AGI - Il G7 ha raggiunto un accordo per studiare un "price cap" per l'energia russa: lo hanno riferito fonti europee, confermando che il vertice dei 7 grandi ha accolto la proposta del governo italiano. L'obiettivo è limitare gli introiti che Mosca utilizza per finanziare la guerra in Ucraina. Il G7 si impegna ad adottare "misure immediate per garantire l'approvvigionamento energetico e ridurre gli aumenti dei prezzi causati da condizioni di mercato straordinarie, anche esplorando misure aggiuntive come il price cap".
"La guerra di aggressione russa contro l'Ucraina ha - si legge nel comunicato del G7 - un impatto sui mercati energetici e sulla sicurezza dell'approvvigionamento a livello globale. Ci impegniamo a contrastare questi impatti e rischi i per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dei membri del G7".
"Stiamo lavorando per assicurarci che la Russia non sfrutti la sua posizione di produttore di energia per trarre profitto dalla sua aggressione a spese dei vulnerabili Paesi. Pur prendendo provvedimenti immediati per garantire l'approvvigionamento energetico e fermare gli aumenti prezzi dell'energia spinti da condizioni di mercato straordinarie, non comprometteremo il nostro obiettivi in materia di clima e biodiversità, inclusa la transizione energetica", si sottolinea.
L'impegno è eliminare "gradualmente la nostra dipendenza dall'energia russa", anche "eliminando gradualmente o vietando la importazione" di petrolio russo.
"Siamo preoccupati per l'onere dell'aumento dei prezzi dell'energia e dell'instabilità del mercato energetico, che aggravano le disuguaglianze a livello nazionale e internazionale e minacciano la nostra condivisione prosperità. In coordinamento con l'AIE, esploreremo ulteriori misure per ridurre gli aumenti dei prezzi e prevenire ulteriori impatti sulle nostre economie e società, nel G7 e a livello globale", si conclude
Così nel comunicato finale del G7. "Riaffermiamo il nostro impegno a eliminare gradualmente la nostra dipendenza dall'energia russa, senza compromettere i nostri obiettivi climatici e ambientali", si legge in un passaggio della dichiarazione finale.
Diversi i punti della relazione finale. A inziare dalla sicurezza alimantare per la quale la Russia deve mettere fine "senza condizioni al blocco dei porti ucraini sul Mar Nero" e all'opera di distruzione di "infrastrutture portuali di trasporto, terminali e silos per il grano", si legge nel documento. "Ribadiamo il nostro appello alla Russia affinché ponga fine incondizionatamente al blocco navale dei porti ucraini del Mar Nero, alla distruzione di infrastrutture portuali e di trasporto cruciali e silos di cereali, all'appropriazione illegale di materie prime agricole e attrezzature e ad ogni altra attivita' che impedisca ulteriormente la produzione e l'esportazione di cibo ucraino", si legge nella dichiarazione finale.
"Sosteniamo fortemente l'Ucraina - continua la nota - nel riprendere le sue esportazioni agricole mercati mondiali, nonché gli sforzi delle Nazioni Unite per sbloccare un corridoio marittimo sicuro attraverso il Mar Nero. Inoltre, intensificheremo i nostri sforzi per stabilire percorsi alternativi basandosi sull'iniziativa dell'Ue 'corridoi di solidarieta'' gia' attivata. Lavorando con agenzie e partner competenti collaboreremo per identificare la provenienza del grano importazioni, con l'obiettivo di identificare i prodotti ucraini sequestrati illegalmente e di scoraggiare la Russia dal continuare i suoi sequestri illegali. Chiediamo inoltre alla Russia di revocare le sue misure che ostacolano l'esportazione di grano e fertilizzanti russi".
I leader del G7 parlano di "un attacco da parte della Russia alla sicurezza alimentare globale". "Sosteniamo l'Ucraina nella ripresa delle esportazioni agricole verso i mercati mondiali e gli sforzi delle Nazioni Unite per sbloccare corridoi marittimi sicuri nel Mar Nero", si sottolinea.
Poi l'impegno finanziario: "Ci impegniamo a stanziare ulteriori 4,5 miliardi di dollari per proteggere i piu' vulnerabili dalla fame e dalla malnutrizione, per un totale di oltre 14 miliardi di dollari" quest'anno "per la sicurezza alimentare globale".
Non manca un appello a Pechino: "Poiché la Russia sta conducendo una guerra ingiustificabile, non provocata e illegale contro l'Ucraina, chiediamo alla Cina di fare pressione su Mosca affinché si conformi immediatamente all'ordine giuridicamente vincolante della Corte internazionale di giustizia del 16 marzo 2022 e rispetti le pertinenti risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e ponga fine alla sua aggressione militare - e ritiri immediatamente e incondizionatamente le sue truppe dall'Ucraina". Cosi' in un passaggio della dichiarazione finale del G7 di Elmau in Germania.
Mea culpa sul clima: "Riaffermiamo il nostro incrollabile impegno nei confronti dell'Accordo di Parigi" ma "notiamo con preoccupazione" che gli sforzi per raggiungere gli obietti "non sono sufficienti", ammettono i leader nella dichiarazione finale. "Sottolineiamo la maggiore urgenza per ridurre le emissioni globali di gas serra di circa il 43% entro il 2030", si sottolinea con la promessa di "interventi urgenti, ambiziosi e inclusivi". "Faremo pienamente la nostra parte nell'attuazione urgente del patto di Glasgow per il clima", si legge ancora. I leader del G7 sollecitano anche gli altri Paesi a raggiungere questi obiettivi in quanto considerano necessario "mantenere un limite dell'aumento della temperatura di 1,5 gradi Celsius a portata di mano, per migliorare la resilienza e la capacita' di adattamento all'impatto dei cambiamenti climatici e di allineare i flussi finanziari agli obiettivi dell'Accordo di Parigi".
Oggi è la giornata conclusiva del vertice che si tiene al castello di Elmau. Ieri i partecipanti al summit hanno condannato con durezza l'attacco missilistico russo a un centro commerciale. La richiesta del presidente Zelensky è di includere la Russia tra gli Stati che sponsorizzano il terrorismo.
Il premier Draghi al termine dei lavori del G7 e poi volerà a Madrid per partecipare al vertice della Nato dove Biden potrebbe, tra l'altro, annunciare il rafforzamento della presenza di truppe statunitensi in Polonia. Mosca ha alzato i toni.
"Per noi la Crimea fa parte della Russia, e questo per sempre. Qualsiasi tentativo di invadere la Crimea - ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev - equivarrebbe a una dichiarazione di guerra contro il nostro paese. Se uno stato membro della Nato facesse una mossa simile, porterebbe a un conflitto contro l'intera Alleanza del Nord Atlantico, alla terza guerra mondiale, a un totale disastro".
Il segretario generale della Nato, Stoltenberg, nel corso di un colloquio telefonico con il presidente ucraino, Zelensky ha ribadito il sostegno dell'alleanza a Kiev. Sostegno che sarà intensificato "ora e a lungo termine".