AGI - Hong Kong è "rinata dalle ceneri" e il modello "un Paese, due sistemi", che la lega a Pechino, ha mostrato la propria vitalità nei 25 anni dal ritorno alla Cina dell'ex colonia britannica. Con questo messaggio, il presidente cinese, Xi Jinping, ha iniziato la sua visita di due giorni nella città, che celebra il quarto di secolo dalla fine dell'era coloniale britannica e comincia un nuovo capitolo con l'insediamento dell'amministrazione guidata da John Lee Ka-chiu, dopo i cinque turbolenti anni caratterizzati dalla guida di Carrie Lam.
Tra imponenti misure di sicurezza, rigidi controlli sanitari e forti limitazioni ai media - che hanno riguardato sia testate locali che internazionali - Xi ha avviato la sua prima visita al di fuori del territorio della Mainland China dal gennaio 2020, quando scoppiò la pandemia di Covid-19. La visita a Hong Kong è anche la prima dal 2017, per i venti anni dal ritorno alla Cina, ma il clima di oggi è molto diverso da allora, senza il rischio di proteste e con un'accoglienza "calorosa" riservata al leader cinese.
"Sono passati 5 anni dall’ultima visita a #HongKong, durante i quali mi sono sempre preoccupato e il mio cuore❤️è sempre rimasto con i compatrioti di Hong Kong.
— Ambasciata Repubblica Popolare Cinese in Italia (@AmbCina) June 30, 2022
Le parole di #XiJinping appena arrivato nella RAS per festeggiamenti del 25°anniversario del ritorno alla madrepatria. pic.twitter.com/rMvtME13ZP
Striscioni inneggianti a Hong Kong e alla Cina e un gruppo di bambini delle scuole hanno accolto Xi e la moglie, Peng Liyuan, alla stazione di West Kowloon, mentre le note della banda della polizia davano il benvenuto alla coppia presidenziale giunta nella città da Shenzhen a bordo di un "treno speciale".
A salutare personalmente, all'arrivo, Xi e Peng c'erano la leader uscente di Hong Kong, Carrie Lam, con il marito, Lam Siu-por, e il capo dell'Ufficio di Collegamento del governo cinese, Luo Huining. "Dopo il vento e la pioggia, Hong Kong è rinata dalle ceneri e ha mostrato forte vitalità", ha detto il presidente cinese, subito dopo l'arrivo.
"Negli ultimi anni, Hong Kong è passata attraverso varie gravi sfide una dopo l'altra e le ha vinte", ha aggiunto, in un riferimento implicito sia alle proteste pro-democrazia del 2019, represse da Pechino con l'imposizione di una legge sulla sicurezza nazionale nella città, sia alla pandemia di Covid-19. Il modello "un Paese, due sistemi", che lega Hong Kong alla Cina - e per molti osservatori all'estero fortemente eroso dalla repressione di Pechino - "ha mostrato una forte vitalità e ha assicurato prosperità e stabilità a lungo termine" a Hong Kong, ha proseguito Xi, ed è in grado di garantire un "futuro luminoso" alla regione amministrativa speciale cinese.
Xi ha poi elogiato personalmente la leader uscente di Hong Kong, Carrie Lam, fortemente contestata dai manifestanti pro-democrazia e sanzionata dagli Stati Uniti per il ruolo avuto nella repressione delle proteste. Lam, ha detto Xi al ricevimento organizzato dalla leader uscente, "ha unito le persone di ogni ceto sociale per fermare la violenza e il caos e ha combattuto con tutte le sue forze".
Les principaux ports, ponts et chemins de fer reliant Hong Kong et des villes de Chine continentale ⤵️ #AFP #AFPGraphics pic.twitter.com/cJCso6m9VR
— Agence France-Presse (@afpfr) June 30, 2022
La capo esecutivo ha "adempiuto fedelmente alle responsabilità costituzionali", ha aggiunto, e ha messo "fermamente in atto" il modello "un Paese, due sistemi". La giornata più importante della visita sarà domani, quando prenderanno vita le celebrazioni per i 25 anni del ritorno di Hong Kong alla Cina, e si insedierà la nuova amministrazione.
Le polemiche attorno agli eventi del 1 luglio sono già cominciate e riguardano soprattutto le restrizioni imposte ai media. Almeno dieci giornalisti di varie testate non hanno avuto la possibilità di accreditarsi e il Foreign Correspondents' Club di Hong Kong, che riunisce i giornalisti stranieri presenti nell'hub finanziario asiatico, si è detto "profondamente preoccupato" per le restrizioni imposte ad alcuni media - che comprendono anche agenzie internazionali come Reuters, Afp e Bloomberg - giustificate con generici "motivi di sicurezza".