AGI - Le Isole Faroe hanno annunciato che limiteranno temporaneamente a 500 all'anno il numero di delfini che i suoi abitanti possono cacciare.
La decisione del territorio danese autogovernato segue le forti polemiche dello scorso settembre, quando l'uccisione di 1.423 delfini dalla coda bianca suscitò forte indignazione internazionale.
Il governo dell'arcipelago ha riconosciuto che il numero di cetacei abbattuti lo scorso anno è stato "insolitamente alto", una cifra che "è improbabile sia sostenibile nel lungo termine".
Nella tradizione faroese, i cacciatori circondano i delfini con un ampio semicerchio di barche da pesca e li conducono in una baia poco profonda dove gli animali si arenano. I pescatori sulla riva uccidono quindi i cetacei con i coltelli.
Ogni estate le immagini di questa sanguinosa caccia fanno il giro del mondo e suscitano sconcertano gli attivisti per i diritti degli animali, che considerano la pratica barbara. La tradizione gode però ancora di ampio consenso tra gli abitanti delle isole, i quali sottolineano che i delfini hanno sfamato per secoli la popolazione locale.
Il governo ha sottolineato che i cetacei catturati costituiscono un "importante supplemento al sostentamento della popolazione delle Isole Faroe" e, pur fissando un limite provvisorio di 500 capi all'anno, ha osservato che anche una quota annuale di circa 825 delfini sarebbe "ben al di sotto dei limiti sostenibili".
Dopo il parere del comitato scientifico della North Atlantic Marine Mammal Commission, previsto per il 2024, le autorità delle Faroe riesamineranno il tetto. Il governo ha assicurato anche che prenderà in esame le procedure utilizzate per uccidere i delfini.