato, perché è appunto l’Ufficio per la sicurezza nazionale che tiene il registro dei documenti classificati e che stabilisce chi può accedervi.
Il 98% del personale dell’Ufficio è contrario al riassetto e vorrebbe restare sotto i servizi segreti, e la ministra difende questa presa di posizione, sostenendo che non si può procedere contro la loro volontà, e che in ogni caso anche altri dipartimenti dei servizi hanno competenze in materia di segreto di Stato.
Sarebbe la prima volta nella storia della Spagna, sottolinea il giornale, che i servizi venissero smembrati, spostando sotto l’organizzazione del governo un loro apparato. In evidenza anche l’insediamento del nuovo presidente della Colombia, Gustavo Petro, il primo di sinistra nei 200 anni di storia del Paese, ex guerrigliero che promette la pacificazione nazionale e grandi riforme economiche e sociali.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
“Israele agisce contro gli islamisti nella Striscia di Gaza”, titola la Frankfurter Allgemeine Zeitung che dedica l’apertura all’operazione definita dal premier Yair Lapid “un successo totale” e culminata nell’uccisione di due capi della Jihad, Taisir Al Jabari e Khaled Mansour. In evidenza anche la crisi di Taiwan: la Cina, scrive la Faz, vuole continuare le esercitazioni militari con cui ha cinto d’assedio per tutta la settimana l’isola dopo la visita della presidente della Camera americana, Nancy Pelosi.
Le manovre potrebbero diventare una minaccia permanente per Taipei, dato che secondo un commentatore della tv di Stato cinese d’ora in poi l’Esercito di liberazione popolare potrebbe tenere “esercitazioni regolari” al di là della linea mediana dello Stretto di Taiwan.
China Daily
Le imponenti esercitazioni militari attorno a Taiwan hanno dato alla Cina “un vantaggio strategico”: così afferma un titolo del China Daily, che continua a tenere in primo piano l’escalation seguita alla visita della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi.
“Il generale Meng Xiangqing, del Centro altri studi della Difesa, ha affermato che le operazioni sono state un efficace deterrente per le forze di "indipendenza di Taiwan" e hanno spinto il popolo taiwanese a rendersi conto delle disastrose conseguenze dell’invito rivolto dalla leader di Taiwan Tsai Ing-wen a Pelosi”, scrive il giornale, e, sempre citando Meng, aggiunge che le manovre "hanno mostrato al mondo l'incrollabile risoluzione del popolo cinese di salvaguardare la sovranità e l'integrità territoriale della madrepatria e in particolare hanno mostrato la forte potenza e la capacità dell'Esercito popolare di liberazione”, oltre ad avere “verificato e affinato la preparazione al combattimento delle forze armate e migliorato le loro capacità operative in molteplici discipline, tra cui la ricognizione sul campo di battaglia e il sistema di assalto aereo-marittimo".
Quotidiano del Popolo
Duri attacchi contro Nancy Pelosi sul People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, che prosegue nella sua campagna tesa ad attribuire alle “cattive intenzioni” della presidente della Camera Usa la responsabilità dell’escalation su Taiwan, innescata dalla sua “tossica” visita a Taipei. “Per i suoi interessi personali, Pelosi ha messo in scena una pura trovata politica, senza curarsi di nuocere alle relazioni tra Cina e Stati Uniti o di mettere a rischio la pace nello Stretto di Taiwan”, scrive il giornale, secondo cui “questa farsa senza scrupoli ha solo messo a nudo davanti alla comunità internazionale la natura dei politici di Washington: un gruppo di egoisti, opportunisti e ipocriti, che hanno dato la priorità ai propri calcoli politici prima e sopra ogni altra cosa”.
Il quotidiano sostiene che la visita “ha già suscitato aspre critiche sia negli Stati Uniti che in tutto il mondo”, e cita un editoriale del New York Times, in cui veniva rilevato che “è nell’interesse di tutti che le due maggiori potenze del mondo trovino un modo per allentare le tensioni”. Conclusione: “Tentando di usare Taiwan per contenere la Cina, gli Stati Uniti hanno prima fatto una provocazione maliziosa e la Cina è stata costretta ad agire per legittima difesa. Nessuno è nella posizione di fare osservazioni irresponsabili sulle contromisure cinesi”.