AGI - Ci sono poche speranze di trovare vive le persone rimaste disperse dopo il sisma di magnitudo 6.1 che il 22 giugno ha colpito il Sud Est dell'Afghanistan. Lo riferiscono all'Agi fonti di Emergency, il cui personale ha raggiunto venerdì mattina i distretti di Gayan e Barmal, nella provincia di Paktika, epicentro del terremoto, e ha avviato un sopralluogo. "È un territorio molto montuoso, i nuclei abitativi distrutti sono villaggi arroccati sulle montagne", spiegano, "probabilmente ci sono ancora persone sotto le macerie ma le speranze di trovarle ancora in vita sono molto basse".
Dal momento che a Gayan sono già presenti altre organizzazioni che stanno contribuendo ai soccorsi, Emergency si concentrerà su Barmal, che è apparsa "sguarnita a livello di supporto".
"Stiamo iniziando a lavorare all'allestimento di una clinica con tende da campo", fanno sapere le fonti, "abbiamo avuto l'autorizzazione dalle autorità e sabato verrà portato un convoglio con tutto il necessario". L'Ong fornirà in primo luogo servizi di assistenza primaria per le patologie che colpiscono solitamente gli sfollati, come la dissenteria.
Se le strade, bloccate ieri da fango e macerie, sono tornate praticabili, i danni materiali sono ingenti. Nel distretto di Gayan sono stati distrutti 1.800 edifici, equivalenti al 70% dei nuclei abitativi, ed è ancora elevato il numero dei dispersi, a causa della difficoltà nel raggiungere le aree colpite.
Per quanto riguarda il bilancio del disastro, non ci sono nuovi dati ufficiali. Emergency ha spiegato che il migliaio di morti comunicato dalle autorità non riguarda i decessi confermati ma include anche i dispersi. Ciò significa che il numero delle vittime non apparirebbe destinato ad aumentare in modo significativo. Il governo afghano, sottolineano le fonti, non ha ancora fornito cifre definitive ma il numero dei feriti si aggirerebbe sui 1.500.
I feriti, è stato spiegato all'Agi, sono stati tutti smistati nei tre ospedali provinciali di Gardez, Sharan e Urgun. I più gravi sono stati portati in elicottero all'ospedale militare di Kabul, che ha circa 400 posti.
L'ospedale di Garbez in particolare, è stato riferito ieri, "è molto affollato ed è a rischio collasso; c'è un numero di feriti che potrebbe non riuscire a gestire".