AGI - È arrivata la prima defezione di livello nella diplomazia russa, in polemica con l'invasione dell'Ucraina: il consigliere presso la missione russa alle Nazioni Unite a Ginevra, Boris Bondarev, ha lasciato il suo incarico e la diplomazia, criticando le azioni di Mosca in Ucraina.
Lo ha reso noto su Twitter l'avvocato internazionale Hillel Neuer. "Non mi sono mai vergognato così tanto del mio Paese come il 24 febbraio scorso", ha spiegato Bondarev, in una dichiarazione che sta circolando anche tra i diplomatici stranieri a Ginevra. Il consigliere d'ambasciata - in diplomazia dal 2002 e nella missione in Svizzera dal 2019 - ha definito le azioni del Cremlino "un crimine contro il popolo ucraino e forse il più grave mai commesso verso quello russo".
Ha poi definito il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, "un eccellente esempio del degrado del sistema" e ha inviato altri diplomatici russi alle Nazioni Unite e in tutto il mondo a dimettersi.
BREAKING: Russia’s Counsellor to the United Nations in Geneva has resigned.
— Hillel Neuer (@HillelNeuer) May 23, 2022
Boris Bondarev: “Never have I been so ashamed of my country.”
UN Watch is now calling on all other Russian diplomats at the United Nations—and worldwide—to follow his moral example and resign.
: pic.twitter.com/ZuKqq0gJO8
"Chi ha sferrato questa guerra vuole solo una cosa", si legge nella dichiarazione-denuncia del diplomatico russo, "rimanere al potere per sempre, vivere in palazzi di lusso e senza gusto, navigare su yacht per costi e dimensioni paragonabili all'intera Marina russa, godere di completa impunità". "Migliaia di russi e ucraini sono già morti per questo", ha aggiunto Bondarev.
Il suo è un duro atto di accusa contro tutta la diplomazia russa: "Mi spiace ammettere che in questi ultimi 20 anni il livello di bugie e di mancanza di professionalita' nel lavoro del ministero degli Esteri è sempre cresciuto. Negli anni più recenti, però, questo e' diventato semplicemente catastrofico".
"Al posto di analisi imparziali e sobrie previsioni", spiega il diplomatico, "ci sono cliche' di propaganda nello spirito dei giornali sovietici degli anni Trenta". A suo dire, Lavrov e' il simbolo di questo degrado: "In 18 anni, è passato da intellettuale istruito e professionale, di cui i colleghi avevano grande stima, a persona che trasmette in continuazione dichiarazioni contrastanti e minaccia il mondo con le armi nucleari".
"Oggi", conclude Bondarev, "il ministero degli Esteri non fa diplomazia, ma è solo dichiarazioni belligeranti, bugie e odio. Ho studiato per essere un diplomatico e lo sono stato per 20 anni, il ministero e' diventato la mia casa e la mia famiglia, ma ora semplicemente non posso piu' condividere questa ignominia sanguinosa, insensata e assolutamente inutile".