AGI - Ancora non c'è il via libera al corridoio del grano che dovrebbe sbloccare le decine di tonnellate di cereali bloccate nei porti ucraini a causa guerra. È questo il primo dato di fatto che emerge a margine dell'attesissimo viaggio ad Ankara del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, il cui incontro con il collega turco Mevlut Cavusoglu è stato positivo, ma non ha prodotto il tanto atteso annuncio.
Dalla conferenza stampa a margine dell'incontro emerge che Turchia e Russia hanno raggiunto un accordo di massima che prevede per la flotta di Ankara compiti di sminamento e scorta delle navi cariche di grano attraverso il Mar Nero.
Allo stesso tempo le due parti sono d'accordo sul coinvolgimento delle Nazioni Unite e sulla costituzione di un centro di controllo e coordinamento che tracci la rotta delle navi in uscita attraverso gli stretti di Bosforo e Dardanelli in territorio turco. In pratica un'intesa tra Ankara e Mosca c'è, manca però il fondamentale assenso dell'Ucraina, restia a sminare i propri porti, Odessa soprattutto, nel timore di attacchi russi ai propri fianchi scoperti.
Lavrov ha offerto garanzie in questo senso e invitato Kiev a procedere alla bonifica delle acque, ma è chiaro che manca la fiducia. Fiducia che è il punto su cui dovra' lavorare Cavusoglu. L'architetto della diplomazia turca, sempre più insostituibile per il presidente Recep Tayyip Erdogan, ha proposto un vertice a Istanbul cui prendano parte anche ucraini e Onu per sbloccare definitivamente la situazione.
Cavusoglu ha ammesso che il negoziato imbastito dalla Turchia per raggiungere un cessate il fuoco tra i due Paesi si è arenato, ma ha ribadito che la Turchia continuera' sulla strada "dell'equilibrio e della diplomazia" e ha dichiarato di "vedere le condizioni per un negoziato".
Niente di concreto anche sull'altro fronte caldo: la Siria. Erdogan ha rilanciato nelle ultime settimane il piano per una nuova operazione militare turca nel nord della Siria contro i curdi separatisti dello Ypg. Attacco impensabile senza un accordo con Mosca che ha nell'area truppe, basi militari e sostiene il regime di Damasco inviso ad Ankara.
La Turchia solleva preoccupazioni relative la sicurezza delle proprie frontiere, la Russia non vuole perdere terreno nel nord del Paese. Entrambi preferirebbero il presidente Bashar el Assad ai curdi Ypg. Sebbene Lavrov non si sia espresso in maniera netta sull'argomento e' evidente che a Mosca l'idea di un'operazione militare turca non piace.
Lavrov insiste nel rilanciare l'accordo di Adana con cui nel 1998 Turchia e Siria raggiunsero un accordo sul contrasto al Pkk. I militari turchi possono penetrare per 10 km di profondità in territorio siriano, ma non possono rimanervi stabilmente. Erdogan perà pretende una "zona di sicurezza" profonda 30km, "ripulita da terroristi separatisti". Proprio il separatismo Ypg mette d'accordo Lavrov e Cavusoglu, che hanno ribadito di lavorare per mantenere l'integrità territoriale della Siria.
Ankara però vuole garanzie e il dialogo continuerà. Inattese ma significative le dichiarazioni rilasciate dai due ministri su Libia, Nagorno Karabakh e Afghanistan. Per il Paese nordafricano Mosca e Ankara hanno confermato l'urgenza di "elezioni trasparenti" e la necessità di abbandonare "la concorrenza del passato", quando la Russia sosteneva il generale Khalifa Haftar e la Turchia il governo Serraj e i due Paesi si trovarono su fronti opposti dei campi di battaglia.
Anche nel Caucaso i due Paesi sostenevano i due avversari della guerra in Nagorno Karabakh: Ankara al fianco dell'Azerbaigian e la Russia con l'Armenia. Oggi Cavusoglu ha ringraziato la Russia per il ruolo di facilitatore nello storico processo di normalizzazione tra Turchia e l'Armenia e dato un sostanziale via libera a un format che prevede la partecipazione di 6 Paesi per raggiungere la pace tra Azerbaigian e Armenia nel Caucaso.
Schema inizialmente proposto da Mosca che prevede la partecipazione di un trittico di Paesi dell'Area, Georgia-Azerbaigian-Iran, più tre grandi Paesi garanti, Russia-Turchia-Iran. Per quanto riguarda l'Afghanistan Cavusoglu ha dichiarato che Ankara e Mosca sono pronte a vagliare tutte le possibilità di collaborazione al fine di consentire lo sviluppo e la stabilità del Paese centroasiatico.