AGI - A una decina di giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali francesi nei sondaggi vola la candidata nazionalista, Marine Le Pen, mentre il presidente uscente, Emmanuel Macron, resta saldamente in testa alla classifica con un risultato che si aggira intorno al 28%.
La leader del Rassemblement National ha guadagnato oltre 2 punti in una settimana e si conferma seconda con un solido 21%, secondo il sondaggio Ifop Fiducial del 29 marzo.
Nei sondaggi si registra anche una interessante crescita di Jean-Luc Melenchon, leader del partito di estrema sinistra La France Insoumise, mentre la candidata gollista Valerie Pecresse e il polemista nazionalista Eric Zemmour si fermano rispettivamente al 10,5% e all'11%.
Gli altri candidati, principalmente di sinistra, restano sotto il 6%. I sondaggi sul secondo turno, che si concentrano ormai su una sfida fra Macron e Le Pen, danno l'attuale inquilino dell'Eliseo vincitore con una forchetta che varia fra il 53 e il 55%.
Sulla base di questi dati, la vittoria di Macron non è quindi così scontata. Anche perché non tutti gli elettori di Le Pen affermano di votare per lei quando vengono chiamati dai vari istituti di sondaggi.
C'è ancora vergogna rispetto a quel nome. Ma il Paese è ormai a destra e si tratta di un dato di fatto di cui tutti sono consapevoli.
Anche un recente studio, realizzato a ottobre 2021 da Opinionway, ha confermato una maggioranza di destra: "Il 56% dei francesi potrebbe votare per un candidato di destra, a prescindere da chi sia", mentre "la sinistra ha il 34% di potenziali elettori", si leggeva nelle conclusioni.
Nel caso di un altro duello al ballottaggio fra Macron e Le Pen, dopo quello del 2017, ampiamente vinto da Macron, non si può escludere nulla.
C'è ancora una grande parte dell'elettorato indecisa, pari circa al 40%. Bisognerà vedere per chi voterà. E la scelta sarà fatta negli ultimi giorni. Certamente vi è una maggiore richiesta di politiche di destra.
In particolare per quanto riguarda la sicurezza. Il Paese è alle prese da decenni con il problema delle banlieue, della delinquenza crescente che, in alcuni casi, si trasforma nel terrorismo islamico.
E questo è da sempre l'argomento forte dei Le Pen, padre e figlia. Idem per il tema dell'immigrazione.
Le Pen punta anche sulla questione scottante del potere di acquisto. Ma nel suo quinquennio, Macron ha dimostrato di saper dare una risposta a queste preoccupazioni, rivolgendosi allo stesso tempo agli elettori di sinistra come a quelli di destra.
E se una buona parte dell'elettorato gollista è pronta a votare Le Pen al secondo turno, consentendole di arrivare fino al 47% contro Macron, è anche vero che un'altra parte voterà l'attuale presidente, perché lo vede più garante rispetto a Le Pen, sia per quanto riguarda la sicurezza interna (la sua linea di rigore senza estremismi evita una guerra civile) sia per quanto concerne il rapporto con l'Europa (Le Pen, in quanto nazionalista, intende ridurre il peso di Bruxelles).
Un sondaggio pubblicato oggi evidenzia anche la popolarità di Macron fra gli agricoltori francesi, che rappresentano da sempre la Francia profonda.
Ma Macron ha anche alcuni punti deboli. Per esempio, nel suo programma c'è l'innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 65 anni: una misura decisamente impopolare. Insomma, sono tanti i fattori che entrano in gioco e non si può escludere nulla, anche se Macron resta il favorito.