AGI - Tornano i test di massa a Shanghai, ancora in ripresa dopo due mesi di lockdown ad aprile e maggio scorsi che hanno affossato l'economia della metropoli cinese. In nove dei sedici distretti i test per contenere la diffusione del Covid-19 riprenderanno a partire da domani.
"Il rischio di infezione comunitaria esiste ancora nella città. Da un simile screening ci si aspetta di rilevare e contenere il rischio di ripresa il prima possibile", si legge in una nota delle autorità sanitarie locali.
Attualmente sono otto le aree classificate come ad alto rischio di diffusione del contagio, mentre altre novanta sono classificate a medio rischio.
Nella giornata di ieri sono stati identificati 17 nuovi casi di infezione, 14 dei quali asintomatici, in calo rispetto al focolaio sviluppatosi in una sala karaoke a inizio luglio, ad appena un mese dalla revoca delle restrizioni che hanno esasperato milioni di persone.
Secondo gli ultimi dati diffusi venerdì scorso, la linea di "Covid zero" contro la diffusione della variante Omicron ha colpito l'economia cinese come non accadeva dal primo trimestre 2020, quando il governo era alle prese con lo scoppio del focolaio di Wuhan: la Cina è cresciuta solo dello 0,4% nel secondo trimestre, e il lockdown a Shanghai ha paralizzato l'hub finanziario e commerciale cinese, la cui economia è crollata del 13,7% tra aprile e giugno.
Nonostante i danni all'economia, la Cina non è intenzionata ad abbandonare la linea rigida contro il Covid-19: lo stesso presidente cinese, Xi Jinping, il mese scorso, ha ribadito la politica del governo contro il virus, minimizzando i danni all'economia.
Shanghai non è la sola città a essere interessata dalla ripresa di test di massa: anche Tianjin, metropoli alle porte di Pechino, ha annunciato oggi nuovi round di tamponi per i suoi dodici milioni di residenti dopo due casi di trasmissione locale del virus.
Lanzhou, nel nord-ovest del Paese, ha invece esteso fino al 24 luglio il lockdown in quattro distretti, dove vivono circa tre milioni di persone, imposto settimana scorsa.
Ad aggiungersi all'elenco di città che hanno imposto restrizioni c’è anche Chengdu, nel sud-ovest della Cina, che oggi ha ordinato la chiusura di bar, sale karaoke, palestre e altri luoghi di intrattenimento, dopo venti casi di contagio registrati ieri, tra cui sei asintomatici, e ha imposto a tutti i residenti di presentare un tampone effettuato entro le ultime 48 ore prima di potere lasciare la città.