AGI - Si sono aperti i seggi elettorali in tutta la Francia metropolitana per le elezioni legislative.
Alle ore 17 si conferma la bassa affluenza con il 39,42% della popolazione andato a votare, circa un punto di meno rispetto al 2017, 40,75%.
Tra i dipartimenti in cui la partecipazione è stata più bassa quello di Seine-Saint-Denis, 27,72%. Complessivamente il tasso di astensione nel Paese si aggira intorno al 51,30%.
L'affluenza a mezzogiorno è stata del 18,43%, leggermente peggio di cinque anni fa, quando ci fu un'astensione record: nel 2017 l'affluenza alle urne quattro ore dopo l'apertura delle urne era stata del 19,24%. I dati sono del Ministero dell'Interno.
Il presidente Emmanuel Macron, rieletto appena sei settimane fa, cerca una nuova maggioranza parlamentare per applicare il suo programma, ma è incalzato a sinistra; per la prima volta in 25 anni, infatti, i principali partiti di sinistra - ambientalisti, comunisti, socialisti e France Insumisa (sinistra radicale) - hanno deciso di presentarsi in un fronte unito, guidato da Jean-Luc Melenchon.
I sondaggi lasciano prevedere anche un record storico di astensione, a conferma di una crisi profonda incistata nel sistema democratico. I seggi, che si erano già aperti ieri nelle regioni d'Oltremare, chiuderanno alle 18:00 ma rimarranno aperti in alcune citta' fino alle 20:00.
Tre blocchi distinti
Il Paese arriva al voto più diviso che mai. Se nel 2017 per la prima volta si è assistito al superamento dello scontro bipolare tra destra e sinistra, il 2022 è l'anno in cui si è stabilizzata la divisione in tre blocchi: quello centrale, costituito dalla maggioranza presidenziale riunita sotto l'etichetta Ensemble; la sinistra, riunita nella Nuova unione popolare ecologica e sociale; e l'estrema destra divisa ma con il Rassemblement national di Marine Le Pen a fare da guida.
E poi c'è un quarto blocco, il più pesante a livello di numeri, ovvero quello degli astenuti, che potrebbe essere secondo le ultime stime fino al 56 per cento del totale degli aventi diritto. Dentro Ensemble il ruolo del leone spetta alla Republique en Marche di Emmanuel Macron, diventata Renaissance. All'interno della Nupes sono invece Jean-Luc Melenchon e la sua France Insoumise a esercitare un peso importante rispetto agli alleati ecologisti, socialisti e comunisti.
Come si nota dalle mappe realizzate dai media locali, i rapporti di forza interni alla coalizione di sinistra si riflettono sulla distribuzione geografica delle candidature. Lfi, ad esempio, ha cercato di consolidare il suo insediamento nelle circoscrizioni che alle presidenziali hanno votato in massa per Melenchon, presentando candidati nella maggior parte delle circoscrizioni del Nord e a Parigi.
I Verdi hanno cercato invece di mettere a frutto i risultati delle elezioni municipali del 2020, investendo le proprie figure nelle zone delle grandi metropoli dove hanno un elettorato importante, come a Parigi, nel Rodano, in Isère e in Gironda. Più omogeneità, invece, per Ensemble nella divisione delle candidature, ad eccezione dell'Ile de France, dove il partito presidenziale si è accaparrato la maggior parte delle investiture. In particolare, a Parigi 16 dei 18 deputati in corsa per Ensemble appartengono a Lrem.