AGI - L’ultima emergenza di New York è un insetto invasivo. Una mosca, per la precisione. Meglio, una “lanterna maculata” che i newyorkesi hanno chiesto agli scienziati di debellare al più presto e senza pietà alcuna perché può devastare colture come uva e mele, danneggiare gli alberi rendendo sgradevole la possibilità di stare e vivere all'aria aperta, specie in questa stagione caratterizzata da un caldo oltre misura. Le mosche, dette anche “lanterne volanti” hanno cominciato la loro più robusta invasione dell'area metropolitana quando sono apparse per la prima volta nel 2020.
Riporta il New York Times: “Da quando le ‘mosche lanterne’, originarie di parti dell'Asia, sono arrivate negli Stati Uniti nel 2011 - dentro un cumulo di detriti, come affermano gli scienziati - sono state documentate infestazioni in dodici stati, tra cui Pennsylvania e New Jersey, a Long Island, nella valle dell'Hudson e New York occidentale”.
Per altro questi insetti "sono facili da identificare, volano goffamente e si fanno vedere dalle persone, non sono solo nei boschi, e il loro contrasto da parte dei cittadini favorisce molto la partecipazione della popolazione, che si organizza per abbatterle in proprio, schiacciandole, calpestandole come può. Non sono pochi, però, coloro che pensano che la massiccia presenza di questi fastidiosi insetti sia dovuta all’effetto del riscaldamento del pianeta.
Tuttavia, sono anche molte le agenzie ambientali cittadine e statali che diffondono istruzioni su come identificare gli insetti (le larve sembrano zecche, mentre gli adulti assomigliano a falene maculate grigie, con colorazione rossa spesso nascosta dietro le ali), su come evitare che si diffondano (controllare le auto prima di mettersi in viaggio), su come documentarle e segnalarle e su come acquistare o costruire delle trappole che siano al tempo stesso efficaci ma anche ecocompatibili.
Joseph Borelli, un repubblicano membro del consiglio comunale di Staten Island, ha recentemente esortato i dipartimenti dei parchi e della salute della città ad agire contro le mosche che imperano. E in una lettera riportata per la prima volta dallo Staten Island Advance, ha definito questi insetti una "nuova minaccia per la nostra ecologia" che si sta "riproducendo a un ritmo allarmante" e spaventando alcuni residenti, sebbene le mosche non danneggino direttamente gli esseri umani o gli animali.
La battaglia dei cittadini contro le mosche invasive è davvero la strada da percorrere?
Marielle Anzelone, ecologista urbana di New York, afferma in una dichiarazione al quotidiano di New York che la domanda è di per sé anche un enigma più ampio che investe il ruolo degli individui e dei governi nell'affrontare problemi ambientali tentacolari e al tempo stesso difficili da risolvere. Borelli non ha invece aspettato che fosse un'agenzia cittadina ad agire. Tant’è che lo scorso sabato, in un parco nel quartiere di Tottenville a Staten Island, ha personalmente sponsorizzato un seminario gratuito per costruire trappole contro le “mosche lanterna”.
Intanto il dibattito ferve, perché alcuni sostenitori delle piante autoctone vedono un aspetto positivo per l'invasione in corso: le “mosche delle lanterne” si nutrono infatti dell'albero del paradiso, o ailanthus, un'altra specie asiatica anch’essa invasiva e in rapida crescita importata nel 1700 per drenare le paludi e ombreggiare le strade.
E New York ha una relazione di vero amore-odio con l'ailanthus, tanto da giustificare e accettare – di conseguenza –la presenza delle stesse fastidiosissime “mosche lanterna”. Tuttavia, documenta il New York Times, interrogativi e titubanze a parte, “la signora Anzelone ha deciso da che parte stare ieri direttemente con i propri piedi. Ha avvistato una lanterna su un marciapiede di Brooklyn. L'ha fotografata. Poi l’ha calpestata. E con una certa soddisfazione. "Ho fatto la mia piccola parte", ha detto.