AGI. - "Putin sarà molto grato all'Unione europea che con l'idea di sanzionare il patriarca Kirill ha rafforzato le motivazioni che avevano in precedenza spinto proprio il capo della Chiesa ortodossa russa ad essere solidale con lui". Così Don Filippo Di Giacomo, sacerdote e autorevole canonista. Nell'ambito del sesto round di sanzioni per l'invasione russa dell'Ucraina, l'esecutivo di Bruxelles ha proposto di includere anche il patriarca di Mosca.
"Il Papa - osserva Don Filippo - aveva precedentemente esortato il patriarca russo a 'non essere il chierichetto di Putin', l'Ue invece così facendo lo spinge a continuare in questo senso. Sanzionare Kirill significa dare ragione a coloro, e sono tanti, che nei Paesi dell'est d'Europa rifiutano ogni intromissione dell'Unione nel loro modo di pensare e di credere".
"È un pessimo segnale", avverte Di Giacomo, "in contraddizione totale con tutte le belle teorie che l'Unione europea esprime sulla libertà di coscienza che, come diceva Paolo VI, sono tutte fondate sulla libertà di religione. Ferire questa significa ferirle tutte".
Le dichiarazioni di Kirill sulla guerra "sono tutte riferite a tre sermoni che il patriarca ha tenuto in occasione di altrettante cerimonie religiose. E' lo spazio in cui lo Stato laico dovrebbe dichiararsi neutrale conclude il vaticanista - e quindi rifiutare ogni ingerenza sia positiva e sia negativa".