AGI - La Turchia del presidente Recep Tayyip Erdogan attende che Svezia e Finlandia compiano passi concreti e si attengano alle condizioni che Ankara ha posto per dare il via libera per l'ingresso dei due Paesi nella Nato.
"Stiamo aspettando risposte da Svezia e Finlandia rispetto le nostre richieste di estradizione e non siamo disposti a scendere a compromessi. Non siamo disposti ad accettare nella Nato Paesi che permettono attivita' a favore di organizzazioni terroristiche he poi vengono usate contro la Turchia", ha detto Erdogan.
Il presidente turco ha ricordato che appena sabato scorso una manifestazione a favore dei separatisti curdi del Pkk ha avuto luogo nelle strade di Stoccolma, provocando la convcazione ad Ankara dell'ambasciatore svedese. Erdogan ha poi ribadito il disappunto per la posizione di Paesi come Germania, Francia, Italia e Olanda, che hanno nei confronti del Pkk una posizione simile a quella di Svezia e Finlandia.
"Le delegazioni di Svezia e Finlandia ci hanno fatto presente che la stessa cosa accade in altri Paesi, questo e' vero ed e' assolutamente fastidioso che avvenga tra alleati", ha detto Erdogan.
Erdogan ha rigettato le accuse piovute sulla Turchia in seguito all'attacco a colpi di artiglieria pesante costato la vita a nove persone la scorsa settimana in un resort di Duhok, nel nord dell'Iraq. "L'attacco e' stato sferrato dal Pkk (separatisti curdi con cui Ankara e' in guerra ndr) per rovinare i rapporti tra noi e Baghdad. La tempistica non e' casuale, vogliono rovinare le nostre relazioni con l'Iraq perche' portiamo avanti operazioni oltreconfine, nel nord del Paese e potremmo intervenire in Siria. Mi auguro che il governo iracheno non ceda alla propaganda dei terroristi", ha detto Erdogan.
Il presidente turco ha poi dichiarato di aver informato gli alleati Nato, Stati Uniti e autorita' irachene che nessun'operazione turca ha avuto luogo lo scorso mercoledi' nell'area di Duhok. Una citta' del Kurdistan iracheno, Krg, regione autonoma dell'Iraq sulle cui montagne Ankara sferra spesso operazioni militari anti Pkk sia con aeronautica che con l'esercito.
Lo scorso aprile e' iniziata un'operazione tuttora in corso contro i rifugi e campi di addestramento Pkk che ha immediatamente fatto pensare alla Turchia come responsabile dell'attacco, costato la vita a 9 persone e il ferimento di altri 23, tutti cittadini iracheni recatisi nell'area per cercare un po' di ristoro dal caldo torrido. Un attacco che ha scatenato la reazione del governo iracheno, che ha convocato l'ambasciatore turco a Baghdad, mentre il premier Mustafa al-Khadimi ha parlato di una "flagrante violazione da parte della Turchia" e bloccato la nomina di un nuovo ambasciatore iracheno ad Ankara.