AGI - La Russia avrebbe respinto la controffensiva ucraina a Severodonetsk, ultima roccaforte di Kiev nel Lugansk insieme alla contigua Lysychansk, e avrebbe recuperato il controllo dell'intera area residenziale del centro amministrativo.
"Lo sforzo per conquistare la zona industriale e le località popolate vicine sta continuando. Un'offensiva è in corso nel settore di Popasna", ha dichiarato in una teleconferenza il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, secondo il quale "ad oggi, il 97% del territorio della Repubblica popolare di Lugansk è stato liberato". Appena due giorni fa, il governatore ucraino dell'Oblast, Sergiy Gaidai, aveva affermato che i difensori avevano "ripulito" metà della città.
Alle truppe ucraine è stata probabilmente fatale la distruzione, comunicata ieri dalle milizie separatiste, del ponte che collegava Lysychansk e Severodonetsk, rispettivamente sulla sponda occidentale e orientale del fiume Severskiy Donets.
In questo modo le forze di Kiev che erano accorse a Severodonetsk per il contrattacco avrebbero perso la possibilità di ripiegare su Lysychansk e sarebbero rimaste intrappolate sotto il sempre più intenso fuoco dell'artiglieria russa, che sta infliggendo danni crescenti anche alla stessa Lysychansk, dove ieri sono calati da Nord, grazie al controllo del fondamentale nodo autostradale di Rubizhne, i soldati separatisti. Gaidai ha ammesso un "peggioramento della situazione".
Nel Donetsk, l'altra regione del Donbass contesa, il ministro degli Esteri dell'autoproclamata repubblica, Natalia Nikonorova, ha affermato che i separatisti e i loro alleati russi controllano oltre il 70% del territorio della regione. La maggior parte delle controffensive ucraine nel Donetsk, ha spiegato Nikonorova, viene dalla città di Avdiivka, che sarà liberata "presto". "Sappiamo che gli attacchi alla capitale della Repubblica (Donetsk, nda) cesseranno nel prossimo futuro, dal momento che c'è un piano significativo, un piano militare a questo scopo", ha aggiunto il ministro, "non ho facoltà di svelare i dettagli".
Sul fronte meridionale, la marina ucraina afferma di aver respinto la flotta russa "di più di cento chilometri" dalle sue coste, anche se permane "la minaccia di attacchi" dal Mar Nero.
Kiev, inoltre, ha accusato oggi l'esercito russo di aver imprigionato quasi 600 persone nella regione di Kherson, interamente occupata dalle forze di Mosca, e di averle, in alcuni casi, deportate in Crimea o addirittura sottoposte a tortura.
Sono "principalmente giornalisti e attivisti" che hanno organizzato "manifestazioni filo-ucraine a Kherson e nella sua regione" dopo l'occupazione di questo territorio da parte dei russi, ha affermato Tamila Tacheva, rappresentante del presidente ucraino per la Crimea, "secondo le nostre informazioni, sono detenuti in condizioni disumane e sono vittime di tortura".