AGI - Sono giornate difficili per Olaf Scholz. Praticamente, prendersela con il cancelliere sembra esser diventato uno sport nazionale: dai conservatori di Cdu/Csu ai giovani Fridays For Future passando dai grandi giornali, gli attacchi al successore di Angela Merkel di questi tempi fanno parte della colonna sonora quotidiana della Germania.
Con evidenti conseguenze sui sondaggi: per la prima volta da un anno, l'Spd di Scholz è finita sotto il 20% dei consensi, ben staccata di quasi dieci punti dall'Unione conservatrice guidata da Friedrich Merz, e ampiamente superata dai Verdi, che mettono a segno un inedito 24%, confermandosi - almeno per i rilevamenti demoscopici - seconda forza politica della Germania.
Sotto accusa c'e' soprattutto quello che l'autorevole settimanale Die Zeit chiama l'"eccesso di moderazione" del cancelliere: parlando sia della guerra in Ucraina che della crisi climatica, il giornale ricorda che "hanno in comune che sono temi che si aggravano piu' le si tratta in modo moderato".
E alla lunga l'effetto può essere apocalittico, sostiene Bernd Ulrich, firma principe della testata amburghese: il moderatismo di Scholz "è così radicale che si rischia la vittoria di Putin e la devastazione della nostra vita". Per esempio, il continuo tira e molla sulle forniture d'armi all'Ucraina: paradossalmente l'effetto sarebbe del tutto "non moderato", ossia "la messa in pericolo della democrazia in Europa".
A detta della Zeit, "molti vogliono inviare il più rapidamente possibile armi pesanti all'Ucraina, altri non lo vogliono: la posizione moderata, per cui naturalmente anche quella di Olaf Scholz, è allora quella di inviare armi, ma lentamente, con prudentemente, secondo le regole, senza fretta".
E per far passare questa posizione moderata, si evocano però scenari estremi, insiste la Zeit, "il crollo economico nel caso di un boicottaggio del gas russo", così come "la guerra atomica" o "la terza guerra mondiale" se si esagera con le forniture d'armi.
Rispetto alle critiche della Zeit - in teoria un giornale vicino ai socialdemocratici - sono più scontate quelle che arrivano dai banchi dell'opposizione: ma anche qui i toni sono molto forti. Scholz starebbe "perdendo un'occasione ed una responsabilità storica" di riposizionare la Germania in Europa dinanzi alla crisi ucraina, ha affermato il leader della Cdu, Friedrich Merz. Secondo il quale la moderazione del cancelliere in realtà altro non è che "esitazione e paura", laddove la Germania "dovrebbe assumersi la responsabilità di un ruolo di leadership" in Europa e nel Mondo, mentre non si sarebbe vista "neanche una sola iniziativa di Scholz per la crescita dell'Ue".
Come se non bastasse, a rendere ancora più cupe le giornate del cancelliere ci pensano gli attivisti del clima: dopo che ad un evento del Giorno dei cattolici a Stoccarda il suo discorso è stato funestato dalle interruzioni di un attivista, Scholz ha esclamato "queste messinscene nerovestite mi ricordano un tempo che fortunatamente è molto lontano".
Con il risultato che la carismatica leader di Fridays For Future in Germania, Luisa Neubauer, l'ha accusato di aver fatto uno "scandaloso paragone con il Terzo Reich". Ne è seguita una petizione firmata in poche ore da almeno 48 mila persone. "È uno scandalo rappresentare la difesa del clima con un parallelismo verso il nazismo", ha attaccato la 'Greta tedesca', con i social media in ebollizione. I
In pratica, la luna di miele di Scholz e dei socialdemocratici con gli elettori tedeschi sembra già storia remota. Tanto che la maggioranza degli interpellati (il 23%) al sondaggio dell'istituto Forsa risponde che sono i Verdi la principale forza in grado di risolvere i problemi del Paese. Il 12% punta sull'unione Cdu/Csu e solo l'11% indica il partito socialdemocratico alla guida della coalizione 'semaforo' che governa la Germania.
Colpa anche delle estreme difficoltà legate alla guerra ucraina e alla dipendenza della Germania dall'"oro nero" in arrivo dalla Russia, da cui Berlino promette di rendersi autonoma "entro l'anno". Narrano che in cancelleria Scholz non l'abbia affatto presa bene quando, con riferimento alla crisi ucraina, ha sentito qual è il nuovo soprannome che gli è stato affibbiato: "Oil of Olaf".