AGI - Quasi due mesi dopo il disastroso meeting dello Zenith di Parigi e a una settimana dalle elezioni presidenziali francesi, la candidata repubblicana Valerie Pecresse - piombata secondo gli ultimi sondaggi sotto il 10 per cento nelle intenzioni di voto - è tornata a parlare nella capitale davanti al suo pubblico, per riscattarsi in vista del primo turno del 10 aprile.
Nella sala dei congressi del polo fieristico Paris Expo quasi piena - circa 5.200 le persone che può ospitare - Pecresse ha chiamato i francesi “alla rivolta” contro lo scenario di una rielezione del presidente Emmanuel Macron e a “ribaltare le previsioni”, denunciando una “campagna elettorale segnata dalla dissolutezza, senza regole”.
“Macron vuole tornare ad affrontare Le Pen al secondo turno per avere la sicurezza di essere rieletto. E così sarà se l’estrema destra riuscirà a superare il primo round”, ha insistito Pecresse, dopo aver invitato a un minuto di silenzio per la guerra in corso in Ucraina.
La candidata repubblicana ha inoltre citato lo scrittore Honoré de Balzac per attaccare il leader della Republique en Marche, affermando che “le generazioni devono avere gli stessi diritti. Macron sta privando quest’ultima generazione di questi diritti”.
Minore lo spazio dedicato allo spettacolo rispetto al meeting del candidato presidente tenutosi alla Defense Arena. Niente banda, niente fuochi d’artificio. I gruppi giovanili di sostegno alla candidata hanno occupato il palco per tutto il tempo, ma al comizio erano presenti soprattutto persone di età avanzata, la maggior parte donne.
Secondo Eve, una delle partecipanti, “le possibilità di arrivare al secondo turno sono molto poche; io voto Pecresse per quello che ha dimostrato di saper fare da presidente dell’Ile de France, per la sua personalità” ma al secondo turno, in caso di esclusione di Pecresse, sosterrà Macron.
Tra le personalità politiche intervenute anche il presidente del Senato, Gerard Larcher, e Michel Barnier, l’ex capo negoziatore per l'uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea il quale ha sottolineato che i repubblicani “non possono lasciare la difesa della sovranità e dell’identità nazionale a Marine Le Pen ed Eric Zemmour”. Non sono mancati dei “buuu” da parte del pubblico contro Nicolas Sarkozy, criticato per non aver sostenuto pubblicamente la candidata dei Republicains.