AGI - Molto diverse le prime pagine della stampa internazionale. Ciascun giornale valorizza propri argomenti, in una giornata nessuna notizie si è imposta per importanza su tutte le altre. Ad esempio, il Washington Post punta sulle primarie del partito repubblicano e scopre che la stragrande maggioranza dei candidati finora eletti sono trumpiani, mentre la Frankfurter Allgemeine Zeitung sceglie la forte riduzione delle forniture russe di gas alla Germania, dovute ufficialmente a un guasto.
Washington Post
La presa di Donald Trump sul partito repubblicano è forte, tanto che appoggiare le sue false affermazioni di brogli elettorali alle presidenziali del 2020 è diventata una sorta di “prezzo di ammissione” per le primarie del Gop. Così afferma il Washington Post nella sua apertura dedicata a un’analisi delle votazioni per la scelta dei candidati al Congresso e a incarichi statali, come quello di governatore. Se ne sono svolte finora circa 170, ovvero un terzo di quelle programmate, e 108 sono state vinte da trumpiani di ferro che hanno fatto campagna affermando che le elezioni del 2020 sono state truccate per impedire che il miliardario rimanesse alla Casa Bianca per un secondo mandato. Il numero sale a 149 considerando anche coloro che, pur non parlando di brogli, hanno fatto campagna chiedendo un regole elettorali più severe o comunque un’applicazione più rigorosa di quelle esistenti. Ieri si è votato per le primarie repubblicane in quattro Stati, e il Post in un altro articolo fa il punto sui candidati, in attesa di risultati che “saranno indicativi della capacità dell’ex presidente di condizionare il partito”.
Tra gli altri titoli, un approfondimento segnala che in tutti gli Usa si sta assistendo a un abbandono dei programmi di parità razziale nelle scuole pubbliche a seguito dell’elezione di consigli d’istituto dominati da conservatori, un reportage dall’Ucraina fa il ritratto di marito e moglie medici entrambi nell’ospedale di Sloviansk e impegnati nell’assistenza ai feriti di guerra, un sondaggio del Post indica che la maggioranza degli americani si aspetta che l’inflazione aumenterà e crede che la Fed non sia in grado di controllarla.
New York Times
Biden sta valutando la possibilità di annullare alcune dei dazi imposti da Trump sulle merci cinesi, nella speranza che ciò possa contribuire a mitigare gli aumenti di prezzo causati dall’inflazione più elevata degli ultimi 40 anni. E’ la notizia in evidenza sulla prima pagina del New York Times, che cita fonti dell’amministrazione. La mossa è stata suggerita da vari economisti e si calcola che eliminando tutti i dazi il risparmio medio per una famiglia americana sarebbe di 797 dollari, tuttavia, secondo il Nyt, è improbabile che Biden possa totalmente azzerare le tariffe doganali, sicché procedendo a tagli limitati e selettivi “l’incidenza sull’inflazione sarebbe assai minore”.
Il quotidiano continua a dedicare molto spazio all’Ucraina, e oggi sono due i titoli. Il primo, di cronaca, parla di nuove “battute d’arresto” per la resistenza ucraina e dei crescenti interrogativi che gli alleati si pongono su come mettere fine a una guerra di cui si preferirebbe evitare una lunga durata. Il secondo è un reportage dalle regioni settentrionali confinanti con la Russia, dove la popolazione teme una seconda ondata di invasione.
Wall Street Journal
La Fed oggi comunicherà il nuovo rialzo dei tassi, tutti gli analisti prevedono che sarà dello 0,75%, il più alto dal 1994, e nell’attesa le Borse ieri hanno accusato nuove perdite. Questo il quadro finanziario che il Wall Street Journal mette in evidenza sulla sua prima pagina. Il giornale vede “un pessimo periodo sui mercati, che riflette le preoccupazioni su come resisterà l'economia mentre la Federal Reserve si imbarca nella sua più puntuta campagna di aumenti dei tassi di interesse degli ultimi decenni”. Perché “persino molti dei più ottimisti sul mercato azionario ammettono che la possibilità di un rimbalzo deve fare i conti con alcuni ostacoli significativi, primo tra tutti il perdurante alto livello di valutazioni, che nel tempo tende a essere uno dei fattori più significativi per prevedere l'andamento del mercato.
Anche con l'S&P 500 in calo del 22% nel 2022, molti investitori e analisti temono che le valutazioni del mercato azionario debbano ulteriormente scendere”. In risalto anche i primi effetti del deprezzamento delle criptovalute sulle piattaforme che le negoziano: Coinbase ha annunciato che licenzierà un quinto del suo personale, e Celsius ha chiesto a uno studio legale una consulenza sui suoi crescenti problemi finanziari. Una grande fotografia dà evidenza all’alluvione che ha investito il parco nazionale di Yellowstone, da dove sono stati evacuati i visitatori. Tra gli altri titoli, l’Ucraina con un servizio sulla rete di trasporto e di logistica delle forze armate russe, che si basa interamente sulle ferrovie ed è “rimasta all’era sovietica”.
Financial Times
Insiste sul crollo delle criptovalute il Financial Times, che al tema dedica il titolo forte della sua prima pagina. La notizia è che Coinbase, una delle principali piattaforme di scambio, che fino a pochi giorni aveva programmi di espansione, ha comunicato una consistente riduzione di personale: licenzierà 1.100 persone, circa il 18% dei suoi dipendenti. Coinbase, rileva Ft, si aggiunge così ai suoi concorrenti, come Gemini e Crypto.com che avevano già tagliato i loro organici. Si tratta, ha spiegato il ceo Brian Armstrong, di “un tentativo di rimanere in salute durante questa fase di flessione del mercato”.
Una fase in cui, sottolinea il giornale, alle criptovalute è toccata la stessa sorte dei titoli tradizionali, con una smentita concreta di quella diversità apparente che ne aveva fatto la fortuna. Il quotidiano della City dà spazio anche all’Ucraina, con il rinnovato appello di Kiev a un’accelerazione delle forniture di armi promesse dall’Occidente ma rallentate da problemi logistici e di altra natura, e alla decisione di Boris Johnson di nominare suo consulente sull’inflazione il fondatore di Just Eat, David Buttress. Il manager, che ha ora lasciato la società da lui creata, dovrà “sviluppare e promuovere iniziative per aiutare le famiglie” alla prese con l’aumento dei prezzi, ed è stato scelto, osserva Ft, benché abbia ripetutamente criticato il premier e lo aveva sollecitato a dimettersi.
The Times
“I giudici europei bloccano le deportazioni in Ruanda”, titola il Times che sulla sua prima pagina mette in rilievo la decisione della Corte europea dei diritti umani che poco prima del decollo ha fermato la partenza del primo volo destinato al trasferimento forzoso nel Paese africano dei migranti di qualsiasi nazionalità sbarcati illegalmente nel Regno Unito. I magistrati di Strasburgo hanno esaminato il ricorso di un iracheno che aveva chiesto asilo a Londra, ma dopo soli cinque giorni dal suo arrivo, si è visto notificare l’avviso di deportazione in Ruanda. La Corte entrerà nel merito del ricorso in una successiva udienza, ma ha intanto inibito la riallocazione dei migranti affermando che non può avvenire prima del completamento dell’esame sulla fondatezza della richiesta di asilo. La Gran Bretagna “si trova così in rotta di collisione con la Corte dei diritti umani”, scrive il giornale. Il piano di deportazioni era stato presentato dal governo di Boris Johnson come la risposta al problema dell’immigrazione irregolare, e al Ruanda sono stati versati 120 milioni di sterline per accettare i profughi cacciati dal Regno Unito. La ministra dell’Interno, Priti Patel, ha detto che i legali del governo stanno studiando come reagire alla decisione della Corte, ma che il programma di deportazioni comunque proseguirà. In evidenza anche la politica, con Johnson “deciso ad annullare l’incursione fiscale da 15 miliardi di sterline sulle imprese” programmata dal suo ministro delle Finanze, Rishi Sunak, che per sostenere le misure anti inflazione ha previsto un aumento del 6% delle tasse per le società.
Le Monde
Le elezioni politiche sono ancora l’argomento principale sulla prima pagina di Le Monde, che titola sull’”aspra battaglia del secondo turno” tra Macron e la Nupes, la coalizione dei partiti della sinistra radicale guidata da Jean-Luc Melenchon. Il giornale fa un’analisi delle incognite, la prima delle quali è che il partito del presidente non ha dato un’indicazione ai suoi elettori su come comportarsi nei collegi dove il ballottaggio sarà tra un candidato della Nupes e uno de Rassemblement Nationale, il partito di estrema destra di Marine Le Pen. Un silenzio, quello di La Republique en Marche, che sta disorientando i suoi sostenitori e causando malumori nelle file del partito. Il tentativo è quello di sollevare un fronte anti Melenchon, cui la gauche risponde cercando di sollevare un fronte anti Macron. Per farlo, usa l’argomento delle tasse con lo scopo di portare alle urne gli elettori astenuti al primo turno, e sostiene che il governo aumenterà l’Iva subito dopo il voto. Sullo sfondo, Marine Le Pen lavora per consolidare il suo radicamento anche oltre le sue roccaforti elettorali.
Le Figaro
È centrata sui ballottaggi delle politiche la prima pagina di Le Figaro, secondo cui Macron “drammatizza” lo scontro del secondo turno con l’appello rivolto ieri a francesi per “un sussulto repubblicano” che ne svela il timore di ottenere solo una maggioranza relativa e rimanere così indebolito in Parlamento. Nell’editoriale, il quotidiano guarda al dopo elezioni: “Finalmente la prossima settimana! Finalmente la fine dell'interminabile sequenza presidenziali-legislative, che anestetizza il Paese e congela da mesi ogni azione del governo” mentre “l'inflazione sta galoppando, la crescita sta crollando, i tassi di interesse sono in aumento, i deficit si stanno allargando”. Adesso “è tempo di mettere da parte le contese politiche per tornare a lavorare seriamente”, esorta Le Figaro, che ricorda a Macron i tre impegni assunti da Macron: una legge sul potere d'acquisto, che porterà il governo ad aumentare la spesa pubblica di diverse decine di miliardi di euro; una riforma delle pensioni, in linea di principio nel 2023, i cui contorni restano incerti; un taglio da 7 miliardi delle imposte sulla produzione.
El Pais
Le elezioni regionali in Andalusia in apertura su El Pais, a quattro giorni dal voto di domenica prossima. E’ prevista dai sondaggi una vittoria del Partito popolare, ma il finale della campagna elettorale è segnato dall’ultimatum rivolto al Pp dai neo franchisti di Vox per un patto di governo. I popolari preferirebbero non legarsi le mani e, scrive il giornale, “stanno studiando le opzioni per uscire dall’impasse in cui li mette l'estrema destra chiedendo un governo di coalizione”. Il loro obiettivo sarebbe un monocolore, nel caso in cui ottenessero da soli più seggi di tutta la sinistra, ma Vox pretende “il pedaggio” di un esecutivo a due, come quello formato poche settimane dopo il voto nella regione di Castiglia e Leon. Un pedaggio che, scrive il giornale, il Pp “non vuole ma sta cominciando a digerire”.
In primo piano anche la discussione apertasi nel governo sulla riforma delle norme sull’immigrazione proposta dal ministro dell’Interno per facilitare l’assunzione di manodopera straniera: alcuni ministri temo che possano esserci “abusi” e chiedono di definire in modo più stringente la concessione dei permessi ai migranti lavoratori. Tra gli altri titoli, i primi dati sugli effetti del tetto al prezzo del gas che la Spagna assieme al Portogallo ha ottenuto dall’Ue di poter imporre: il governo si attendeva un calo delle bollette del 30%, ma quello effettivo è stato del 23%. Inferiore alle attese, ma per le famiglie c’è pur sempre un risparmio medio di 49 euro a fattura.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
La Russia ha tagliato ieri le sue forniture di gas alla Germania di circa il 40%, e la notizia è in apertura sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung. La Gazprom, controllata dal Cremlino, ha giustificato la riduzione con il ritardo con cui la società tedesca Siemens ha inviato alcune componenti necessarie per interventi di manutenzione in una stazione di compressione in tempo per le riparazioni. L’erogazione è pertanto scesa da 167 a 100 milioni di metri cubi di gas al giorno invece dei consueti 167 milioni di metri cubi. Al momento il ministero dell’Economia ha assicurato che non vi saranno conseguenze sulla distribuzione in rete, ma il problema non è semplice: Siemens ha spiegato che la turbina destinata a Gazprom è attualmente in manutenzione in Canada e a causa delle sanzioni non è possibile riportarla in Russia. I governi tedesco e canadese stanno studiando una soluzione. è in corso di scambio con i governi canadese e tedesco. Comunque sia, il giornale sottolinea che secondo gli esperti la mancanza della turbina da sola non basta a giustificare una riduzione delle forniture di questa entità. Tra gli altri titoli, il caos dei treni in Germania: nel trasporto merci si registrano ritardi di un giorno, e su quelli passeggeri la media è di un’ora. Sotto accusa la società Deutsche Bahn, sollecitata dal ministero dei Trasporti a migliorare rapidamente il servizio.
China Daily
In apertura della 50esima sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, un gruppo di quasi 70 Paesi, capofila Cuba, ha chiesto il rispetto della sovranità, dell'indipendenza, dell'integrità territoriale e della non interferenza negli affari interni degli altri Stati. Una “dichiarazione a sostegno della Cina” cui dà spazio il China Daily. Nel documento, riferisce il giornale, si afferma che “le questioni relative allo Xinjiang, a Hong Kong e al Tibet sono affari interni della Cina”, e i firmatari si oppongono “alla politicizzazione dei diritti umani e al doppio standard, o all'interferenza negli affari interni della Cina con il pretesto dei diritti umani". Si tratta, sottolinea il quotidiano, di una risposta a Paul Bekkers, ambasciatore olandese presso le Nazioni Unite a Ginevra, il quale aveva parlato di gravi preoccupazioni per la situazione dei diritti umani nella regione autonoma uigura dello Xinjiang". Nell’articolo si ricorda che l'alto commissario Onu per i diritti umani Michelle Bachelet ha compiuto una visita di sei giorni in Cina e nella regione dello Xinjiang a fine maggio e al termine ha affermato “che la sua missione ha avuto discussioni ampie e aperte con persone provenienti da diversi settori della regione, inclusi prigionieri ed ex tirocinanti di centri di istruzione e formazione professionale”. Commenta l’ambasciatore cinese presso la sede Onu di Ginevra, Chen Xu: “I meccanismi multilaterali per i diritti umani dovrebbero fungere da piattaforma per la cooperazione e il dialogo, piuttosto che un luogo di divisione e confronto".
Quotidiano Del Popolo
Torna a rassicurare sulla solidità dell’economia cinese il People’s Daily, edizione in inglese dell’organo ufficiale del Partito comunista cinese, che dà spazio a una conferenza stampa tenuta ieri da Xin Guobin, vice ministro dell'industria e della tecnologia dell'informazione. “La produzione industriale cinese ha registrato una crescita media annua del 6,3% nel periodo 2012-2021 quando il settore manifatturiero del Paese ha guadagnato forza”, e “la crescita, ben al di sopra della media globale di circa il 2% per il periodo, ha portato la produzione industriale a un valore di 37,3 trilioni di yuan (circa 5,5 trilioni di dollari nel 2021, un aumento significativo dai 20,9 trilioni di yuan nel 2012”, ha evidenziato Xin, e ha sottolineato che “nonostante l'epidemia di Covid-19, il tasso di crescita medio per il 2020 e il 2021 ha raggiunto il 6,1%, svolgendo un ruolo importante nella stabilizzazione della catena industriale globale e nella promozione della ripresa dell'economia mondiale”. E di questo, ha aggiunto, “la prova più eloquente è che la produzione e le vendite cinesi di veicoli a nuova energia (nev) hanno superato il livello globale per sette anni consecutivi dal 2015” con le vendite che hanno raggiunto gli 11,08 milioni di unità a fine maggio, rispetto alle 20.000 alla fine di 2012, e sei marchi cinesi tra i dieci modelli nev più venduti al mondo nel 2021.