AGI - "Sembra possibile" continuare a comprare gas proveniente dalla Russia senza infrangere le sanzioni imposte dall'Unione europea a Mosca o il diritto Ue anche dopo l'adozione del decreto con il quale il Cremlino ha richiesto il pagamento in rubli per le forniture di gas.
Lo ha stabilito la Commissione europea in un documento di orientamenti destinato agli Stati membri nel quale l'esecutivo Ue ha risposto ai principali interrogativi delle aziende e dei governi europei in merito ai nuovi requisiti sui pagamenti del gas imposti da Mosca.
"Il decreto - ricorda il documento - introduce una nuova modalità di pagamento, per cui il deposito di euro o dollari sul conto del fornitore non è più considerato come adempimento degli obblighi contrattuali".
"Al contrario - si precisa - euro o dollari ricevuti dalle società dell'Ue devono essere convertiti in rubli ai sensi del decreto".
L'adempimento contrattuale, secondo il decreto presidenziale russo n.172 del 31 marzo, si perfeziona "solo dopo che il processo di conversione da euro o dollari è stato completato con successo e il pagamento è stato effettuato in rubli".
Un processo "interamente nelle mani delle autorità russe" che consentirebbe a Mosca "anche di coinvolgere la Banca centrale russa in questo processo, attraverso una serie di operazioni legate alla gestione del patrimonio e delle riserve della Banca centrale, vietata ai sensi del sanzioni dell'Ue".
Inoltre, visto che "il processo di conversione può richiedere un periodo di tempo indefinito durante il quale la valuta estera è interamente nelle mani delle autorità russe, compresa la Banca centrale", il pagamento 'congelato' in attesa della conversione "può anche essere considerato come un prestito concesso da società dell'Ue".
Nonostante i dubbi della Commissione sulla regolarità di tale procedura, il documento di orientamenti definisce "possibile" l'acquisto di gas a queste nuove condizioni, ma consiglia alle aziende europee di "chiedere alle loro controparti russe di adempiere ai propri obblighi contrattuali con le stesse modalità di prima dell'adozione del decreto, ovvero depositando l'importo dovuto in euro o dollari".
"Il decreto del 31 marzo non preclude una procedura di pagamento in linea con le misure restrittive dell'Ue", sottolinea il documento della Commissione sgombrando il campo da equivoci su possibili responsabilità delle aziende europee in relazione alle sanzioni imposte dopo l'invasione dell'Ucraina.
"Tuttavia, la procedura per le deroghe alle prescrizioni del decreto non è ancora chiara", hanno ammesso i funzionari europei.
Quanto alla collaborazione con Gazprom e GazpromBank per cercare "una soluzione accettabile" al nuovo contesto, la Commissione ha ricordato che "le sanzioni vigenti non vietano l'impegno con Gazprom o GazpromBank, al di là dei divieti di rifinanziamento relativi a quest'ultima", e "non vietano l'apertura di un conto con GazpromBank".
"Le aziende dell'Ue - ha raccomandato la Commissione - potrebbero dichiarare chiaramente che intendono adempiere ai propri obblighi derivanti dai contratti esistenti e considerare i propri obblighi contrattuali relativi al pagamento già adempiuto pagando in euro o in dollari, in linea con i contratti esistenti".
Infine, "sarebbe opportuno chiedere conferma da parte russa che questa procedura è possibile secondo le regole del decreto".