AGI - Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha rimosso gli ambasciatori in Germania, India, Repubblica Ceca, Norvegia e Ungheria.
Lo si apprende da un decreto presidenziale nel quale non vengono riportate le motivazioni della decisione.
Non è chiaro se è già previsto un nuovo ruolo per i cinque diplomatici. A far rumore è soprattutto la rimozione dell'ambasciatore ucraino a Berlino, Andrij Melnyk, figura controversa che aveva suscitato insofferenza nell'opinione pubblica e nel mondo politico tedeschi a causa delle sue intemperanze verbali.
In particolare Melnyk aveva definito il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, una "salsiccia di fegato offesa" per essersi rifiutato di recarsi a Kiev in seguito al no delle autorità ucraine alla visita del presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier.
Melnyk era stato in prima linea nell'attaccare Steinmeier per le posizioni filorusse assunte quando guidava il ministero degli Esteri, posizioni sulle quali l'esponente socialista ha poi fatto autocritica.
A fare rumore, più di recente, sono state nei giorni scorsi le dichiarazioni dell'ambasciatore secondo le quali Stepan Bandera, collaborazionista ai tempi dell'occupazione nazista, non avrebbe avuto un ruolo nelle persecuzioni degli ebrei ucraini durante la Seconda Guerra Mondiale.
Non è chiaro se sia stato quest'ultimo exploit a segnare il destino del diplomatico. Con Berlino oggi meno riluttante a fornire armi a Kiev, le tensioni tra Germania e Ucraina si sono riaccese a causa delle turbine del gasdotto russo-tedesco Nord Stream al momento in manutenzione in Canada.
La Germania ha chiesto a Ottawa di restituire le turbine, di fabbricazione tedesca, a Gazprom perche' le reinstalli nell'infrastruttura.
Kiev ha invece esortato il Canada a tenersi le turbine in quanto spedendole in Russia violerebbe le sanzioni imposte a Mosca.