AGI - L'Europa dev'essere all'altezza dei tempi. Lo chiedono i suoi cittadini. E per farlo deve cambiare le proprie regole, a partire dal vincolo dell'unanimità in Consiglio. E, in generale, dei Trattati che spesso finora l'hanno resa un gigante dai piedi d'argilla. Dovrà inoltre allargarsi, aprirsi ai Paesi che vorranno farne parte ma dovrà farlo in modo più celere, senza per forza passare dall'odissea del processo di adesione.
Ma questa rivoluzione è tutt'altro che semplice. I leader delle istituzioni europee, riuniti a Strasburgo per la cerimonia conclusiva della Conferenza sul Futuro dell'Europa, davanti ai cittadini che dopo un anno di lavoro partecipativo hanno presentato 49 proposte e 300 raccomandazioni su come realizzarle, hanno aperto le porte a tutte le riforme necessarie.
Von der Leyen: "I trattati si cambiano, se necessario"
Allo stesso tempo, però, ben tredici Stati dell'Unione (su ventisette) hanno firmato una lettera in cui chiariscono che l'Europa attuale "funziona così com'è" e non ha bisogno di "tentativi spericolati e prematuri" per cambiarne i trattati. "Il punto è che ci avete detto dove volete che vada questa Europa. E ora spetta a noi prendere la strada più diretta per arrivarci, o usando tutti i limiti che possiamo fare all'interno dei Trattati, oppure, sì, cambiando i Trattati se necessario", ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso.
"Ho sempre sostenuto che il voto all'unanimità in alcuni settori chiave semplicemente non ha più senso se vogliamo essere in grado di muoverci più velocemente. O che l'Europa dovrebbe svolgere un ruolo maggiore, ad esempio nella salute o nella difesa, dopo l'esperienza degli ultimi due anni. E dobbiamo migliorare il modo in cui la nostra democrazia funziona su base permanente. Voglio essere chiara che sarò sempre dalla parte di coloro che vogliono riformare l'Unione europea per farla funzionare meglio", ha aggiunto.
Macron: "Ue indipendente ed efficace"
Completamente schierato con von der Leyen anche il capo dell'Eliseo, Emmanuel Macron, presidente di turno dell'Unione. L'Ue chiesta dai cittadini, secondo Macron, si basa su due requisiti: "indipendenza ed efficacia" e non solo in tempi di crisi e di guerra, ma sempre.
"Essere efficaci significa decidere rapidamente in modo unito, saper investire massicciamente nei posti giusti, non lasciare nessuno sul ciglio della strada, cioè essere europei. Di fronte a questo, dovremo anche riformare i nostri testi, è ovvio. Voglio chiarire oggi che uno dei percorsi di questa riforma è la convocazione di una convenzione di revisione del Trattato. E' una proposta del Parlamento europeo, e sono d'accordo. Sono favorevole", ha detto Macron.
Il significato del 9 maggio
Con la promessa di affrontare la questione "con la necessaria audacia e libertà" con i leader dei 27 Stati membri al vertice previsto per il 23 e 24 giugno. Dovrà quindi convincere i tredici che si sono già detti contrari, tra cui Polonia, Romania, Finlandia, Svezia e Ungheria. Il 9 maggio di Strasburgo, in cui si celebra la Giornata dell'Europa, non poteva non essere condizionato dal 9 maggio di Mosca.
"Due volti molto diversi" dello stesso giorno, ha affermato Macron. A Mosca "il desiderio di mostrare forza, intimidazione e un discorso decisamente guerriero" del presidente Vladimir Putin. Invece a Strasburgo "l'associazione di cittadini, parlamentari nazionali ed europei" per "pensare al futuro" del Continente.
"Questo progetto di pace, stabilità, prosperità, aggiungerò oggi di giustizia sociale e ambizione ecologica, è un progetto che dobbiamo continuare a completare, per renderlo più democratico, più unito e sovrano", ha esortato Macron. E non può non farne parte l'Ucraina. Anche al costo di trovare una nuova collocazione considerato che "il processo di adesione di Kiev potrebbe richiedere anni o addirittura decenni".
Per questo Macron ha proposto la creazione di una "Comunità politica europea" che "permetterebbe alle nazioni europee democratiche che aderiscono alla nostra base di valori di trovare un nuovo spazio per la cooperazione politica, la sicurezza, la cooperazione energetica". "Farne parte non pregiudicherà la futura adesione all'Unione europea, nè sarebbe chiusa a coloro che l'hanno lasciata", ha spiegato Macron porgendo la mano anche alla Gran Bretagna.