AGI – Un sistema antimissile sul modello di quello israeliano, uno “scudo” per proteggere la Germania da una possibile minaccia della Russia. E’ stato lo stesso Olaf Scholz ad evocare quest’opzione – che rappresenterebbe una assoluta novità nella dottrina militare tedesca - nel corso di una lunga intervista al principale talk show dell’emittente pubblica Ard. “E’ una delle ipotesi di cui stiamo discutendo, a buona ragione. Dobbiamo tutti prepararci, se abbiamo un vicino che attualmente si mostra capace di ricorrere alla violenza per mettere in atto i suoi interessi”, ha spiegato in diretta tv il cancelliere tedesco. “Per questo dobbiamo rafforzarci, in modo che queste minacce non siano realizzabili”.
Scholz non è voluto entrare nei dettagli, ma ha fatto intendere che il progetto viene discusso a livello piuttosto avanzato dal governo federale e con i vertici militari. “Mi sono imposto di non rivelare dettagli di un piano che non è stato ancora discusso fino in fondo”, ha spiegato il cancelliere, che ha affrontato il tema qualche giorno fa in un incontro con la ministra alla Difesa, Christine Lambrecht, e con l’ispettore generale della Bundeswehr, Eberhard Zorn.
E’ il domenicale della Bild ad illustrare le caratteristiche del scudo antimissile israeliano, la cui realizzazione rientrerebbe nell’annunciata spesa di 100 miliardi di euro per la difesa annunciata da Scholz all’inizio della crisi ucraina. Si tratta del sistema “Arrow 3” utilizzato per lo scudo “Iron Dome”, che è in grado di intercettare e distruggere missili a lungo raggio persino nella stratosfera, il secondo dei cinque strati – compreso tra i 15 e i 60 chilometri dal suolo – in cui è convenzionalmente suddivisa l’atmosfera terrestre. Sempre a quel che riferisce il tabloid, il costo del sistema – che sarebbe operativo dal 2025 - si aggirerebbe intorno ai 2 miliardi di euro.
Per la verità, non tutti sono d’accordo con il progetto di una “Iron Dome” tedesca. “Le risorse sarebbero utilizzate nel modo sbagliato se la Germania ora spendesse miliardi in un sistema di difesa antimissilistica esclusivamente nazionale”, ha detto ai giornali del gruppo Rnd l’esperto di politica estera della Cdu, Roderich Kiesewetter. A detta del quale, “nel caso di uno scudo sulla Germania, si dovrebbe partire dall’assunto che vengano sparati missili che sorvolano la Polonia: attualmente questo è praticamente escluso”.
Secondo Kiesewetter, piuttosto, è necessario “analizzare sobriamente quali siano le effettive minacce alle quali la Germania sia esposta e quali misure siano quelle più urgenti. Invece di infilare miliardi in un ‘Iron Dome’ di cui i Paesi vicini hanno molto più bisogno, dovremmo rinforzare meglio l’equipaggiamento della Bundeswehr e della Protezione civile”. Casomai, ragiona ancora l’esponente cristiano-democratico, in prospettiva sarebbe necessario dotarsi uno scudo antimissile ai confini esterni della Nato.
Sostegno ai piani di Scholz arriva invece dalle fila dei socialdemocratici. E’ giusto che il Paesi si attrezzi di fronte alle minacce di un “dittatore che cerca di imporsi con la violenza”, ha commentato la co-leader dell’Spd, Saskia Esken: “E’ emersa una irrazionalità e una brutalità che dobbiamo assolutamente prevenire”.