AGi - In Turchia lo considerano un po’ il loro Elon Musk. La sua società sta lavorando al progetto Cezeri, un'auto volante. Pochi giorni fa era sulle pagine dei giornali nazionali per aver sorvolato Baku durante il Teknofest Azerbaijan (festival turco dell'aviazione, dello spazio e della tecnologia) a bordo di un MiG-29 dell'Aeronautica Militare dell'Azerbaigian. In volo, il velivolo era “scortato” dal Bayraktar TB2, il drone da combattimento che la sua società ha progettato, sviluppato e portato in molti teatri di guerra: Libia, Siria, il conflitto in Nagorno Karabakh.
Lui è Selçuk Bayraktar, classe 1979, 42 anni, nazionalista, musulmano devoto (sulla sua pagina Facebook invita di frequente alla preghiera), laurea in ingegneria a Istanbul, due master, uno al Massachusetts Institute of Technology (MIT) nel 1995, genero di Erdogan (nel 2016 ha sposato la figlia minore Sümeyye).
Selçuk Bayraktar è soprattutto l’uomo dei droni: quello che all’inizio del nuovo secolo ha visto la Turchia come una potenza in fatto di UAV. I Bayraktar portano il suo nome, non è un caso.
La Baykar è un’azienda familiare: costituita dal padre di Selçuk nel 1994. Insieme a Selçuk (che ricopre il ruolo di Chief Technology Officer) ci lavorano i suoi fratelli Haluk nel ruolo di amministratore delegato e Ahmet come direttore delle finanze. Oggi la Baykar è il più noto esportatore di armi della Turchia, ed è considerata un’azienda strategica dallo stato turco, elemento fondamentale del piano per trasformare il paese in una potenza nell’industria delle armi. Il successo di Baykar è quasi tutto legato al drone TB2 (prima uccisione confermata nel 2016, da allora è stato esportato in 13 paesi, con più di 800 missioni).
L’esportazione di armi ha conosciuto negli ultimi anni un gran successo in Turchia, che lo scorso anno ha esportato armamenti per 3,2 miliardi di dollari. Questa situazione ha avuto anche un’influenza notevole sullo sviluppo delle forze armate turche, che fino a dieci anni fa facevano affidamento su forniture estere per il 70% del loro fabbisogno, mentre adesso soltanto del 30%.
La formazione e i primi anni
Selçuk Bayraktar è figlio di un ingegnere e di una programmatrice informatica. Suo padre gestiva un’azienda di autoricambi, e Bayraktar iniziò a progettare droni, usando quel che era disponibile in officina. Grazie alle conoscenze della sua famiglia con ambienti militari vicini a Erdogan, Selçuk iniziò negli anni Duemila a sperimentare i suoi prototipi di droni nei luoghi in cui operavano le forze armate.
Nella zona sud-orientale della Turchia, dove l’esercito da anni combatte contro la guerriglia curda, Selçuk testò un Mini UAV e un altro drone uno più grande, abbastanza da trasportare munizioni per l’attacco, quello che poi sarebbe diventato il TB2 (in produzione dal 2014). Nel 2005, si racconta, ha tentato di convincere un gruppo di osservatori riuniti in una remota pista di atterraggio circondata da campi di grano che la Turchia sarebbe potuta diventare una grande potenza nel campo dei droni.
L’ascesa di Erdogan
Dopo aver accentrato il potere in Turchia, dal 2003, Erdogan iniziò a investire massicciamente nel settore degli armamenti, con l’obiettivo di rendere il paese non soltanto indipendente nella fornitura di armi, ma anche capace di esportarne. L’azienda di Bayraktar, la Baykar, prese a vincere varie gare d’appalto per la costruzione di droni armati.