AGI - Il principe erede al trono dell'Arabia Saudita, Mohammed Bin Salman (Mbs) è giunto nella capitale egiziana il Cairo, prima tappa di un viaggio che lo porterà anche in Giordania, ma soprattutto in Turchia, dove incontrerà il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per sanare definitivamente la frattura creatasi con l'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi.
Il viaggio del principe saudita anticipa di un mese il giro di incontri nella regione programmato dal presidente americano Joe Biden, che si recherà in visita anche presso il leader saudita. Mbs è questa mattina impegnato in un incontro con il presidente egiziano Abdel Fettah al Sisi presso il palazzo presidenziale della capitale.
Il dittatore egiziano ha accolto il principe ieri sera all'aeroporto, un gesto di riguardo nei confronti di Riad, che sostiene economicamente il regime egiziano da sempre.
Solo all'inizio di quest'anno l'Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti hanno versato nelle casse di al Sisi 22 miliardi di dollari in depositi e fondi di investimento con l'obiettivo di stabilizzare l'economia egiziana, ulteriormente indebolita dal conflitto in Ucraina.
Dopo il Cairo Mbs volerà nella capitale della Giordania Amman, dove incontrerà un altro stretto alleato, il re Abdullah II.
Mbs incontra due dei più stretti alleati dell'area un mese prima del viaggio di Joe Biden a Gedda, in Arabia Saudita, con l'obiettivo di raggiungere una posizione unitaria e limare le divergenze di vedute su temi di interesse comune ed equilibri regionali.
Tra il 13 e il 16 luglio il presidente americano sarà impegnato in un viaggio in Medio Oriente durante il quale visiterà anche Israele e la Cisgiordania. Rimane tuttavia centrale nell'agenda di Biden il faccia a faccia con Mbs.
Il presidente americano punta a strappare dai sauditi un significativo contributo per alleviare la crisi dei prezzi del petrolio derivata dalla guerra in Ucraina. La visita pone fine a un raffreddamento, non di più, dei rapporti tra due alleati storici seguito l'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, ucciso a Istanbul nel 2018.
Proprio la morte dell'editorialista del Washington Post era stato il motivo alla base della rottura tra Erdogan e Mbs. Dopo la Giordania il principe è atteso nella capitale turca Ankara per un faccia a faccia che segna "una nuova pagina dei rapporti tra i nostri Paesi", come l'ha definita Erdogan.
La visita arriva dopo che alla fine di aprile Erdogan ha incontrato il re saudita Salman a Gedda, ma soprattutto Mbs con cui c'è stata la tanto attesa stretta di mano dopo quasi 4 anni di tensioni seguite l'omicidio di Khashoggi. Una visita servita a passare in rassegna le relazioni tra i due Paesi in diversi ambiti e porre le basi per accordi che probabilmente verranno siglati in occasione della prossima visita di Mbs in Turchia.
Il viaggio del presidente turco è stato possibile grazie al trasferimento del processo che ha come imputati 26 funzionari sauditi, accusati da Ankara di aver ucciso il giornalista, da una corte di Istanbul alla capitale saudita Riad. In seguito all'omicidio del giornalista Erdogan non risparmiò le accuse alle "più alte sfere della monarchia", indicate come il vero mandante dell'omicidio.
Accuse cui fece seguito un rapporto dell'intelligence americana che confermò la responsabilità di Mbs come mandante dell'omicidio. Ankara condivise le prove raccolte con Usa e Onu, non risparmiando una gogna mediatica a Mbs che ruppe i rapporti con Erdogan.
Khashoggi sparì il 2 ottobre 2018 dopo aver varcato la soglia del consolato saudita di Istanbul, dove si era recato per ritirare dei documenti necessari per sposare una donna turca, Hatice Cengiz. All'inizio di quest'anno l'inizio del riavvicinamento tra i due Paesi che ha portato al trasferimento del fascicolo processuale.
Hatice Cengiz ha presentato un ricorso contro la decisione che però è stato respinto. Era il semaforo verde a un processo di normalizzazione già avviato, grazie anche alla mediazione degli Emirati con cui lo scorso novembre Erdogan ha ricucito le relazioni dopo 12 anni di tensione.
Una situazione in passato peggiorata anche dall'embargo deciso nel 2017 dai Paesi del Golfo nei confronti del Qatar, uno dei più stretti alleati della Turchia.
Rimosso l'embargo sulle relazioni tra i due Paesi continuava a pesare il caso Khashoggi, ma il trasferimento che pone la parola fine sul processo era la condizione che Mbs aveva posto.