AGI - La Turchia si avvia verso una totale normalità dopo più di due anni di lotta al Covid a colpi di restrizioni, lockdown, mascherina obbligatoria, pass per entrare in luoghi pubblici e utilizzare mezzi di trasporto.
A favorire il via libera, atteso nei prossimi 10 giorni, il crollo del numero dei casi, che aveva già indotto il presidente Recep Tayyip Erdogan ad abolire l'obbligo del pass ma a mantenere l'uso delle mascherine sui mezzi pubblici e negli ospedali.
Il governo di Erdogan aveva promesso di eliminare tutte le restrizioni una volta che si fosse scesi sotto i mille casi giornalieri.
Traguardo più prossimo del previsto, considerando che ieri sono stati registrati 1.132 nuovi positivi e sette decessi.
Proprio i numeri relativi ai decessi dei giorni scorsi, 10 di media, sono i più bassi da marzo 2020, vale a dire da quando la Turchia ha iniziato ad effettuare test rivelando ufficialmente la presenza del primo malato di Covid nel Paese.
Nonostante i numeri relativi ai positivi e ai nuovi casi rimangano nettamente più alti di due anni fa, la situazione è sotto controllo grazie alla campagna vaccinale, che il governo ha portato avanti con il favore dell'opinione pubblica, vaccinando con due o più dosi più dell'85% della popolazione.
In Turchia non vi sono state proteste 'no-vax' e l'obbligo di un pass è entrato in vigore prima che in Europa, per poi essere integrato dal passaporto vaccinale.
Con la fine delle vacanze previste in occasione del termine del Ramadan, uno dei momenti in cui milioni di persone si muovono all'interno del Paese, gli esperti del comitato scientifico nazionale istituito per l'emergenza pandemia si aspettano una nuova impennata dei casi, ma non dei decessi, frenati sia dall'alto tassi di vaccinati che dalla bassa età media della popolazione turca (31,5 anni).
In soccorso alla strategia di Ankara è l'arrivo del caldo, che riduce le possibilità di contagi causati da raggruppamenti in luoghi chiusi e permette di guardare con ottimismo alla stagione turistica ormai iniziata.
La Turchia sta attraversando la peggiore crisi economica degli ultimi 20 anni e ha bisogno delle entrate del turismo, che costituisce il 13% del Pil e garantisce guadagni in valuta estera fondamentali per permettere una ripresa della lira turca, che nel 2021 ha perso più del 40% del valore rispetto a dollaro ed euro.
Proprio per preservare la stagione turistica lo scorso anno tra aprile e maggio Erdogan annunciò un lockdown durato tutto il mese di Ramadan e susseguenti giorni di festa, chiudendo la popolazione in casa in modo da abbattere i contagi, un anno fa quota 60 mila su base giornaliera.
A distanza di un anno Erdogan si appresta a dare il via libera per un ritorno alla normalità, ma da parte del presidente continuano ad arrivare appelli alla popolazione a vaccinarsi e da diverse settimane ormai si può accedere agli appuntamenti per la quarta dose, mentre gli operatori sanitari e anziani con malattie croniche hanno già iniziato a ricevere la quinta dose.
Condizioni che hanno favorito il via libera da parte del Comitato scientifico nazionale, la cui opinione è stata tenuta in conto da Erdogan durante l'emergenza e che ora apre alla normalità.
Secondo i medici turchi la situazione attuale non impone più restrizioni di massa ma restrizioni personali, mentre anche la variante omicron è stata contenuta adeguatamente sia dalle misure prese di concerto con il governo che dai vaccini.
Il ritorno alla normalità rappresenta un successo per il governo e per il sistema sanitario turco, storicamente solido e nei mesi della pandemia rafforzato da nuovi ospedali e nuovi infermieri, finiti in corsia direttamente dopo i corsi di formazione.
A risultare importante, più del vaccino turco Turkovac tanto sponsorizzato da Erdogan, la quasi immediata entrata in vigore di un pass che ha permesso di tracciare malati e casi di contatti sospetti, oltre a una campagna vaccinale portata avanti a ritmi serrati e senza polemiche.