AGI - È stata una domenica elettorale: si è votato non solo in Francia, dove Macron ha subito una sconfitta perdendo la maggioranza assoluta, ma anche in Colombia, dove l’ex guerrigliero Gustavo Petro è il primo esponente della sinistra a conquistare la presidenza, e in Spagna, per le regionali in Andalusia, dove ha trionfato il Partito popolare e l’estrema destra di Vox ha accusato una battuta d’arresto, perdendo consensi rispetto alle ultime politiche.
Queste notizie, con diverso grado di visibilità, rimbalzano oggi sulle prime pagine internazionali, dove restano in risalto anche i timori di una recessione globale, la guerra in Ucraina, e gli incendi causati in Europa dall’eccezionale ondata di calore.
Washington Post
Con il rialzo dei tassi deciso dalla Fed, il più consistente dal 1994, è finita l’epoca del denaro a buon mercato, vero fondamento dell’economia americana. Lo scrive il Washington Post che mette in rilievo sulla sua prima pagina un’analisi delle mosse della banca centrale per contrastare l'inflazione. “L'aumento di tre quarti di punto percentuale della Fed nel suo tasso di prestito di riferimento la scorsa settimana ha segnato la brusca fine di oltre quattro decenni di tassi di interesse in calo e, alla fine, vicini allo zero”, nota il giornale, secondo cui “man mano che l'economia si adegua, si prospettano maggiori turbolenze. I consumatori, già in preda all'aumento dei prezzi, pagheranno di più per i saldi delle carte di credito e i prestiti auto. Le aziende meno meritevoli di credito lotteranno per raccogliere i soldi necessari per assumere ed espandersi. E lo zio Sam dovrà affrontare decine di miliardi di dollari di interessi annuali più alti” sul debito pubblico, prevede il quotidiano.
A centro pagina, spazio a un lungo reportage da Manila, che racconta come i filippini stanno vivendo il ritorno al potere della famiglia del dittatore Ferdinando Marcos, dopo la vittoria alle elezioni presidenziali del mese scorso del figlio omonimo dell’ex leader. Tra gli altri titoli, un approfondimento sul ballottaggio delle primarie repubblicane per un seggio senatoriale in Alabama dove Trump ha negli ultimi giorni cambiato cavallo abbandonando il suo fedelissimo Mo Brooks, dato perdente, e sostenendo invece la più moderate e favorita dai pronostici Katie Britt. Il Post, infine, dedica un ritratto del miliardario Peter Thiel, a lungo membro del cda di Facebook che ha lasciato il mese scorso per seguire l’ambizione politica di diventare il perno della destra radicale.
New York Times
La Colombia ha eletto per la prima volta un presidente di sinistra e alla vittoria elettorale dell’ex guerrigliero Gustavo Petro dà risalto la prima pagina del New York Times. Deputato di lungo corso, Petro ha conquistato gli elettori “frustrati da decenni di povertà e disuguaglianza sotto i leader conservatori, con la promessa di espandere i programmi sociali, tassare i ricchi e allontanarsi da un'economia che ha definito eccessivamente dipendente dai combustibili fossili”, scrive il Nyt, secondo cui “la sua vittoria pone la terza nazione più grande dell'America Latina su un percorso fortemente incerto, proprio mentre affronta una crescente povertà e violenza che hanno spinto un numero record di colombiani al confine degli Stati Uniti, alti livelli di deforestazione nell'Amazzonia colombiana, fattore chiave contro il cambiamento climatico, e una crescente sfiducia verso le istituzioni democratiche, che è diventata una tendenza nella regione”.
In fascia alta anche un’anticipazione sulla svolta giurisprudenziale che la Corte suprema potrebbe innescare in materia di riduzione delle emissioni a effetto serra, con la sua attesa decisione, attesa a breve, nella causa tra lo Stato del West Virginia e l’Agenzia federale per la protezione dell’ambiente: si prevede che i giudici, in maggioranza conservatori, limiteranno i poteri federali di porre limiti alla produzione di anidride carbonica delle centrali elettriche, specie a carbone. Il quotidiano segnala poi, con un lungo servizio, che l’accordo tra democratici e repubblicani e le prime, timide restrizioni sulle armi da fuoco potrebbe faticare per trovare attuazione a causa dell’inadeguatezza del sistema federale di controllo sulle transazioni di armi, un database concepito nel 1992, è ormai obsoleto. Più in basso l’Ucraina, con un titolo sulle conquiste territoriali russe nelle zone di Severodonetsk e Lisichansk.
Wall Street Journal
La settimana scorsa per le Borse è stata la peggiore dal 2020, sottolinea il Wall Street Journal nel suo titolo di prima pagina dell’edizione di domenica. “I mercati di ogni genere stanno affrontando una resa dei conti. L'inflazione più alta da decenni sta agitando i consumatori e gli investitori si chiedono se le banche centrali come la Federal Reserve potrebbero agire in modo troppo aggressivo per combatterla e finire per far cadere l'economia in recessione”, scrive il giornale.
In questo quadro, la tendenza degli investitori è “orientarsi verso asset considerati sicuri, come il dollaro e i titoli di stato statunitensi”, tanto che “l'indice WSJ Dollar, che misura il biglietto verde rispetto a un paniere di 16 valute, è salito dello 0,9%”. A centro pagina, un reportage dall’Ucraina sulle “nazionalizzazioni” di terreni agricoli che i russi stato proclamando nelle zone da loro occupata, sottraendo i campi ai proprietari ucraini. Attenzione anche alle elezioni presidenziali in Colombia: non ci sono, ovviamente, i risultati, ma un ritratto di Gustavo Petro, l’ex guerrigliero che era favorito nei sondaggi e che ha effettivamente vinto, spostando a sinistra il Paese finora sempre governato dalla destra.
Financial Times
L’ondata di calore che sta portando temperature molto al di sopra della media in tutta Europa innesca grandi incendi, cui il Financial Times dà attenzione in prima pagina: bruciano le foreste, dalla Germania alla Spagna, e solo nella provincia spagnola di Zamora sono andati distrutti 25.000 ettari di vegetazione. A centro pagina, il quotidiano dà spazio all’analisi di un proprio forum, comprendente 50 manager e dirigenti della City londinese, sull’impatto che la crisi economica avrà nel Regno Unito: sarà pesante, con una stagnazione ritenuta altamente possibile, e il Paese che secondo gli esperti è impreparato a gestirne le conseguenze. Più in basso, un’analisi sulla gelata che l’aumento dei tassi di interesse minaccia di causare nel settore immobiliare.
The Times
Cresce in Gran Bretagna la protesta sociale, alimentata dalla perdita di potere d’acquisto dei lavoratori a causa dell’inflazione ormai vicina al 10% e secondo le previsioni si attesterà all’11% a fine anno. Il tema è in apertura sul Times, secondo cui anche insegnanti e medici potrebbero unirsi agli scioperi proclamati per martedì, giovedì e sabato dai sindacati del trasporto pubblico in tutto il Paese. La rivendicazione è quella di un aumento dei salari capace di compensare il carovita, ma l’indisponibilità delle aziende ha spinto le categorie verso l’astensione dal lavoro. Ai ferrovieri, che chiedevano almeno il 7% in più, è stato offerto solo il 3%. E il capo dell’Rmt, il loro sindacato più combattivo, Mick Lynch, ha lanciato la proposta di uno sciopero generale, che sarebbe il primo nel Regno Unito dal 1926. L’altra notizia in evidenza è un memorandum che il nuovo capo dell’Esercito britannico, il generale sir Patrick Sanders, ha inviato a tutti i militari ma anche a molti dipendenti civili delle forze armate, per ribadire che l’obiettivo principale deve essere “la capacità di sconfiggere la Russia in battaglia”, “di combattere e vincere una guerra sul campo”. Dunque, ha spiegato Sanders ai suoi, “dobbiamo la mobilitazione e la modernizzazione dell’esercito per negare alla Russia ogni possibilità di occupare altri territori in Europa”.
Le Monde
Assente in edicola come ogni lunedì, Le Monde dà alle elezioni francesi ampio spazio sul proprio sito web, dove la notizia in evidenza è che nel campo di Macron si teme “una paralisi totale” perché il presidente, privo della maggioranza assoluta in Parlamento, non sarebbe nelle condizioni di governare, e in questo “scenario da incubo” si evoca già uno scioglimento anticipato dell’Assemblea nazionale entro un anno, per tornare al voto. “Maggioranza assoluta svanita, due partiti di protesta che diventano i primi gruppi di opposizione, un presidente dell'Assemblea nazionale sconfitto... La sera del secondo turno delle elezioni legislative, la logica del voto di maggioranza si è incrinata da tutte le parti sotto la pressione dell'astensione e di una campagna erratica tra sfoghi e invettive. Qualcosa senza precedenti sotto la Quinta Repubblica”, sottolinea il sito web del quotidiano. “L'emiciclo incarnerà la complessità di un panorama politico frammentato come raramente è avvenuto dal 1958. Dei dieci potenziali gruppi, sette saranno di opposizione, tre dei quali avranno i numeri per presentare una mozione di censura”, sottolinea il giornale.
Le Figaro
Macron davanti a “una Francia ingovernabile” dopo la sconfitta nel secondo turno delle politiche. Così Le Figaro riassume nel titolo di apertura il senso del voto, che ha privato il presidente della maggioranza assoluta, ha portato in forze la sinistra radicale in Parlamento e ha dato decine di seggi al Rassemblement Nationale di Marine Le Pen, vera “sorpresa” delle urne. Il giornale fa il punto dei trombati illustri, in una “ecatombe” per il governo, con diversi ministri non eletti, segnala che la sinistra triplica i suoi seggi con la coalizione Nupes guidata da Melenchon, peraltro non candidatosi, ma non ne ottiene abbastanza da poter rivendicare, come sperava, la presidenza del Consiglio dei ministri, e sottolinea che la destra della Le Pen ottiene un successo storico imponendosi tra le forze politiche principali del nuovo Parlamento. Ma tutto ciò, avverte il quotidiano, prefigura per la Francia “un salto nell’ignoto”, e di un presidente in grave difficoltà all’avvio del secondo quinquennato “nato morto”. Macron, per Le Figaro, ha subito nelle urne “una durissima lezione”, e ha pagato i suoi errori, come “gli appelli tardivi per un inizio repubblicano", la “scappatella ucraina male imbastita”, e la sottovalutazione di Melenchon nella convinzione, sbagliata, che il rifiuto “del suo delirante progetto politico sarebbe stato più forte di ogni altra cosa”. Dunque, osserva il giornale, “come “specchio capovolto delle elezioni presidenziali, questo secondo turno delle elezioni legislative somiglia a un furioso referendum anti-Macron”.
El Pais
Le elezioni a tutta pagina su El Pais non quelle sono francesi e la le regionali in Andalusia, dove il Partito popolare “ha conquistato una vittoria storica”, dice il titolo: guidato dal candidato presidente Juan Manuel Moreno Bonilla, ha ottenuto la maggioranza assoluta ed è riuscito a contenere la crescita dei neo franchisti di Vox, che non saranno decisivi nel Parlamento locale. Per il Psoe del premier Pedro Sanchez è stata una bruciante sconfitta, con il peggior risultato di sempre dei socialisti andalusi, e ancora peggio è andata al movimento centrista Ciudadanos che si è liquefatto e sparisce dalla scena politica regionale. In quella che è la regione più popolosa di Spagna, il Pp guadagna rispetto al 2018 mezzo milione di voti, tutti a spese di Ciudadanos, che ne ha persi altrettanto, e ottiene 40 seggi, facendola da padrone assoluto a Siviglia, dove “i socialisti non erano stati mai battuti fino a oggi”. Il giornale sottolinea il flop dell’estrema destra di Vox e della sua candidata presidente, Macarena Olona, “di un andaluso così artificiale da suscitare rigetto”, che sono “scontrati con una popolazione molto sensibile all'imbarazzo per la sua identità e preoccupata per i veri problemi, che sono tanti”. Sicché, se Vox ha ottenuto due seggi in più, in termini di voti ha perso cirà la metà dei consensi rispetto alle politiche. Nella parte bassa della prima pagina, le elezioni in Colombia, con la vittoria del candidato della sinistra Gustavo Petro, e il voto in Francia dove “Macron perde la maggioranza assoluta davanti all’avanzata di Melenchon e Le Pen”.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
“Calore e fuoco” titola in apertura sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, che sceglie di puntare sui vasti incendi causati dall’ondata di caldo in Germania, ultimo nel Brandeburgo a Treuenbrietzen, dove 600 persone hanno dovuto abbandonare le loro case. A centro pagina, la sconfitta elettorale di Macron, che ha perso la maggioranza assoluta in Parlamento, nonostante, rileva la Faz, il viaggio in Ucraina e l’appello di lì lanciato ai francesi a votare “nel superiore interesse della nazione”. In un editoriale, il giornale osserva: “Nel suo primo mandato, il giovane presidente ha schernito troppo spesso il parlamento. Ha preso decisioni da solo in una piccola cerchia. Non ha mantenuto la sua promessa elettorale di rafforzare l'Assemblea nazionale. Questo stile di leadership è stato punito. Macron ha riconosciuto di dover sviluppare un ‘nuovo metodo’. Ma nel periodo tra elezioni presidenziali e parlamentari le cose sono proseguite come prima”. E adesso, sarà costretto a “cercare compromessi” in Parlamento, probabilmente, prevede la Faz, con i gollisti di Les Republicaines, che sono riusciti a limitare i danni nelle urne. Tra gli altri titoli, in rilievo la crisi del gas innescata dalla riduzione delle forniture russe, definita “grave” dal ministro dell’Economia, il verde Habeck, che sta preparando un piano per ridurre i consumi e aumentare le scorte.
China Daily
L’insediamento del nuovo governo di Hong Kong è in primo piano sul China Daily. Ieri sono stati nominati i 26 componenti proposti dal leader, John Lee Ka-chiu, il quale ha promesso domenica che il suo team di governance “ascolterà e comunicherà sinceramente con il pubblico, terrà conto dei loro interessi e affronterà le preoccupazioni della gente”. Lee non ha mancato di ringraziare il governo centrale per “aver accettato e approvato le nomine da lui proposte, nonché per la fiducia e il sostegno che ha dimostrato nei suoi confronti”. Dell’esecutivo fanno parte sei donne, il numero più alto da quando l’ex colonia britannica è stata restituita alla Cina, sottolinea il giornale, e la linea guida resterà il principio “un Paese, due sistemi”. Spazio anche a una presentazione del vertice Brics, che si aprirà giovedì in Cina presieduto da Xi Jinping. Il formato che comprende le cinque principali economie emergenti (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) rappresentano circa il 40% della popolazione mondiale e il 24% del Pil globale, e secondo il giornale “è diventato la principale piattaforma di collaborazione tra i Paesi in via di sviluppo”: si discuterà di come i Brics possono aiutare “ad affrontare meglio la recessione economica globale”.
Quotidiano del Popolo
Hong Kong in evidenza anche sul People’s Daily, edizione in inglese dell’organo ufficiale del Partito comunista cinese, ma l’accento qui più che sull’insediamento del nuovo governo è sul piazzamento dell’ex colonia britannica al terzo posto nell'ultimo Global Financial Centers Index, compilato dal gruppo di esperti britannici Z/Yen Group e dal China Development Institute a Shenzhen. “Nonostante le sfide poste dalla pandemia di COVID-19 e dalle incertezze esterne, Hong Kong rimane un centro finanziario leader nel mondo, con nuove opportunità in vista per elevare il suo status globale”, scrive il giornale, e sottolinea che “dal ritorno di Hong Kong nella madrepatria nel 1997, il suo mercato finanziario si è evoluto sia in termini di dimensioni che di apertura, con notevoli progressi nel sistema bancario, nel mercato dei capitali e nel mercato dei cambi”.