AGI - Nella giornata di lunedì la visita della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Oggi la telefonata del presidente francese, nonché presidente di turno dell'Unione, Emmanuel Macron. Così l'Ue 'corteggia' il premier ungherese, Viktor Orban, per ottenere il via libera al sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca che prevede, essenzialmente, l'embargo al petrolio.
Un divieto alle importazioni che Budapest non può, o non vuole, accettare alle condizioni attuali. Nemmeno la proroga proposta da Bruxelles che fa slittare l'obbligo non solo per l'Ungheria ma anche per la Slovacchia (fino al 2025) e Repubblica Ceca (a metà 2024) basta.
E quindi la Commissione ha messo sul tavolo i fondi di compensazione. Serviranno a permettere all'Ungheria di investire per rendersi indipendente dal greggio russo. Non solo con nuovi oleodotti (per staccarsi da Mosca non ci sono alternative non avendo sbocco sul mare) ma anche per aggiornare le proprie raffinerie. E, ovviamente, investire di più sulle rinnovabile. Il tutto farà parte del pacchetto RePowerEu che la Commissione presenterà il 18 maggio. Ma l'intenzione è approvare le sanzioni prima di quella data.
Per il sottosegretario agli Affari europei, Clement Beaune, "è possibile raggiungere un accordo entro questa settimana". La Commissione europea, a detta del suo portavoce Eric Mamer, lavora per "l'adozione il prima possibile". Ma come ha ammesso lo stesso Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, "ci sono ancora delle difficoltà da superare e su cui si sta lavorando".
Nell'incontro di ieri tra von der Leyen e Orban "sono stati fatti progressi sulle sanzioni ma serve ancora del lavoro", hanno ammesso dalla Commissione. E una parte di quel lavoro doveva svolgersi con una videoconferenza tra i leader della regione nella mattinata di oggi. Ma l'appuntamento è slittato.
Solo Macron ha avuto un colloquio telefonico con Orban per "finalizzare, in uno spirito di solidarietà, le garanzie necessarie per le condizioni di approvvigionamento petrolifero" di alcuni Stati membri, ha spiegato l'Eliseo. Gli ambasciatori dell'Unione europea si riuniranno domani (il mercoledì è un appuntamento tradizionale) ma l'accordo non sembra ancora a portata di mano.