AGI - Per 187 minuti l'allora presidente Donald Trump non fece niente per fermare l'assalto al Congresso, nonostante fosse stato informato delle violenze quindici minuti dopo la fine del suo comizio, e nonostante i membri del suo staff, compresi i figli Donald Jr. e Ivanka, avessero fatto pressione perchè si rivolgesse ai rivoltosi per dire di lasciare Capitol Hill. Nel giorno dell'attesa ottava audizione della commissione d'inchiesta della Camera sulla rivolta del 6 gennaio 2021, video e testimonianze sono state presentati per mostrare l'inazione del tycoon.
Tre ore di dibattimento, testimonianze pubbliche e registrate, alla luce del sole o con testimoni protetti dall'anonimato, e poi documenti, immagini inquietanti, il tutto trasmesso con una narrazione ritmata, da docuserie Netflix, nelle case di milioni di americani. Lo show di un processo, trasmesso in diretta e in prima serata sui maggiori network americani, anche se non tutti.
Mentre Cnn e Msnbc non hanno perso un minuto dell'audizione, la trumpiana Fox News ha oscurato le testimonianze, e dedicato solo qualche collegamento dallo studio per smontare la portata del 'processo', per poi cambiare decisamente tema nella seconda parte della serata e parlare della "minaccia Cina" all'economia del gigante americano.
Ma chi ha seguito dal primo all'ultimo minuto l'audizione ha visto sfilare i volti delle persone che facevano parte dello staff ristretto di Trump, dai consiglieri ai portavoce. L'ex consigliere Pat Cipollone ha raccontato di come "avesse fatto di tutto per spingere il presidente a fare una dichiarazione" perché i rivoltosi lasciassero gli edifici del Congresso. "Gli espressi la mia opinione in modo chiaro e forte - ha rivelato - con me spinsero altre persone tra cui Ivanka Trump" e l'ex capo dello staff presidenziale Mark Meadows. In una clip è stato mostrato lo scambio di messaggi tra Donald Trump Jr. e Meadows, in cui il figlio del presidente scrive: "(Trump, ndr) deve andare a parlare e mettere fine a questa ora, o rovinerà tutto quello che ha fatto".
Messaggi simili erano arrivati da conduttori di Fox, da Sean Hannity a Laura Ingraham, preoccupati del fatto che le violenze avrebbero compromesso per sempre l'immagine del presidente. L'ex consigliere alla Sicurezza nazionale Matthew Pottinger ha raccontato il momento in cui decise di dimettersi: "Uno del mio staff mi portò la stampata di un tweet del presidente, e il tweet diceva qualcosa sul fatto che Mike Pence, il vicepresidente, non aveva avuto il coraggio di fare. Quando lessi quel messaggio, decisi di dimettermi". Frammenti del disorientamento generale sono emersi da altre testimonianze.
Uno 007 addetto alla security di Pence ha rivelato che gli addetti alla sicurezza, preoccupati dalla situazione, avevano chiamato i propri familiari al telefono per dire loro addio, convinti che sarebbe finita in modo tragico. Trump, gelido e silenzioso, era rimasto nella sala da pranzo della Casa Bianca, a seguire in tv la rivolta. Non un cenno, non un'indicazione. Da presidente aveva respinto ogni invito a parlare agli insurrezionisti, nonostante - ha raccontato un membro dello staff - fosse a conoscenza "che c'erano armi nella folla". Quando uno spaventato leader dei Repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy, lo aveva raggiunto al telefono per dirgli di andare subito in tv e parlare, Trump gli aveva risposto: "Ma non è la mia gente, sono quelli di Antifa (il movimento anarchico, ndr)".
Poi aveva aggiunto: "Sono più arrabbiati loro per il furto alle elezioni di quanto lo siate voi". Oltre tre ore dopo, il tycoon si era arreso, aveva accettato di lanciare un appello pubblico, usando però non parole di condanna ma un "vi vogliamo bene, siete speciali". Alla fine che cosa resta? Un mosaico articolato, arricchito dalla profezia del suo amico stretto, Steve Bannon, che aveva detto prima delle elezioni: "Se Biden vince, Trump farà scoppiare qualcosa di pazzesco". Manca la pistola fumante, anche perchè gli scambi di messaggi tra gli 007 durante l'assalto sono spariti dal data system. La commissione è convinta di poterli recuperare, se non tutti almeno una parte ,e per questo ha chiesto aiuto al dipartimento Giustizia, ma al momento non ci sono certezze.
Che cosa nascondevano quei messaggi? Nessuno è in grado di dirlo, ma resta la sensazione che i lavori della commissione andranno avanti per settimane per far parte della campagna politica delle elezioni di Midterm, a novembre, quando verrà rinnovato il Congresso.
Il presidente della commissione, il democratico Bennie Thompson, dice: "appare chiaro come la rivolta sia stata controllata e diretta da Donald Trump", mentre la vicepresidente, la repubblicana Liz Cheney, parla di "diga che si sta rompendo" attorno al tycoon. Questa era l'ultima audizione prima della pausa estiva. Le testimonianze riprenderanno a settembre. "Ogni giorno - conclude Thompson - abbiamo nuove testimonianze e nuove prove. Sarà nostro compito condividere le novità con il popolo americano". Se la "diga" crollerà davvero, lo sapremo in autunno.